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Gerloff: Facebook sparirà in 3 anni, Microsoft in 5

La previsione di Karsten Gerloff, presidente della Fondazione del Software Libero d'Europa che aggiunge: le multinazionali digital ci strumentalizzano.

Il presidente della Fondazione del Software Libero d'Europa, Karsten Gerloff, ha sostenuto che «per Google e Facebook noi siamo prodotti e non clienti» e ha lanciato l'allarme su queste compagnie: «Senza alcun preavviso stanno diventando i servizi segreti». A suo giudizio Microsoft scomparirà in 5-10 anni e Facebook in 3.

La previsione di Gerloff è stata fatta durante la manifestazione a Barakaldo (nei Paesi Baschi), durante la quale ha criticato ferocemente le multinazionali del settore sostenendo che alcune di queste compagni rubano le informazioni dei clienti.

«Noi non solo gli forniamo i dati, ma anche la nostra fiducia pensando che proteggano la nostra privacy. Invece - ha aggiunto Geldoff - queste compagnie alimentano i servizi segreti e noi stessi siamo solo prodotti. I nostri dati sono il prodotto che vende Google». Del resto queste mutinazionali hanno preso i computer di milioni di utenti, le loro reti e hanno eretto strutture di controllo.



In questa divisione dei compiti «Facebook definisce chi siamo, Amazon stabilisce cosa vogliamo e Google determina quello che pensiamo». Secondo il presidente della Fondazione del software d'Europa la situazione attuale è di "tradimento", come ha confermato anche la consegna da parte di Yahoo! delle informazioni riservate dei suoi utenti al governo cinese. «Una volta capito come funziona internet, lo hanno trasformato in uno strumento di oppressione e infatti sappiamo che ci ascoltano e che non siamo liberi».

Il futuro di queste compagnie non è molto chiaro: «Se Google vorrà sopravvivere a lungo dovrà reinventarsi. Microsoft non lo ha ancora fatto, per questo credo che scomparirà in 5-10 anni. A Facebook do 3 anni di vita, è una legge matematica: è accaduto con MySpace e tornerà ad accadere».

L'obiettivo della Fondazione è quello che la gente sia coscente che potrà scegliere le tecnologie del domani per determinare in quale mondo vivere. Fondamentale è essere sempre sul "chi vive" e osservare i nuovi sistemi, facendosi una domanda: chi li controlla? L'ideale sarebbe costruire sistemi che non abbiano un punto centrale di controllo. Non è un'utopia e il software libero ci dà tutti gli strumenti per farlo.

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