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Globalizzare il sindacato? Un errore

Estendere e difendere i diritti a tutti i lavoratori del mondo, per attenuare i problemi della globalizzazione economica?

"In 3-4 anni avremo un impiego pieno di tutti i nostri lavoratori". Lo ha detto l'amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, intervenendo al "Quattroruoteday" dove ha sottolineato: "Vogliamo fare la nostra parte per l'Italia. Ci sarà sempre un pezzo d'Italia in ogni Fiat che va in giro per il mondo. Siamo pronti a confermare tutti i nostri impegni per il Paese".

Sono oltre tre anni che il manager dei manager Fiat ci ripete questo che è diventato un mantra. Nel frattempo ha attaccato gravemente e con metodi senza precedenti i diritti dei lavoratori.

Ricordiamo, per un momento, l’esito del non più recente referendum sulla chiusura di alcune fabbriche e sulle nuove modalità di contrattazione sindacale, sottoposto al voto dei lavoratori di Mirafiori: “Affluenza record, più del 96%. Dopo lo spoglio dei primi quattro seggi il no era in leggero vantaggio poi la situazione si è ribaltata grazie al voto decisivo degli impiegati”.

Questo è quanto accade quando il padrone alza la voce: torna sempre di moda il “divide et impera”, più o meno si è ripetuto a Mirafiori e nelle altre fabbriche italiane della Fiat quello che è accaduto con la marcia degli pseudo quarantamila, i colletti bianchi che non si sporcano le mani e non si spezzano la schiena alla catena hanno sempre avuto la meglio.

Intanto tra i metalmeccanici delle aziende dell’indotto continua a prevalere la preoccupazione e la disperazione per il posto di lavoro che viene perso giorno dopo giorno.

Mentre CISL e UIL navigano e traccheggiano in favore di vento Fiat, Landini della FIOM/CGIL sostiene da tempo la globalizzazione della lotta sindacale. Io la trovo una proposta interessante, ma velleitaria; se pensiamo che i cinesi la pensino come noi sui diritti dell’uomo siamo fuori strada, così come lo siamo quando, ad esempio, vogliamo imporre alle donne afghane di rinunciare al burka, perché a noi non piace, senza chiederci se a loro garba.

L’errore è sempre lo stesso, annullare le tradizioni e le particolarità nazionali non è possibile, inoltre nell’ambito della globalizzazione trascuriamo che quasi la metà della popolazione mondiale vive come si viveva centinaia e, in qualche caso, come migliaia di anni fa. Vaglielo a raccontare il sindacato a quegli uomini. Landini è bravo a difendere le sconfitte sindacali subite in Fiat trasformandole in vittorie, ma nel frattempo il Parlamento ha messo a dura prova i diritti dei lavoratori italiani manomettendo l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori.

Forse sarebbe bene, prima di pensare a globalizzare i diritti sindacali a pensare di riconquistarli in Italia ad esempio sostenendo con forza la necessità di avere, finalmente, una legge seria sulla rappresentanza sindacale, dal prossimo governo. Finora è stato come cercare l’araba fenice. Né Prodi, né D’Alema fecero quella sacrosanta legge, né tantomeno la fecero all’epoca dello Statuto dei Lavoratori. È più comodo avere un sindacato che rappresenta cento persone che conta quanto un altro che ne rappresenta cinque milioni: divide et impera!

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Giacomo Nigro (---.---.---.94) 19 gennaio 2013 18:08
    Giacomo Nigro

    “Una boutade solo per farsi propaganda”. Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, commenta così il parere sui sindacati di Beppe Grillo, che ieri ha affermato: “Eliminiamoli, sono una struttura vecchia come i partiti politici. Non c’è più bisogno dei sindacati. Le aziende devono essere di chi lavora”. Frasi che per Camusso si commentano da sole. Alla domanda se ci sia qualcosa da rinnovare, il segretario della Cgil risponde: “Non intendo continuare a
discutere di una boutade che è stata fatta solo per farsi
 propaganda”

    • Di (---.---.---.0) 19 gennaio 2013 21:11

      io sono del m5s TESSERATO FIOM, ma non e per essere di parte che dico che sono daccordo con GRILLO.

    • Di Giacomo Nigro (---.---.---.94) 19 gennaio 2013 22:52
      Giacomo Nigro

      Uno dei nostri problemi è che i compagni della Cgil continuano a correre verso la "politica" senza soluzione di continuità, Ayraudo verso Sel recentemente; quando avremo Landini (che ho amorevolmente criticato) alla guida dell’unico vero sindacato italiano rimasto sulla piazza? Nonostante tutto! In quanto a Grillo non riesco a farmelo stare simpatico come quando mi faceva ridere come comico, quando graffiava il PSI di Craxi al potere, ad esempio, ora accarezza il qualunquismo fascista, mi spiace.

    • Di Giacomo Nigro (---.---.---.94) 20 gennaio 2013 11:33
      Giacomo Nigro

      A complemento del precedente commento. Lavoro in un’azienda che fino ai primi anni novanta era detta (e lo era veramente) d’interesse nazionale, poi all’IRI (l’Istituto della Ricostruzione Industriale che nel dopoguerra seguiva e possedeva tutte le Imprese Statali, cioè quelle strategiche per la Nazione). Poi all’Iri venne Romano Prodi e cominciarono le privatizzazioni. Il sindacato davanti a questi eventi storici pensarono di poter continuare a camminare sull’antico sentiero del consorzio di interessi, ma i loro interlocutori (nelle aziende ex IRI) si duplicarono: lo Stato che governava e il privato che possedeva. Dal mio punto di vista la CGIL (il mio sindacato da sempre) è l’unico che ha capito questa situazione, ma è purtroppo condizionato dagli altri due principali sindacati CISL e UIL che hanno sottoscritto un accordo separato con governo e associazioni datoriali che ne riduce praticamente l’azione al patronato sociale, in cambio sono stati promessi loro e non ancora attuati posti di potere nel mondo del lavoro che li costringerà ad abbandonare la loro terziarietà e quindi l’indipendenza di giudizio e sopratutto la protezione dei lavoratori.

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