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Firenze, ex area Fiat di Novoli: arriva il ciclone Multiplex

Megacinema, super centro commerciale, maxi business. Ma per i cittadini e per la cultura, i conti non tornano 

Il ricorso al TAR è rimasta l’ultima speranza: una strada obbligata per cercare di bloccare la costruzione del nuovo Multiplex di Novoli, multisala che può arrivare a contenere fino a 2.195 spettatori in nove diverse sale. Il ricorso è stato presentato da ANEC–AGIS Toscana, Associazione che riunisce gli esercenti del settore, con Maurizio Paoli e Armando Banchi, proprietari dei vicini cinema Adriano e Flora. L’udienza è stata fissata per i primi del 2009 e la sentenza definitiva potrebbe arrivare prima dell’apertura ufficiale della multisala. L’inaugurazione del complesso, probabili gestori Medusa e fratelli Germani, è infatti prevista per Natale 2009. C’è una gran fretta di concludere il prima possibile.

Non è semplice capire come sia stato possibile concepire un complesso edilizio di tali dimensioni in piena città. Il Multiplex coprirebbe una superficie di 6.000 mq mentre altri 15-16mila sarebbero occupati da una serie di attività “accessorie”: supermercati, grandi magazzini, palestre, spazi commerciali di vario genere e un parcheggio interrato di 7.000 posti. Un centro commerciale enorme, più grande dei Gigli, con una superficie totale pari a 44.000 mq. “Un importante progetto di riqualificazione” per i nostri amministratori, ma non sarebbe più opportuno parlare di affari?

Via di Novoli, angolo via Forlanini: è qui che, a gran velocità, sta sorgendo il colosso. All’interno del Piano di Recupero dell’Ex Area Fiat, di proprietà dell’Immobiliare Novoli, che controlla la San Donato s.r.l. incaricata dei lavori. La realizzazione del “Complesso Terziario Polifunzionale” è stata approvata dal Consiglio Comunale nel luglio 2001 (segue dalla prima) e autorizzata con Dichiarazione di inizio di attività (D.I.A.) tra il 2005 e il 2006. Una DIA, come quelle che si presentano per rifare una facciata o sistemare il bagno di casa; una DIA, afferma Ornella De Zordo del gruppo consiliare Unaltracittà/Unaltromondo, che sarebbe addirittura scaduta il 20 maggio scorso, tre anni dopo la sua presentazione, come prevede la normativa regionale.

Le tappe
Luglio 2001: il Consiglio Comunale adotta la “Variante al piano di recupero dell’area ex-Fiat”. Nel 2004 la Regione Toscana, con la legge n.78, stabilisce che, per la realizzazione, la trasformazione e l’adattamento di immobili da destinare a sale cinematografiche di capienza complessiva superiore a 300 posti (è il caso del Multiplex), occorre un’autorizzazione regionale, e fissa distanze minime obbligatorie tra gli esercizi cinematografici. I multisala dovrebbero essere distanti tra loro almeno 15 km e non meno di 2 dal cinema più vicino. E vicino a Novoli ci sono ben tre cinema, il Manzoni, il Flora Atelier e l’Adriano. La stessa legge sottolinea che per salvaguardare i centri storici è importante una presenza adeguata di sale. Eppure in questi anni per i cinema storici della città c’è stata un’epidemia di chiusure. Tra alterne vicende, nel maggio 2008 l’autorizzazione viene concessa. L’assessore regionale Paolo Cocchi assicura di aver rispettato la legge. Oggi il cantiere è in piena attività, protetto da alti pannelli di legno e da sguardi indiscreti. L’accesso al pubblico, ovviamente, vietato. Per vedere da vicino cosa sta succedendo bisogna avventurarsi nelle stradine che portano agli appartamenti degli studenti universitari.

L’impatto
“Mi fai una foto anche a me?” urla da sopra un’impalcatura un operaio che mi ha visto curiosare. “Certo!”, rispondo. “Ma vieni un pò piccino!” - “Allora, lascia stare! Ma perché fai le foto?” - “Volevo solo vedere dove verrà costruito il Multiplex”, gli rispondo. “Il Multiplex? È una schifezza!”.


