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Festival del Giornalismo: il valore dell’informazione è raccontato dai media

Resoconto dei briefing, analisi e dibattiti svolti sulle principali questioni che riguardano il mondo dei media (nella foto: Harper Reed e gli studenti dell'Università di Urbino)

Il "best of" all'insegna della qualità informativa e della varietà dei contenuti ha acceso e infervorato l'evento mondiale dedicato all'informazione.

Ne ha dato piena prova il gruppo di studenti dell'Università di Urbino che ha deciso di trascorrere tre giornate (25, 26 e 27 aprile) alla settima edizione del Festival del giornalismo, cogliendo l'occasione più propizia per inserirsi tra gli “atelier” allestiti sull'analisi dei media e della comunicazione politica. Del resto, per chi mastica giornalismo e studio dell'opinione pubblica quotidianamente non poteva esserci momento migliore per sperimentare l'attinenza delle discipline affrontate nei rispettivi dipartimenti accademici.

L'équipe di ventiquattro studenti partiti da Urbino, provenienti dalle aree di scienze politiche e di scienze della comunicazione, ha dato un'ottima prova di coinvolgimento all'interno dei numerosi spazi tematici curati dalla manifestazione.

D'altro canto, Perugia ha confermato la capacità di rispondere all’importante ruolo di piattaforma internazionale per quanto concerne la coordinazione di rassegne ispirate alle numerose voci d’attualità; senza ombra di dubbio, l’atmosfera eclettica del capoluogo umbro riesce perfettamente a congiungere le iniziative di carattere multimediale e specialista con i contenuti attinenti alle principali contingenze sociali e politiche.

Non sono dunque mancati gli esperti di calibro internazionale, come l’ingegnere Harper Reed, il guru informatico che ha gestito la campagna presidenziale 2012 di Obama.
 
Durante il suo keynote speech tenuto alla Sala dei Notari, Reed si è soffermato sull’importanza del web nell’ottica di risparmio delle risorse durante una campagna elettorale. Sotto la stessa chiave di lettura, non è stato sorprendente apprendere dallo stesso “hacker buono” (come più volte si è autodefinito) che in Italia il fenomento del Movimento cinque stelle sia stato sottovalutato proprio nell’aspetto relativo alla progressione della comunicazione politica in rete.

Passando alle questioni di rilevanza internazionale, tra i tanti meeting si è contraddistinto, sia per il peso politico che per i contenuti affrontati, l’appuntamento dedicato alla questione israelo-palestinese, a cui hanno partecipato Zouhrir Louassini di Rai News, Ahmad Rafiq Awad dell’Università al-Quds, Meron Rapoport di Channel 2, Gigi Riva dell’Espresso e Alessia Schiaffini di Rai 3. Intorno alla storica decisione dell’Onu di annettere la Palestina in qualità di Stato osservatore non membro, i relatori si sono confrontati sui possibili sviluppi legati all’implementazione dell’unica e ormai inevitabile soluzione, riassumibile nel paradigma di “due popoli e due Stati”.

Non sono inoltre mancati gli incontri specialistici sulle tecniche e sugli approcci metodologici del fare giornalismo. Con l’aiuto di Anna Tonelli, docente di Storia contemporanea e Storia del giornalismo presso l’Università di Urbino, i due esegeti dell’informazione Gigi Riva e Michele Smargiassi hanno dedicato agli studenti un “briefing all’aperto” improntato sull’attendibilità ingannevole della fotografia come fonte di rappresentazione della realtà. Sempre grazie alla professoressa Tonelli, gli studenti hanno colto l’opportunità di incontrare Giuseppe Smorto, condirettore dell’edizione online di Repubblica.it.

Sullo stesso format si è svolta la conversazione all’aperto con il professore Vittorio Pasteris, esperto di editoria e comunicazione multimediale. L’attenzione della discussione, spostata sul circuito contorto tra web e democrazia, ha acceso uno scambio di idee sull’evoluzione del Movimento cinque stelle e sul contributo dei due “babbi”, Grillo e Casaleggio, sull’organizzazione contemporaneamente verticale e partecipata del neonato network politico.

Sempre all’insegna di un profilo di confronto informale, decisamente interessante e ricco di spunti è stato il ritrovo serale previa aperitivo con Steffen Konrath, direttore del progetto Liquid Newsroom, e Antonio Casilli, professore associato di Digital Humanities presso il Paris Institute of Technology (Paris Tech). Insieme ai due esperti di relazioni digitali il gruppo di studenti ha affrontato le tante sfaccettature pertinenti al citizen journalism e al nesso indissolubile legato alla simultaneità delle notizie e alla qualità dell’informazione.
Tra gli altri incontri degni di citazione, è opportuno segnalare l’interessante pranzo avuto con il professor Giovanni Ziccardi, giurista e autore della pubblicazione “Hacker. Il richiamo della libertà” e l’avvocato Matteo Jori, entrambi osservatori dell’Osservatorio Europeo sulle Tecnologie e i Diritti Umani.

A margine di tutti gli incontri e degli speech realizzati, va chiosata una valutazione negativa per quanto riguarda la conferenza stampa del 27 aprile. L’idea iniziale di costruire un punto di raffronto critico e partecipato sui vari fatti d’attualità è stata disillusa dall’esecuzione di un cabaret pseudo-comico che, nel peggior stile italico, non ha offerto contenuti pregevoli, se non quello di dissacrare in maniera irriverente gli interventi del pubblico. Si è persa più di un’occasione, verrebbe da dire.

In conclusione, il bilancio della due giorni può sinteticamente ritenersi positivo. Come asseriva in una delle sue massime François de La Rochefoucauld: “Per conoscere bene le cose, bisogna conoscerne i particolari; e siccome questi sono quasi infiniti, le nostre conoscenze sono sempre superficiali e imperfette”. Non limitarsi alla superficialità dell’evento, ma cercare in maniera costante la verità interpretativa.

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