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Giovani, altrove è il loro futuro ma oltre l’attuale politica, una generazione che avanza e lotta

Il Paese invecchia fermo, è prigioniero del passato politico che non si avvede del cambiamento voluto e cercato dai giovani.

Distacco dalla politica e da istituzioni accomuna giovani e adulti. Giovani-adolescenti e giovani-adulti esprimono sfiducia nei confronti della politica rappresentata dai partiti. Molti di loro pensano che la democrazia possa passare oltre i partiti che sono divenuti un ostacolo allo svolgimento più ampio della vita democratica del Paese. L’incertezza accompagna in maggioranza i giovani nel formarsi un’opinione politica, che si riflette nella poca partecipazione alle consultazioni elettorali e segna i loro linguaggi di protesta sui social network.

Nei giovani in genere è cresciuto un forte sentimento di diffidenza e insoddisfazione nei confronti di leader e partiti politici. Gli elettori che protestano sono aumentati e ciò porta alle urne gente che vota non per fiducia verso qualcuno ma per affermare la sfiducia verso tutti gli altri attori “consumati” che da anni calcano lo scenario politico. Diffidenza acuta e sempre più ampia, insoddisfazione, protesta, sfiducia, voglia di voler contare di più ma impossibilitati nel farlo, cresce tra i giovani anche l’astensionismo che pesa nelle statistiche elettorali e che nessuna formazione politica riesce ancora a scalfire. I giovani si aspettano risposte concrete insieme a proposte che allarghino la visione del futuro più certo per loro.

I “normali” partiti sono formazioni che conseguono consenso solo tra gli anziani e pensionati poiché non riescono a rinnovarsi al loro interno, incapaci di esprimere il forte desiderio di cambiamento in atto nel nostro Paese. Vi è una frattura tra il passato, i partiti tradizionali e la classe politica alla quale s’imputa la situazione attuale in cui versa l’Italia. È maturato un risentimento politico e sociale e per questo c’è frustrazione ma non rassegnazione da parte dei giovani. I giovani partecipano con impegno ai problemi della loro città, sono presenti in piazza, si mobilitano numerosi nella Rete e scoprono di poter iniziare a proporre nomi in Parlamento che possono giocare un ruolo di rilievo in sedi istituzionali. Oltre il 40% dei giovani sembra partecipare attivamente a iniziative politiche, sociali, di solidarietà, ambientali, dimostrando un fermento che andrebbe meglio canalizzato e impiegato dagli adulti.

La forza della domanda politica dei giovani risiede nel desiderio di voler partecipare senza mediazione e forme ingombranti di multi-level che appesantiscono gli attuali partiti. Ciò si traduce in un bisogno di democrazia diretta, immediata, di pronto ascolto di quanto hanno da dire e da manifestare anche in termini di precarietà lavorativa e mancanza di futuro. I giovani pensano al loro futuro altrove dall’Italia, che è piena di affanni, lavoro che manca e partiti che occupano ogni spazio senza lasciare nulla al merito e all’impegno di chi sa di poter fare meglio. Il Paese è bloccato, fermo, imprigionato in vecchie logiche di potere e spartitorie, invecchia con i soliti pensieri che nulla è più possibile cambiare e chiacchiera di tutto per non fare niente di valido e utile per le nuove generazioni che premono per lavorare e farsi strada.

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