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 Home page > Tribuna Libera > Grande Guerra: quando anche il sesso puzzava di morte

Grande Guerra: quando anche il sesso puzzava di morte

 
 
Uomini non più uomini e neanche eroi o cavalieri erranti, bensì esseri diventati sostanze, ma anche belve, bestie. Sostanze, belve e bestie che per sopravvivere si ammazzavano, ammazzare, ammazzare per vivere. 
Morte e vita mescolate nel caos di una società che aveva perso ogni lume, ogni ragione. Antitesi per eccellenza, che correvano, inconsciamente e non parallelamente sullo stesso binario. Bestie, belve e sostanze. Non più uomini. Si poteva arrivare a patire l'idiosincrasia maschile.Termine medico con il quale si intende l'intolleranza che alcune persone possono manifestare nei confronti di diverse sostanze, spesso farmaci. Ma l'uomo soldato non era un farmaco, non era un medico, era una sostanza, una sostanza nei confronti della quale si poteva patire l'intolleranza.
A volte ammazzavi. A volte urlavi.
 
 Ed urlavano le prostitute, rastrellate come oggetti da massacrare, senza dignità alcuna, da ogni parte del Regno. Potevano arrivare ad avere più di ottanta rapporti al giorno, ma nel libro Viaggio nella terra dei morti. La vita dei soldati nelle trincee della grande guerra di Marco Scardigli, editore UTET, dalla cui lettura nasce questa riflessione, si riportano testimonianze di anche 120 rapporti al giorno.
 
Soldati in fila, letti rossi, che ricordano la Villa Rossa citata anche da Hemingway, scricchiolanti come la nefasta porta che conduce alla via dell'inferno. Uno dopo l'altro, ed ancora, una fine senza mai fine. Sfogo ed istinto animalesco che andava soddisfatto, per il morale.
 
Ed il morale soccorreva il dovere. Il dovere di uccidere.
Non erano i bordelli di Cavana nella Trieste carovana di mille passioni, erano le stanze della morte, ove anche il sesso puzzava di morte. La grande guerra, che voglio chiamare la grande macelleria umana, perché gli uomini e le donne non erano più uomini e donne, ma bestie, bestie al macello, un macello governato nelle grande stanze dei salotti borghesi come un gioco da tavolo, un gioco che ha ucciso generazioni e sogni ed umanità.
 
Marco Barone
 
 
Foto: Wikimedia

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.216) 26 dicembre 2014 07:34

    La guerra non riguarda solo uno spazio lontano e distaccato governato da un popolo alieno chiamato "militari", ma coinvolge ogni aspetto della vita di tutti: uomini, donne, bambini, operai, medici, sacerdoti e via così.
    Le donne al fronte rappresentano bene la spaventosa collateralità della guerra.
    Grazie per la citazione e la riflessione
    Marco Scardigli

    • Di Marco Barone xcolpevolex (---.---.---.202) 27 dicembre 2014 11:41
      Marco Barone

      Ho letto decine di libri sulla così detta grande guerra e continuo ad approfondire, ma il suo libro è, a parer mio, quello che smonta nel miglior modo ed in maniera assolutamente efficace,cruenta, ma anche lucida e drammatica, ogni retorica che è stata costruita e che continua ancora oggi a sussistere, a partire dalla corrente dei letterati, elevati a miti, che meriterebbero invece di essere ridimensionati e condannati, uno su tutti d’annunzio, su quella tragedia. E’ un libro che merita di essere letto e diffuso, sul quale ritornerò certamente prossimamente per un post che voglio preparare sul quale costruire una battaglia, cancellare l’intitolazione di vie,strade intitolate a chi si è reso artefice di quel crimine e di crimini all’interno del grande crimine e dedicarle, invece, a tutte le vittime della grande guerra, oggi spersonificate in un presente più che mai assente...

      Grazie per averlo scritto!
      mb

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