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Fiume, capitale europea della cultura 2020. Deve osare di più per il bilinguismo

Sulla vetrina dell'Edit,la casa editrice degli italiani di Croazia e Slovenia, situata nel bellissimo Korzo di Rijeka, si può leggere Fiume capitale europea della cultura 2020. Scritto non solo in croato ma anche in italiano. 

Evento su cui in città puntano tanto per il rilancio di questo gioiello dell'alto Adriatico, distante una sessantina di Km da Trieste. Ma a Rijeka,ufficialmente pur trovandosi la dicitura capitale europea della cultura scritta in italiano, il nome della città rimane in croato. Rijeka. Non anche Fiume. Anche se qualche cartello stradale riporta pure il nome di Fiume in italiano. Un pò come avviene a Trieste, dove Trst in centro città è impossibile leggerlo, per ottusità e miopia. Una palla al piede del secolo breve. Ma sarebbe effettivamente ridicolo leggere il nome di un evento in sloveno con il nome della città in italiano. 

 
 
A volte il buon senso dovrebbe prevalere, per andare oltre la formalità e la burocrazia. Il sito ufficiale del Comune di Rijeka contempla tre lingue, croato, inglese ed italiano. Delle insegne in italiano a Fiume ci sono, poche, ma si possono trovare.

Alcune private, altre pubbliche, come tabelloni turistici, alcune targhe collocate recentemente, altre, più antiche.
La Costituzione della Repubblica di Croazia afferma che Nella Repubblica di Croazia sono ufficiali la lingua croata e la scrittura latina.In talune comunità locali accanto alla lingua croata ed alla scrittura latina possono essere introdotte ufficialmente un’altra lingua, la scrittura cirillica, o altra scrittura, nei modi stabiliti dalla legge.
E anche che Alle minoranze nazionali è garantita la libertà di esprimere l’appartenenza alla minoranza nazionale, la libertà di utilizzo della propria lingua, della propria scrittura nonché l’autonomia culturale. La città di Fiume si trova all'interno di una regione con 55 isole e 86 porti, di cui è capitale. La Contea di Primorje-Gorski Kotar. Fiume con una popolazione di 128.624 abitanti è la terza città della Repubblica di Croazia - dopo la Città di Zagabria (790.017) e la Città di Spalato (178.102). Ma nel sito della regione "litoraneo montana" si riportano solo due lingue, la croata, ovviamente, e l'inglese. Nel palazzo del Governatore a Fiume, che si trova ora nella piazza Zanella, scritta solo in croato, pur essendo italiano, ma dedicata a Zanella perchè autonomista fiumano, secondo quel processo che vuole la valorizzazione dell'autonomismo fiumano, c'è una mostra permanente sull'antichità di questa città che riporta anche delle tabelle in italiano, altre mostre, come quella su D'Annunzio, invece, solo in inglese e croato. Anche se il titolo è pure in italiano.Ciò è un limite, riconoscere l'italiano come lingua da garantire a livello di bilinguismo sarebbe un plus per questa meravigliosa città croata che cerca di rilanciarsi in questo nuovo secolo.E sarebbe soprattutto conforme a quello spirito autonomista che la città di Fiume vuole valorizzare e recuperare. Certamente oggi se si va a guardare la questione numerica la componente italiana, pur essendo la terza comunità, è irrisoria rispetto al passato, si parla di 2500 persone.
 
Ma i diritti non vanno garantiti sulla base della quantità, se così fosse, allora l'italiano in Istria dovrebbe essere in estinzione.Lo sloveno in alcune zone del Friuli Venezia Giulia a livello di bilinguismo non avrebbe più ragione di esistere. Si tratta di una questione di radici, di pluralismo, di storia.E' vero che purtroppo il binomio Italia e Fiume per oltre vent'anni ha significato catastrofe, violenze, drammi. Dall'occupazione del tiranno D'Annunzio, con i suoi 500 giorni che hanno distrutto la città, alla dittatura fascista, dal 1924 fino alla caduta del fascismo.
Ma italiano non significa fascismo,ciò sarebbe una riduzione minimalistica della storia sconcertante oltre che ingiusto verso chi ha lottato contro il fascismo anche a prezzo della propria vita o chi ne è stato vittima o che non c'entra nulla con il fascismo.Riconoscere il bilinguismo per Rijeka in questo nuovo secolo può essere una grande opportunità per questa città, anche a livello di business,oltre che culturale e storico. Si deve osare di più e Fiume/Rijeka città capitale europea della cultura è l'occasione giusta per rilanciare anche il bilinguismo e per rilanciare il proprio spirito autonomista. Questo è l'auspicio per la Fiume di questo inizio terzo millennio.
 
mb

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