Calare un edificio di questa portata nel cuore di Firenze avrà delle serie ricadute su molti aspetti della vita cittadina. In primo luogo il traffico. Se il nuovo centro commerciale e la multisala attireranno un milione e mezzo di visitatori l’anno, sono queste le previsioni, cosa ne sarà della circolazione alla rotonda tra via di Novoli e via Forlanini? Per non parlare del conseguente aumento dell’inquinamento in un’area già di per sé a rischio sotto questo punto di vista. Ma ancora più gravi, se possibile, sono le conseguenze che questo edificio plurimo avrà sulla realtà economica e sociale dell’intera città.

Per far fronte alle spese e chiudere in attivo, il Multiplex dovrà raggiungere un incasso annuo di circa 5 milioni di euro, pari a 750.000 spettatori. Ma se allo stato attuale già il Warner Village, che ne conta 700.000, rappresenta un pericoloso concorrente per le sale di città, come potranno sopravvivere i cinema di Firenze se il Multiplex raggiunge il suo obiettivo?

Lo abbiamo chiesto a Stefano Stefani, gestore del cinema Colonna e direttore dei cinema Fiorella e Flora: “La prima conseguenza che prevediamo è una forte riduzione delle programmazioni, a partire dagli spettacoli pomeridiani. Una parte importante della popolazione resterà senza cinema. Infatti 180.000 biglietti staccati nelle sale fiorentine sono quelli degli anziani, ultrasessantenni, che frequentano il cinema del pomeriggio. E non si tratta di spettatori occasionali ma di clienti ‘forti’, che frequentano assiduamente le sale – continua Stefani. Questo costituisce un grave danno non solo per la vita culturale di queste persone, ma per l’intera città. Anche perché gli anziani rappresentano la parte più consistente della popolazione, con un rapporto di 250 ultrasessantacinquenni ogni 100 adolescenti. Eppure l’amministrazione comunale e regionale non sembrano interessate a questi dati”.

Per la politica di Palazzo infatti, secondo le parole dell’assessore comunale alla cultura Giovanni Gozzini, il modello Multiplex rappresenta il progresso: rivitalizzerà il quartiere e farà aumentare il numero degli spettatori. Secondo Stefani, questa è una visione miope: “Chiunque può constatare che le multisale non creano nuovi spettatori, ma li spostano e li rubano alle realtà più piccole. A Firenze il numero di quelli che vanno al cinema è fermo dal 1993, anzi è leggermente diminuito. In secondo luogo - continua Stefani - non ci sarà rivitalizzazione, ma il contrario: interi quartieri come Novoli, Careggi e Rifredi rischiano la desolazione, con la chiusura non solo dei cinema ma anche dei negozi, che non reggeranno la concorrenza con il grande centro commerciale. Quando il Flora chiuderà, ad esempio, che ne sarà di piazza Dalmazia? Diventerà un deserto lasciato al degrado e alla delinquenza”. Non c’è bisogno di tanta fantasia per trovare queste previsioni attendibili. Basta guardare all’impatto sociale ed economico che i Gigli hanno avuto sulla vita della piana.

Eppure, queste valutazioni non smuovono di un millimetro i nostri amministratori, fiduciosi nel progresso e indifferenti ai rischi mortali che corrono il cinema di qualità, il benessere dei cittadini e il commercio di prossimità. Il partito degli affari è unito: la maggioranza targata Pd va avanti, la destra ha smesso di opporsi al progetto una volta capito che andava contro gli interessi di Berlusconi (Medusa). Unica voce fuori dal coro Unaltracittà/Unaltromondo, che continua a denunciare chi ha scambiato questa città per un frutto da spremere fino in fondo, a vantaggio dei privati.

In attesa dell’esito del ricorso al Tar possiamo solo sperare che i lavori procedano a rilento, e che ci resti il tempo per un film pomeridiano in una sala di periferia.
(di Floriana Pagano e Giada Tognazzi).

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.23) 18 novembre 2008 12:12

    ieri hanno sigillato il cantiere, mio marito e’ rimasto senza lavoro.
    grazie.
     

