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Fincantieri C/mare. Un enigma sociale

"Un rebus avvolto dal mistero chiuso dentro ad un enigma".

Parafrasando Winston Churchill, sembra proprio essere un enigma la soluzione della bomba occupazionale che sta per esplodere a Castellammare di Stabia, nonostante le proteste dei lavoratori proseguono ininterrotte da quattro giorni.

 

La giornata degli operai Fincantieri è iniziata all'alba con l'interruzione della statale sorrentina, ed è poi proseguita con un corteo di protesta partito alle 11 dai cancelli del cantiere navale, attraversando le vie cittadine.

L'Ascom stabiese ha indetto per tutta la giornata odierna una serrata di protesta da parte di tutti i commercianti in segno di solidarietà con i lavoratori e con le circa duemila famiglie interessate dal piano di ristrutturazione voluto dall'amministratore delegato Giuseppe Bono.

Dopo le richieste nei giorni scorsi da parte del sindaco stabiese Luigi Bobbio di inviare nella città delle acque l'esercito, nel timore di infiltrazioni camorristiche a seguito delle devastazioni e degli atti vandalici che hanno interessato martedì scorso palazzao Farnese, oggi al corteo cittadino ha partecipato in rappresentanza dell'amministrazione comunale l'assessore con deleghe ai tributi, all'igiene e sanità Giovanni De Angelis.

A parte qualche manifesto attaccato sui muri cittadini, non possiamo fare a meno di sottolineare la completa assenza di qualunque rappresentanza di opposizione, segno dell'indifferenza e della completa incapacità della politica stabiese di condividere una esperienza finalizzata alla ricerca di soluzioni comuni e condivise.

Non bastano le retoriche rassicurazioni del ministro del lavoro Sacconi, e non basta la fissazione per il 3 giugno dell'incontro tra Federmeccanica, sindacati e Ministero dello Sviluppo Economico per tacitare una lotta che sembra avere tutte le premesse per portare ad un caos sociale senza precedenti.

Le preoccupazioni del sindaco Bobbio non ci sembrano però campate in aria - basti pensare che questa è la città nella quale nel febbraio 2009 è stato ucciso il consigliere comunale Gino Tommasino, sollevando i coperchi delle fogne e facendo uscire tutto il merdaio di anni di mala politica e di infiltrazioni camorristiche, e che ha costretto il Prefetto di Napoli all'invio della commissione di accesso, la cui relazione finale è ancora oggi top secret.

Quelle del sindaco sono le stesse preoccupazioni che assillano anche tanti commercianti onesti che vedono nella crisi del cantiere navale il pericolo di una recrudescenza criminale che potrebbe colpirli con richieste di estorsioni e vessazioni di ogni tipo.

Con questo però non vogliamo assolutamente cadere nel tranello di assimilare la legittima protesta di lavoratori preoccupati per il loro avvenire, e quello delle loro famiglie, alla manovalanza criminale.

Oggi in strada non c'erano dei criminali, non c'erano vandali o devastatori, non c'erano barbari invasori, ma tante facce pulite e oneste di gente che chiede solo di poter continuare a lavorare.

 

Persone che sfilavano dignitosamente per avere un'altra opportunità, per non farsi schiacciare dalle logiche di profitto e di potere, per non crollare moralmente come sta invece crollando la stessa urbanistica cittadina.

 Nonostante tutto vedendo quei volti, quelle espressioni, e acoltando quelle grida - Lavoro Lavoro, quegli operai mi sono sembrati soli, mi sono sembrati esser stati lasciati soli.

Nonostante la serrata dei commercianti, la maggioranza di essi non ha sfilato in corteo, sono mancati i giovani, gli studenti, i professionisti, insomma la classe media.

Sono queste le classi sociali che bisognerebbe coinvolgere, perchè quando è una comunità intera ad essere colpita tutti devono sentirsi coinvolti, e non sottrarsi, nascondersi, allontanarsi dal contesto sociale in cui si vive.

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