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Galeria, una città morta immersa nel degrado

Nella campagna romana c’è una città invisibile. Galeria è la città morta che, a 200 anni dalla sua fine, non ha ancora trovato pace. Un luogo così affascinante, ricco di storia e leggende, vittima della noncuranza e del vandalismo

Così vicina alle ultime villette di periferia che da queste parti nascono dal giorno alla notte, in mezzo a due strade frequentate come la via Braccianese e la via Cassia, Galeria si nasconde sotto una coltre di alberi e cespugli. Qui i rumori della modernità sono un ricordo, c’è solo il silenzio di una città che, si dice, nacque etrusca, fu romana e diventò potente nel medioevo.

Galeria è uno dei pochi luoghi ad avere anche un certificato di morte: c’è scritto 1809, l’anno in cui l’ultima famiglia abbandonò per sempre il borgo. Nel 1999 quest’area è stata riconosciuta “monumento naturalistico e archeologico” di interesse regionale e in quanto tale è gestita dall’ente Roma Natura, anche se è un’azienda agricola, la Pisorno, la proprietaria da quasi venti anni.

A giudicare dai sacchi di immondizia e le bottiglie sparsi un po’ ovunque intorno alle rovine, o dalla piccola discarica a cielo aperto poco prima del sentiero d’ingresso, però, non si direbbe che questa area sia soggetta a dei precisi vincoli ambientali.

A vederla oggi, è difficile credere che Galeria sia stata abbandonata “solo” 200 anni fa. Gli alberi sono cresciuti dentro le case, le piante rampicanti si sono impadronite di gran parte delle mura di cinta, soprattutto nei mesi freddi si cammina su uno spesso tappeto di foglie.

Fu la malaria a causare lo spopolamento di Galeria: alle pendici della rocca scorre l’Arrone, un affluente del vicino lago di Bracciano. Il corso d’acqua, nei mesi caldi, favoriva lo sviluppo di un ecosistema insalubre.

Dal giorno del suo abbandono, Galeria ha vissuto due secoli di furti e spogli. A cominciare dai suoi ex abitanti, che tornarono per riprendersi ciò che apparteneva loro: suppellettili di ogni tipo, ma anche travi, infissi, stipiti.

In questi arco di tempo la natura ha avuto tutto il tempo di costruire, con arte e pazienza, un sepolcro verde per la città morta.



Anche se sulla sua storia regna l’ignoranza, sono molti i romani che conoscono Galeria e la raggiungono per le scampagnate fuori porta del 25 aprile, 1 maggio o Pasquetta.

In queste giornate sembra quasi di stare a villa Borghese: comitive di amici e famiglie si stendono sui prati per il pranzo al sacco, giocano a calcio. La differenza con i parchi della capitale è che qui nessuno controlla: i guardaparco di Roma Natura si fanno vedere raramente e i proprietari se ne disinteressano. Risultato: rifiuti abbandonati ovunque, graffiti e incisioni su mura con secoli di storia alle spalle.

Soprattutto, un parco normale non è disseminato di trappole: “Lungo il perimetro della città corrono pareti a strapiombo, e non c’è alcun parapetto né un cartello che avverta del pericolo. La zona è anche piena di buche e cave: facile caderci dentro, difficilissimo uscirne. Quale scuola si assumerebbe il rischio di portare qui i bambini in gita scolastica?” Lo dice Andrea, titolare di un negozio di giochi di ruolo a Roma, uno che Galeria la conosce molto bene per averci organizzato diverse partite di gioco di ruolo dal vivo. Sono molte le associazioni ludiche della capitale che hanno eletto la città morta come meta delle proprie avventure ad ambientazione medievale-fantasy.

Difficile capire di chi sia la responsabilità, ma qualche dato oggettivo c’è. I quaranta ettari su cui si estende Galeria appartengono alla Pisorno Agricola, una società del gruppo Parmalat che possiede molti terreni in questa zona. I ruderi della città sono sotto tutela della Sovrintendenza ma il vincolo paesaggistico è responsabilità di Roma Natura. Sono tre, quindi, i soggetti che dovrebbero occuparsene.