  • Di (---.---.---.228) 18 novembre 2008 15:25

    mi spiace signora, ma deve piuttosto chiedere ragione ai datori di lavoro di suo marito, che, a quanto pare, hanno deciso di costruire senza i permessi necessari tutto quel ben di dio...

    ecco come repubblica ricostruisce la vicenda:

    Primo dubbio, la proprietà. La più vasta operazione urbanistica di Firenze, quella in atto sull´area ex Fiat, è opera di una società - la Immobiliare Novoli - di cui non è nota la proprietà.
    Quando fu costituita, nel ´97, era 100% Fiat. Ma quasi subito parte delle quote passarono di mano. Oggi sono così suddivise: 25% Cassa di Risparmio di Firenze, 16,67% Sansedoni (la immobiliare di Monte dei Paschi di Siena), 8,33% Banca Toscana, 20% Kbc (la terza banca belga), 30% Novoli Investors (joint venture fra Kbc e «investitori istituzionali internazionali»). Del socio di maggioranza della Immobiliare Novoli, la Novoli Investors, non si sa chi siano i componenti, né la provenienza dei loro capitali. Dopo l´ingresso, nel ?98-´99, delle banche italiane e di Novoli Investors, al vertice della società si succedono due esponenti del Pci-Pds-Pd e di Mps: l´ex senatore Silvano Andriani e l´ex sindaco di Colle Val d´Elsa Marco Spinelli. Ora il presidente è Mario Marinesi, già alto dirigente di Crf. Ornella De Zordo ha chiesto di conoscere, «per elementari principi di trasparenza», «chi sta trasformando in modo così profondo e pesante un´area ritenuta strategica della città», ma ha ricevuto una risposta del tutto insoddisfacente.
    Secondo dubbio. Il 15 ottobre 2001 il consiglio comunale approva la variante al Piano di recupero dell´area ex Fiat. Non sono pervenute osservazioni, il quartiere 5 e la Regione hanno sollevato modesti rilievi. La variante passa a maggioranza. L´assessore Biagi sostiene che quello approvato è un «Piano urbanistico attuativo», in forza del quale la proprietà può avviare i lavori in base a una semplice Dia (Dichiarazione di inizio di attività), senza bisogno di presentare un ulteriore progetto per ottenere il permesso di costruire. Ma fra le carte allegate alla variante è stato rinvenuto, per quanto riguarda il multisala e il centro commerciale, soltanto uno schizzo, senza «precise disposizioni volumetriche (piante e sezioni quotate), tipologiche (tipo edilizio e prospetti), formali (soluzioni architettoniche, materiali...), costruttive (soluzioni strutturali)»: ragion per cui - ha scritto Ornella De Zordo nel suo esposto alla magistratura - non si è in presenza di un piano attuativo, né sarebbe stato possibile avviare i lavori con una Dia. La consigliera censura anche il responsabile del procedimento, l´architetto Gaetano Di Benedetto, per aver attestato che «lo strumento urbanistico attuativo» conteneva «precise disposizioni planivolumetriche, tipologiche, formali e costruttive», di cui però non si è trovata traccia.
    Terzo dubbio. La Dia, divenuta esecutiva il 9 giugno 2005, è scaduta tre anni più tardi, cioè il 9 giugno 2008. Quindi i lavori si sarebbero dovuti fermare. Così si afferma nell´esposto, così ritiene la procura. Il Comune, al contrario, fa decorrere la scadenza dall´inizio dei lavori.
    Quarto dubbio. Le volumetrie risulterebbero eccedenti rispetto a quelle dichiarate.
    Quinto dubbio. L´autorizzazione regionale alla multisala, rilasciata dalla Regione il 15 maggio 2008, è oggetto di un ricorso al Tar dell´Agis e dei titolari dei cinema Adriano e Flora, secondo i quali essa contrasta con la legge regionale perché si basa su un trasferimento di posti-cinema (l´Italia e l´Aldebaran, non più in esercizio) in una provincia già satura e con oltre 3000 posti eccedenti.
    «A nostro avviso - scrive Maurizio Paoli, presidente dell´Anec (Associazione nazionale esercenti cinema) di Firenze - il sequestro del multiplex deve costituire oggetto di attenta riflessione e di severa autocritica per l´assessore all´urbanistica, architetto Gianni Biagi, e per quegli esponenti politici che hanno sostenuto la totale regolarità dell´intera operazione. Troviamo preoccupante che in una città come Firenze e in una regione come la Toscana per ottenere il rispetto delle leggi si sia costretti a ricorrere alla via giudiziaria».

