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Fuxs: "La musica è espressione di libertà artistica"

Nostra intervista all’artista Alessandro Fusaro, noto come Fuxs, che ci parla della sua formazione, della sua band, dell’incontro con Vittorio Cosma, dei suoi musicisti di riferimento e delle sue canzoni. Con qualche anticipazione sul suo prossimo singolo.

Alessandro Fusaro, in arte Fuxs, 26 anni, è un cantautore e polistrumentista veronese di talento, con la musica nel sangue. A sette anni comincia lo studio del clarinetto, due anni dopo intraprende quello delle tastiere. La musica classica come palestra, poi la composizione ed il canto moderno. Consegue diversi diplomi nei Conservatori di Verona e Trento. Nel 2010 è il primo in Italia a laurearsi in Popular Music al Conservatorio “F.A. Bonporti” di Trento dove, guidato da Vittorio Cosma, ottiene l’alloro con 110 e lode. Per questo è conosciuto pure come Dottor Pop. Con la medesima brillante votazione si laurea anche, nel 2012 al termine del biennio specialistico nel quale approfondisce la musica elettronica e la video-arte, in Multimedialità e Nuove tecnologie. La sua pagina ufficiale Facebook conta duemila fan. Ad AgoraVox illustra il suo percorso, i suoi progetti e la sua musica.

Fuxs, per lei cosa significa la musica?

Per me la musica è libertà di espressione artistica; è studiare ciò che altri compositori hanno scritto in passato, ascoltare i più diversi generi di musica interiorizzando il tutto per poi creare qualcosa di nuovo attraverso le proprie idee.

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La sua vocazione per le note musicali è nata molto presto. Com’è iniziata?

È iniziata grazie a mio padre che, anch’egli da sempre appassionato di musica, mi portò a sette anni alla Banda di San Massimo e lui iniziò con la tromba mentre io con il clarinetto. Suonare assieme e affrontare le prime difficoltà con il suo costante aiuto è stato molto importante per proseguire consentendomi di essere ammesso in un secondo momento in Conservatorio.

Dalla musica classica al pop e all’elettronica… La sua musica è senza confini?

Sì, diciamo però che ci è voluto del tempo perché è bene innanzitutto soffermarsi su un solo genere, approfondirlo e poi essere curiosi per scoprire dell’altro. Sicuramente la passione per le colonne sonore ha aiutato in quanto è musica che, a conferma delle situazioni emotive da rappresentare, utilizza i più diversi linguaggi in piena libertà ma sempre con un significato.

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Quanto ha inciso nella sua formazione l’incontro con Vittorio Cosma?

Incontrare Vittorio Cosma per me è stato importantissimo perché possiede quella poliedricità e padronanza del mestiere che anche solo standogli vicino impari: è un’artista completo. Ho avuto la fortuna di stare spesso nel suo studio a Milano e lavorare insieme sui miei brani il che mi ha fatto crescere molto nella scrittura. Tuttora lo sento per pareri e confronti che sono sempre molto preziosi.

Quando è diventato realtà il progetto Fuxs e da chi è formata oggi la sua band?

Il progetto Fuxs, di fatto, è nato nel maggio 2012 da quando con la precedente band abbiamo deciso di scioglierci per far proseguire il tutto con me artista solista ma con band a seguito. L’esordio è stato nella trasmissione tv Special one – University talent che tuttora ricordo con molto piacere. Da allora ci sono stati vari cambi di formazione ma ad ora i componenti fissi sono Massimiliano Chiaretti alla chitarra, Samuele Drago al pianoforte/tastiere e Max Avesani alla batteria; tutti ottimi musicisti che stimo sia musicalmente che umanamente.

Ci può illustrare la genesi di Non sarai mai sola e di Paranoia, due canzoni che parlano d’amore?

Questi due brani sono nati in collaborazione con l’amico ed ex bassista della mia band Alessandro Avanzi dove in particolare in Non sarai mai sola io ho scritto il ritornello e inventato un nuovo arrangiamento pop/dance, mentre in Paranoia sono partito dal riff melodico del sintetizzatore per poi creare una struttura e dargli una veste armonica. Di quest’ultima sono anche autore del testo, sentivo che gli accordi che suonavo mi trasmettevano una sensazione di inquietudine e di paranoia al tempo stesso; ho trovato così spunto da quei pensieri che spesso ti fanno sentire così.

E com’è scaturita l’idea del brano techno-dance Twister?

