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Google può fare qualcosa per il giornalismo?

Sembrerebbe di no, almeno a quanto afferma il CEO Google Eric Schmidt. Per molti internet, nello specifico Google, avrebbe determinato la fine del mercato dell’informazione. In realtà la gente ama le storie, la notizia, ne discute, ne parla, le utilizza per adottare una posizione.

Appare improbabile che Google possa aiutare l’informazione. Innanzitutto, come spiega Massimo Russo, per l’approccio totalzzante, se non addirittura totalitario, che Mountain View ha con la realtà. In secondo luogo, e lo spiega lo stesso Schmidt, perchè un’acquisizione, auspicabile per il breve termine, non risolverebbe il problema strutturale dei giornali.

Resta il fatto che l’informazione è una parte consistente della democrazia. Le proposte di Dam Froomkin, editorialista del WashingtonPost, riservano spunti interessanti che il giornalismo potrebbe adottare per ritornare in vetta agli interessi della gente. Soluzioni forse a cui non siamo ancora pronti, come un maggiore interesse per le notizie locali e la creazione di un rapporto forte B2C, l’apertura al citizen journalism come mediatore e bacino d’informazione, l’apertura ai contributi dei bloggers. Politiche forse troppo informali o poco istituzionali per un mondo che si è già dimostrato incapace di cogliere le possibilità del web.

Mai disperare. Il tempo ci saprà dare ragione. La soluzione sta nel ritorno, insomma, ad un rapporto trasparente, naturale, diretto con il fulcro vitale del giornalismo. La notizia.

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