A complemento del precedente commento. Lavoro in un’azienda
che fino ai primi anni novanta era detta (e lo era veramente)
d’interesse nazionale, poi all’IRI (l’Istituto della Ricostruzione
Industriale che nel dopoguerra seguiva e possedeva tutte le Imprese
Statali, cioè quelle strategiche per la Nazione).
Poi all’Iri venne Romano Prodi e cominciarono le privatizzazioni. Il
sindacato davanti a questi eventi storici pensarono di poter continuare a
camminare sull’antico sentiero del consorzio di interessi, ma i loro
interlocutori (nelle aziende ex IRI) si duplicarono: lo Stato che
governava e il privato che possedeva. Dal mio punto di vista la CGIL (il
mio sindacato da sempre) è l’unico che ha capito questa situazione, ma è
purtroppo condizionato dagli altri due principali sindacati CISL e UIL
che hanno sottoscritto un accordo separato con governo e associazioni
datoriali che ne riduce praticamente l’azione al patronato sociale, in
cambio sono stati promessi loro e non ancora attuati posti di potere nel
mondo del lavoro che li costringerà ad abbandonare la loro terziarietà e
quindi l’indipendenza di giudizio e sopratutto la protezione dei
lavoratori.