Due dei quali, la Pisorno e Roma Natura, sono in aperta polemica. “Siamo un’azienda agricola, non possiamo fare anche i guardiani e gli spazzini- ci spiega un amministratore della Pisorno. Stefano Cresta, direttore di Roma Natura, ribatte: “Se non vogliono responsabilità possono cedere l’area, nessuno glielo impedisce. I nostri guardaparco possono vigilare, non possono fare i poliziotti in casa d’altri". Una gestione, quella di Roma Natura, piuttosto limitata: i suoi compiti sono vigilare (da fuori), avvertire, richiamare, richiedere interventi.

Eppure, non è sempre stato così. Stefano Ceccotti, con la sua associazione culturale “Aste Taurine”, ha pulito, sorvegliato e organizzato gite scolastiche a Galeria per due anni, insieme al Wwf Lazio e Italia Nostra. L’associazione, a due passi dalla città morta, garantiva una presenza sul campo che Roma Natura non si può permettere.

"Partecipammo anche al bando successivo ma senza successo, vinse un’associazione dalla parte opposta di Roma”, esordisce Ceccotti. Per il presidente di Aste Taurine, “fin quando l’area non verrà ceduta al comune di Roma la situazione rimarrà questa".

Commenti all'articolo

  • Di 3mendo (---.---.---.219) 12 gennaio 2009 12:34

    Posso dire che ci sono andato spesso, sono un giocatore di soft-air e quel luogo è perfetto per giocare, sicuramente l’abbandono regna sovrano, ma devo dire che ultimamente la situazione della pulizia sta migliorando.
    Ho visto guppi di boy scout che si sa sono puliti e decorosi, ma ho anche notato che negli ultimi tempi l’immondizia viene lasciata sempre meno, noi stessi che quando andiamo siamo sempre circa 20-25 ci preoccupiamo di non lasciare rifiuti, usando anche per i nostri fucili pallini biodegradabili che ahimè costano di più, ma non inquinano anzi concimano eh eh.

    Sarebbe bello che vista l’alta affluenza di gruppi di soft-air e di gruppi di giocatori di ruolo fantasy si destinasse l’area ad un uso ludico, ma bisogna anche responsabilizzare le persone, è un luogo obbiettivamente pericoloso, ma fa parte del suo fascino, renderlo più sicuro lo trasformerebbe i una versione edulcorata di un borghetto abbandonato. Quindi solo triste.

  • Di Federico Formica (---.---.---.15) 12 gennaio 2009 17:42
    Federico Formica

    Io sono tornato a Galeria una settimana fa, sinceramente ho visto pochi miglioramenti. E’ vero che non era più sporca di altre volte ma, ad esempio, dalla mia ultima visita (ottobre scorso) sono comparsi dei graffiti con uno spray giallo.

    La discarica a cielo aperto rimane sempre lì, anche se ho l’impressione che venga periodicamente ripulita, perché ogni volta noto che ci sono dei rifiuti diversi. E’ ovvio, comunque, che ci sono delle ditte (io credo che si tratti di aziende edili) che scaricano in un’area protetta i loro rifiuti.

    Sono contento di sapere che i pallini che usate per il softair siano biodegradabili, perché a Galeria praticamente si cammina su uno strato di foglie e pallini colorati. Ma non sono pericolosi per gli animali, se li mangiano?

    Per quanto riguarda la proposta del parco ludico... secondo me ogni idea che comporti una riabilitazione di Galeria è la benvenuta, ma come dici te: perché sia realizzabile bisognerebbe mettere in sicurezza tutta l’area. Questo significa una spesa abbastanza consistente, che nessuno ha intenzione di accollarsi.

    Eppure con un parco così bello ci si potrebbero guadagnare anche diversi soldi: basterebbe fare un investimento iniziale, dopo di che organizzare visite guidate. Ci si rifarebbe della spesa in pochi mesi.
    La grande sfortuna di Galeria è di trovarsi nel territorio del comune di Roma.

    • Di brutalityy (---.---.---.224) 1 giugno 2009 19:07

       Anche io come giocatore di Softair sono capitato a galeria è semplicemente bellissima, per rispondere alla tua domanda i pallini non recano danno ad animali in quanto se anche tu li ingerisci si sciolgono anche solo con la saliva certo non all’istante ma a lungo andare... Volevo chiedervi solo una cosa ma le gallerie che ho visto ogni tanto attraversano tutta la città nel sottosuolo??

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