  • Di Tommaso Grassi (---.---.---.235) 21 novembre 2008 13:20

    Multiplex di Novoli, Verdi: “Le multisale sono solo scuse per nuovi centri commerciali, necessaria una moratoria per legge”. Tommaso Grassi e Luca Ragazzo rivelano il progetto dettagliato dal sito www.larrysmith.it

    I Verdi di Firenze e della Toscana hanno presentato oggi in una conferenza stampa il progetto dettagliato del nuovo complesso Multiplex di Novoli (il cui cantiere è stato recentemente sequestrato dalla Magistratura), unitamente ad una proposta di legge regionale a prima firma del Consigliere dei Verdi Fabio Roggiolani, che propone una moratoria di 5 anni per nuove multisale in Toscana.

    “Oggi siamo in grado di presentare il progetto dettagliato del Multiplex solo perché siamo andati a trovarcelo nel sito www.larrysmith.it, ovvero il sito di un’azienda di consulenza nel settore dei centri commerciali di cui si è servita la società San Donato Srl proprietaria dell’area e promotrice dell’intervento urbanistico – affermano il Capogruppo in Consiglio Provinciale Luca Ragazzo e il Consigliere del Quartiere 5 nonchè Portavoce Provinciale dei Verdi di Firenze Tommaso Grassi.

    “Infatti – proseguono Grassi e Ragazzo – mai i Consiglieri di competenza hanno potuto discutere in Consiglio di questi dettagli: anzi, la San Donato srl ha presentato all’Amministrazione Comunale un progetto assolutamente generico e minimale, che non rende affatto l’idea delle reali intenzioni in campo”

    “Quello che si evince, è una netta preponderanza della dimensione commerciale: di fatto, con la scusa della multisala cinematografica, si realizzano centri commerciali mascherati in deroga alle leggi regionali sul commercio.”

    “Questo è il motivo per cui i Verdi della Toscana hanno appena depositato una Proposta di Legge regionale per una moratoria di 5 anni per nuove multisale in Toscana” – attaccano il Portavoce dei Verdi della Toscana Mauro Romanelli e il Consigliere regionale dei Verdi Fabio Roggiolani, primo firmatario della Proposta di Legge.

    “Ci siamo resi conto infatti – proseguono Romanelli e Roggiolani – che le multisale, oltre ad avere l’effetto di per sé negativo di far chiudere le sale cinematografiche diffuse sul territorio, sono di fatto centri commerciali mascherati”.

    “Inoltre, dalla Multiplex di Novoli ai casi di Prato ed Arezzo, la multisale in Toscana si sono regolarmente accompagnate ad inchieste giudiziarie e malaffare: è ora quindi di dare un taglio netto”

    Tommaso Grassi, Luca Ragazzo, Mauro Romanelli, Fabio Roggiolani

    Info: Tommaso Grassi 3292250819
    Luca Ragazzo 3285664170

    P.s. Penso che sia necessario non dimenticare e non lasciare senza risposta coloro che dal blocco e sequestro dei cantieri hanno smesso di lavorare. per loro dovrebbe essere prevista la cassa integrazione e comunque devono aprire una lotta con il datore di lavoro, che una volta bloccato il cantiere del Multiplex potrebbe andare avanti nel resto dell’intervento dell’area ed impiegare negli altri cantieri dell’Ex-Fiat più lavoratori. No? Comunque disponibile ad affrontare la vicenda dal punto di vista di coloro che dal sequestro stanno rischiando il posto di lavoro. Tommaso Grassi
     

    • Di Barbara (---.---.---.228) 21 novembre 2008 13:26

      e anche i verdi alla fine si resero conto che stavano facendo un centro commerciale... dopo mesi di lotta isolata dei gestori di cinema e della consigliera de zordo
      benvenuti! ma a quando una presa di posizione politica e l’addio alla giunta domenici?
      solo e sempre portatori d’acqua?
      con poca o punta stima
      barbara

  • Di Marchino (---.---.---.28) 8 aprile 2009 23:47

    Sarebbe ora di finirla di osteggiare qualunque tipo di cambiamento in questo Paese e in questa città.
    Dove ci sono gli attuali cinema cosa c’era 50 o 100 anni fa? Bisognava opporsi alla loro costruzione allora? E’ meglio che si costruiscano multisale, centri commerciali e palestre lontano dai centri abitati invece di rivitalizzare le periferie? Forse ci si merita di tenerci delle brutture come l’ex stabilimento FIAT in bella mostra a ricordarci la nostra imbecillità ed ottusità......

    • Di (---.---.---.187) 27 settembre 2009 13:41

      Cento anni fa in piazza Dalmazia c’era il cinema Flora, sono daccordo con te Marco, costruiamo le Multisale e i centri commerciali lontane dai "centri abitati" Appunto!!!! Novoli è in un centro abitato se non te ne sei accorto e fa parte del quartiere 5 RIFREDI. Pensa prima di dire cavolate.

