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Fiat: 30 mila lavoratori in Cassa Integrazione, il Governo: scelta dell’azienda è inopportuna

Stop di due settimane di tutti gli stabilimenti FIAT Auto, dal 22 febbraio al 7 marzo, è questo l’annuncio dell’amministratore delegato del Lingotto Sergio Marchionne. La Cassa Integrazione coinvolgerà circa 30mila lavoratori degli stabilimenti di Mirafiori, Melfi, Termini Imerese, la Sevel, Cassino e Pomigliano.

Fiat: 30 mila lavoratori in Cassa Integrazione, il Governo: scelta dell'azienda è inopportuna

Il ministro dello Sviluppo: la decisione dell’azienda di avviare la cassa integrazione non è opportuna. Proprio in questi giorni – ha affermato il Ministro Scajola - stiamo affrontando la delicata vicenda di Termini Imerese e del piano complessivo della Fiat in Italia, ecco perché questa rapida decisione dell’azienda di annunciare l’avvio della cassa integrazione per tutti gli stabilimenti, mi pare non opportuna. Mi auguro che si possano riannodare le fila per una trattativa proficua per la Fiat, per l’Italia e per i lavoratori”.
 
“Che a gennaio ci sia il calo delle immatricolazioni è inevitabile – ha proseguito il Ministro – tanto più dopo una serie di incentivi significativi che ci sono stati. Non c’è dubbio che gli incentivi siano un fenomeno che turba l’andamento normale del mercato, tant’è vero che stiamo pensando di farlo per un periodo limitato, con cifre meno consistenti, in modo che si arrivi ad esaurire il percorso degli incentivi, insieme ad un rinnovato parco auto nel nostro Paese. Mireremo i prossimi incentivi - ha concluso il Ministro - sempre sul piano della sicurezza e della diminuzione delle emissioni, che renderemo ancora più stringenti e cercheremo di allargare ad altri settori dell’automotive, rimasti esclusi precedentemente e che continuano a soffrire la crisi”.
 
La decisione presa dai vertici del Gruppo di Torino ha scatenato le critiche dei sindacati.
 
Bonanni: qualcuno lo chiamerebbe un ricatto. “La decisione di mettere 30 mila lavoratori in cassa integrazione per due settimane tra un incontro e l’altro con il sindacato è un modo singolare di procedere. Qualcuno lo chiamerebbe un ricatto”, così il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, ha commentato l’annuncio della Fiat di mettere in cig i lavoratori per due settimane alla vigilia dell’incontro con i sindacati del 29 gennaio. ’’Ci siamo visti prima di Natale - ha detto Bonanni - e abbiamo un incontro il 29. Tra un incontro e l’altro ci fa trovare 30 mila cassa integrati. E’ un modo singolare, lo ripetiamo, qualcuno lo chiamerebbe un ricatto”.
 
Cgil: volontà di pressione. “La scelta della Fiat di annunciare la cassa integrazione, per lavoratori di tutti gli stabilimenti, tre giorni prima il tavolo di confronto sullo stabilimento di Termini Imerese, previsto per venerdì prossimo al ministero dello Sviluppo Economico, dimostra l’indifferenza dell’azienda a positive relazioni tra le parti”. E’ quanto afferma Susanna Camusso, segretaria confederale della CGIL.
Secondo la dirigente sindacale: “Fiat sa bene che l’incontro di dopodomani non può che inquadrarsi nella discussione più generale sul piano industriale e sulla Fiat in Italia. Proprio per questo poteva aspettare l’incontro del 29 per annunciare la sua decisione, discutendone le ragioni e le eventuali misure. Il tempo c’era, la fretta e le modalità indicano, invece, una volontà di pressione per mantenere politiche di incentivi senza vincoli e senza una relazione con quanto avviene negli altri Paesi”.
 
Dall’inizio, ricorda Camusso, “avevamo detto che politiche di incentivi ‘drogano’ la domanda, ma non determinano un’effettiva ripresa. Il tema vero sulla produzione delle auto deve, invece, riguardare: l’innovazione, le nuove alimentazioni e la sostenibilità; la distribuzione dei volumi produttivi di Fiat e l’aumento della produzione in Italia; garanzie per il futuro degli stabilimenti e dell’occupazione. Questi rimangono per noi i vincoli per un’eventuale politica di incentivi oltre che il centro della discussione sul piano industriale”.
 
Infine, conclude la segretaria della CGIL, “resta poi evidente che il futuro industriale nei due stabilimenti del sud rimane per noi centrale, a partire da una soluzione industriale vera per Termini Imerese in grado di mantenere l’occupazione diretta e indiretta. Fiat non può pensare che una volta annunciato il problema le sue responsabilità passino in capo ad altri”.
 
Continuano le proteste delle tute blu davanti ai cancelli della FIAT di Termini Imerese, mentre 13 dipendenti della Delivery Email sono al loro nono giorno di mobilitazione su uno dei capannoni dello stabilimento. Ieri, operai, familiari e residenti di Termini hanno manifestato la loro solidarietà e il loro sostegno alla vertenza, bloccando l’ingresso degli automezzi, interrompendo così la produzione.
 
A Pomigliano d’Arco questa mattina, corteo tra le strade cittadine degli ex lavoratori della FIAT, che hanno protestato contro il mancato rinnovo dei 36 contratti. Dopo numerosi e vani tentativi per la convocazione di tavoli di discussione richiesti all’azienda, dai sindacati e dalle istituzioni, i lavoratori ieri hanno nuovamente occupato l’aula consiliare di Pomigliano.

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