L’idea è nata durante la progettazione della tesi di laurea in “Multimedialità e nuove tecnologie” in cui ho composto ad hoc brani con i diversi criteri e possibilità che oggi ci offre la musica elettronica. Sono quindi partito da pezzi con richiamo storico e quando dovevo rappresentare la musica elettronica dei nostri giorni ho pensato che non c’era modo migliore che comporre un brano techno/dance. In particolare, essendo il brano strumentale, ho voluto dare spazio al pianoforte nei momenti di cantabilità alternandolo con motivi suonati dai sintetizzatori. La velocità incalzante e l’ampia e diversificata forma del brano, infine, mi hanno dato ispirazione per la scelta del titolo.

Mai le idee chiare, invece, cosa rappresenta nel suo percorso musicale?

Mai le idee chiare rappresenta il mio debutto ufficiale con un singolo nel mondo della discografia, mi ha permesso di avere una prima visibilità nazionale con interviste in radio provinciali e regionali di tutta Italia. Ho avuto anche il piacere di filmare il video-clip nella discoteca Alter Ego di Verona realizzato dal team Falange Oplita.

Come tastierista ha anche avuto l’occasione di accompagnare Tricarico e Nada. Cosa si impara a contatto con cantautori come loro?

Sì, sono sicuramente occasioni da cogliere quelle di poter suonare con artisti che hanno calcato diversi e importanti palchi. Ricordo che quando cantavano osservavo entrambi in tutti i loro movimenti per vedere come interagivano col pubblico e affrontavano il palco; si impara quindi nel starci a contatto e nel vederli da vicino in un contesto nel quale interagiscono musicalmente con te. Accompagnarli, suonando le loro canzoni storiche, trasmette poi un’emozione che con qualsiasi altro interprete, seppur bravo, non renderebbe in egual modo.

Quali sono gli artisti ai quali, maggiormente, si ispira?

I miei artisti di riferimento sono i Depeche Mode per quanto riguarda l’utilizzo dell’elettronica ma anche per la scrittura in quanto Martin L. Gore, chitarrista e compositore della band, ha spesso idee che trovo molto interessanti. Per quanto riguarda, invece, il pop più tradizionale mi piace molto il Robbie Williams di fine anni ’90 e inizi 2000 mentre dal repertorio italiano ascolto spesso e volentieri l’intramontabile Lucio Battisti e per quanto riguarda il rap ho una forte stima per J-Ax, mi piace come affronta la scrittura sempre varia e ricca nei suoi testi.

Quale apporto alla musica possono offrire le nuove tecnologie?

Penso che le tecnologie oggi diano a tutti più possibilità di espressione e mi riferisco in particolare al poter produrre demo di ottima qualità anche stando a casa mentre prima era necessario spendere notevoli cifre in studio pure per realizzare poca roba. In studio di registrazione, infatti, il tempo è denaro e se non si hanno le idee chiare in partenza si rischia di perdersi nelle miriadi di possibilità che un arrangiamento può offrire. Saper utilizzare le tecnologie, per me, significa quindi poter sperimentare in piena libertà ed essere autonomo nelle scelte artistiche sui miei brani.

Di recente ha cominciato ad impartire lezioni come docente nel Veronese, all’Accademia Musica Moderna. Cosa insegna e come giudica questa nuova esperienza?

All’Accademia Musica Moderna insegno Canto moderno, Tastiere, Clarinetto e Home recording e questa esperienza è nata grazie al direttore Paolo Dal Conte che mi ha dato fiducia e mi ha assegnato le sedi di Verona e San Bonifacio (Vr). È un’ottima esperienza perché gli iscritti sono motivati e si lavora bene nel raggiungere gli obiettivi; è anche un’occasione per far “ordine mentale” in tutte le mie passate esperienze in funzione di un metodo in cui i contenuti degli insegnamenti possano essere colti al meglio dagli allievi. Nel sito www.accademiamusicamoderna.it è possibile trovare tutte le informazioni a riguardo.

Qualche anticipazione sul suo prossimo singolo?

Il prossimo singolo avrà un carattere più dance/elettronico, genere che nell’ultimo periodo ascolto molto. Per il testo, invece, ho collaborato con l’autore Angelo d’Andrea col quale è nata un’intensa collaborazione artistica, mentre per la produzione artistica ho scelto Matteo Franzan al Bass Department e per il video il fotografo/regista Zatac, entrambi ottimi professionisti del loro settore. Il titolo del brano? A passo d’uomo.

Quali progetti ha in cantiere per il futuro?

Sto continuando a scrivere nuove canzoni e, parallelamente, sto scrivendo musiche per orchestra in stile colonna sonora. Per quanto riguarda il Live con la band stiamo riprendendo in mano il repertorio in previsione di date future.

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