    • Di (---.---.---.187) 27 settembre 2009 13:47

      non si puo pensare di rivitalizzare una periferia come Novoli, già caotica di suo con un altro centro commerciale e un’altro Multiplex a discapito delle altre periferie Cinema centri commerciali naturali ecc. ecc. sarebbero costretti a chiudere per favorire una speculazione edilizia abusiva, Vergognati Marchino, tu sei l’ottuso a voler concentrare tutto su di Novoli e fare diventare l’intera città un dormitorio!!!

  • Di Ornella De Zordo (---.---.---.228) 28 settembre 2009 09:42
    Abbiamo fatto questa proposta, speriamo possa tornare utile alla città
    Ornella

    Il Multiplex si trasformi in Casa delle culture

    Il Comune acquisti l’edificio con le risorse regionali. Questa la proposta avanzata con una interrogazione.

    Trasformare il Multiplex ed il centro commerciale di Novoli in un polo culturale comprendente una Casa delle culture, una cineteca, spazi aggregativi e sale prova per giovani artisti e quanto arriverà dalla progettualità diffusa dei cittadini e delle associazioni del territorio. Si tratta di un vero e proprio polo di sperimentazione artistica, quanto proposto da Ornella De Zordo di perUnaltracittà con un’interpellanza al sindaco Matteo Renzi. Con questo atto la capogruppo lancia l’idea di far acquistare dal Comune l’edificio utilizzando i fondi regionali già disponibili e quindi cambiare destinazione al manufatto attualmente destinato a Multiplex e centro commerciale.

    «E’ una proposta forte - ha dichiarato Ornella De Zordo - Considerata al momento irrealistica la pur auspicabile ipotesi di demolizione della struttura, la nostra idea intende stabilire comunque un principio di legalità ineludibile specialmente in una città con la storia e la tradizione di Firenze. Chi non rispetta le leggi - ha sottolineato la capogruppo - ricordando che il cantiere è sequestrato dalla magistratura dal 17 novembre 2008 per presunte irregolarità e violazioni delle norme edilizie - non merita nessun premio e nessuna sanatoria.»

    «Il progetto di una Casa delle culture è un progetto essenziale per tutta la città, soprattutto in una zona, come quella del polo universitario, ricca di giovani e povera di strutture di tal genere – ha continuato De Zordo - Firenze ha bisogno di spazi creativi per rinascere culturalmente, e questa proposta è un banco di prova per chi, come il sindaco Renzi, punta su un nuovo “rinascimento fiorentino”».
     
    E’ opportuno ricordare la storia dell’affaire Novoli. PerUnaltracittà è stata la prima a seguire - appoggiando la battaglia dell’Associazione nazionale esercenti cinema (Anec) e del suo presidente Maurizio Paoli - la vicenda urbanistica legata alla costruzione del Multiplex. Nel settembre del 2008 ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica dopo aver avanzato in Consiglio comunale diverse interrogazioni segnalando varie irregolarità. Il sequestro del cantiere ha dato nuovo vigore al dibattito sorto in città portando alla creazione di un’ampia e trasversale convergenza delle forze politiche, culturali e sociali sulla dannosità della nascita di un nuovo multiplex (e di un mega centro commerciale) nel territorio comunale, che porterebbe alla sicura chiusura i cinema di quartiere superstiti con grave impoverimento della vita culturale e sociale dell’intera città.

    Preme sottolineare che il Consiglio comunale il 21 aprile scorso ha bocciato la proroga dell’intero Piano di Recupero dell’area ex- Fiat di Novoli, ribadendo la contrarietà al Multiplex, decisione che conferma la mozione 365 approvata all’unanimità dal Consiglio Comunale il 1° luglio 2002 e la delibera 50042 approvata all’unanimità dal Consiglio di Quartiere 5 il 29 luglio 2002, nelle quali si esprimeva la netta contrarietà all’edificazione del Multiplex.
     
    La proposta di abrogazione della vigente legge regionale sull’apertura delle sale cinematografiche, approvata dalla Giunta Regionale il 6 luglio 2009,  che affida l’intera potestà autorizzatoria ai Comuni non sarà l’ennesimo tentativo di sbloccare la situazione a favore dei costruttori?

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