Ferrara e Minzolini: censuratemi se potete
"Non pretendo tanto e non sono in clandestinità, non trasmetto in un paese occupato, però questo piccolo spazio che professionalmente voglio occupare, anche in nome del servizio pubblico, quindi nell'interesse di tutti coloro che mi guardano, può essere usato per riflettere tutti insieme su un paese strano. Io non faccio guasconate, io sono un normale giornalista, sono un cittadino di questo Paese e ho un temperamento e una certa libertà di tono. Sono schierato, direi che sono schierato (...) io sono un po' schierato, lo confesso, cioè penso che il paese ha una storia e che dentro questa storia bisogna essere con sincerità, con rispetto per gli altri, chiari nel rappresentare ciò che si pensa".
Una trasmissione di appena una manciatina di minuti che fa guadagnare ogni sera ben oltre 3mila euro al conduttore.
Tremila euro a sera per una trasmissione senza senso. Che non aggiunge nulla all'Informazione. Almeno, a quella con la "i" maiuscola. Una trasmissione che sembra la lunga mano del premier Silvio Berlusconi proiettata oltre le reti televisive private di cui è proprietario.
L'occupazione di uno spazio che dovrebbe essere "pubblico" e che invece diviene privato. Privato nel senso dell'utilizzo intrinseco dei contenuti e privato di qualsiasi contenuto informativo condivisibile.
Uno spazio che costa ai telespettatori centomila euro al mese. Ed i telespettatori, sono quelli chiamati a pagare quel canone scandaloso evaso dalla maggior parte degli ambienti politici. Persino Berlusconi dichiarò che "non deve essere pagato".
Sicuramente abbiamo uno strumento democratico che si chiama "telecomando" attraverso il quale possiamo decidere se seguire o meno un inutile tiritera spesso perfino sgrammaticata o addirittura farcita da paroloni che non hanno alcun senso.
Ma il dato di fatto è che i fruitori del cosidetto "servizio pubblico" si ritrovano a patire la contraddizione di un servizio che pubblico non è più da tempo immemore, visto l'utilizzo che se ne fa. E' nota ad esempio, l'abitudine del Direttore del Tg1 - peraltro sotto inchiesta per peculato, abuso d'ufficio e mancato adempimento di una ordinanza del Giudice che prevedeva l'immediato reinserimento al lavoro della giornalista Tiziana Ferrario - di trasmettere dei redazionali a solo uso e consumo diciamo..."interno".
Sono molti i telespettatori italiani che non apprezzano "Qui Radio Londra" ma che devono subirlo o al limite scegliere di cambiare canale. Democraticamente.
Il canone, dovrebbe essere un contributo da versare affinché il servizio pubblico televisivo possa svilupparsi verso contenuti sempre migliori. E non certo per dare spazio a personali visioni delle cose e dei fatti senza un minimo di indipendenza dal governo in carica.
Più che continuare a parlarne in questo articolo, preferisco "regalarvi" alcuni video che riprendono Giuliano Ferrara in alcune sue "esternazioni" degli ultimi tempi ed un video di un editoriale di Minzolini al Tg1
E fare una cosa che sento profondamente: mi dissocio pubblicamente da certi "colleghi". Che forse potranno "censurarmi" se il Ddl anti intercettazioni verrà approvato così come vorrebbe la maggioranza di Governo. In quel caso, farò in modo che la libertà di Informazione e di pensiero possa in ogni caso essere rispettata. I metodi di certo non mancano.
Buona visione e buona riflessione.
VIDEO:
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Un articolo apparso su "Sicilia Informazione" su Ferrara e Minzolini
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