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Europarlamentari sulla libertà di religione: “Difendere i diritti dei non credenti”

A cura dell’Uaar la traduzione dell’articolo dell’Iheu, relativo all’appello rivolto dall’europarlamentare socialista olandese Dennis de Jong a Federica Mogherini, in qualità di Alto rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari esteri e la politica di sicurezza e vice-presidente della Commissione Europea. Scritta per conto del nuovo Intergroup on Freedom of Religion or Belief and Religious Tolerance — gruppo formato da parlamentari di diversi ispirazione politica, religiosa, esistenziale e attivo per la tutela delle minoranze religiose e non — la lettera chiede all’Ue di attivarsi per la difesa dei diritti dei non credenti nel mondo. In calce anche la traduzione dell’appello in italiano. Un segnale importante da parte del Parlamento europeo per la difesa dei diritti, che speriamo porti le istituzioni a impegnarsi attivamente.

europa

Il co-presidente dell’intergruppo europarlamentare sulla libertà di religione o credenza e per la tolleranza religiosa ha lanciato un appello per un maggiore riconoscimento dei diritti dei non religiosi, nel contesto della “libertà di religione o credenza”, che sono sempre più violati in molti stati.

L’intergruppo è un raggruppamento trans-partitico di deputati del Parlamento Europeo che sostiene e promuove i diritti tutelati dall’Articolo 18 sul fronte delle “azioni esterne” (ovvero fuori dal contesto internazionale dell’Ue) dell’Unione Europea. La lettera è stata scritta con il supporto dell’International Humanist and Ethical Union (Iheu) e della European Humanist Federation (Ehf) [organismi internazionali di cui l'Uaar fa parte, NdR] e prende spunto dalla Freedom of Thought Report dell’Iheu come fonte principale di evidenze.

La lettera indirizzata a Federica Mogherini, Alto rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari esteri e la politica di sicurezza e vice-presidente della Commissione Europea, è una risposta alla crescente ostilità verso le persone non religiose e un appello all’Ue per promuovere i loro diritti nel mondo.

Il co-presidente dell’intergruppo, il deputato Dennis de Jong, ha delineato la situazione dei non credenti, scrivendo:

“È fondamentale che sia fatto di più per lottare contro la persecuzione dei non credenti nel mondo. Molti dei problemi che affrontano sono simili a quelli delle minoranze religiose. Le leggi sull’apostasia e la blasfemia vengono usate per marginalizzare e demonizzare sia le minoranze religiose sia quelle non religiose.

La lettera (disponibile in pdf sul sito dell’intergruppo) inoltre fa specifiche raccomandazioni pratiche, inclusa la richiesta che l’Alto rappresentante cerchi di implementare le linee guida dell’Ue sulla libertà di religione e credenza del 2013 e lavori con i pochi gruppi organizzati che rappresentano i non credenti, inclusa l’Iheu.

Sonja Eggerickx, presidente dell’Iheu, ha commentato:

Accogliamo in maniera davvero positiva questa iniziativa dell’intergruppo. Non è solo gradito, ma essenziale, che le istituzioni europee, oltre a quelle internazionali che difendono i diritti umani, riaffermino in senso positivo i diritti degli atei, degli umanisti e di quelli che semplicemente non hanno una religione. Ci deve essere consentito di esprimere dissenso verso la religione e di affermare i nostri valori e la nostra visione del mondo, senza timore di essere marginalizzati o subire repressioni dagli stati. L’assenza di religione non deve essere considerata come secondaria rispetto alla vera e propria “libertà religiosa”. La libertà di pensiero, di coscienza o di religione è unica e uno stesso diritto per tutti.

Pierre Galand, presidente della Ehf, ha commentato:

Vorrei ringraziare l’intergruppo per il suo impegno a favore dei diritti di tutti, credenti e non credenti, nel mondo. Vorrei anche sottolineare che l’abolizione delle leggi contro la blasfemia in vigore negli stessi stati membri dell’Ue assicurerebbe politiche più coerenti ed efficienti all’esterno e all’interno da parte dell’Ue su tale questione.

Riportiamo di seguito il testo in italiano della lettera inviata all’Alto rappresentante Mogherini:

Dennis de Jong
Membro del Parlamento europeo
Membro della Commissione sul controllo del bilancio
Membro della Commissione sul mercato interno e per la protezione del consumatore


Membro supplente del Comitato per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni

Strasburgo, 11 febbraio 2015

Egregio Alto rappresentante / vice-presidente Federica Mogherini,

Le scrivo in qualità di membro del Parlamento europeo e co-presidente dell’intergruppo, da poco creato, sulla libertà di religione e credenza e per la tolleranza religiosa.

Nel dicembre del 2014 l’International Humanist and Ethical Union (Iheu) ha pubblicato il suo primo Freedom of Thought Report relativo al 2014 (http://freethoughtreport.com/download). Questo report tratteggia in particolare la posizione dei non credenti nel mondo.
Sebbene secondo le istituzioni per la difesa internazionale dei diritti umani, la libertà di religione o credenza comprende concezioni teistiche, non teistiche e atee, l’Iheu conclude di aver “notato un sensibile aumento delle persecuzioni verso atei e umanisti”. In particolare, sono state identificate tre principali motivi di preoccupazione: stigmatizzazione, mancanza di protezione legale o riconoscimento e criminalizzazione, per esempio attraverso le leggi contro apostasia e blasfemia.

Il rapporto dell’Iheu sostiene che la stigmatizzazione dei non credenti non arriva esclusivamente da capi religiosi reazionari o radicali, ma in misura crescente da esponenti politici, inclusi capi di Stato. Ciò è in larga parte dovuto a leader politici, specialmente quelli nei Paesi a maggioranza musulmana, che vogliono dare prova delle loro credenziali islamiche e della loro legittimazione religiosa nel tentativo di consolidare il potere.

In molti Paesi ai non religiosi sono negati tutela legale o riconoscimento. Nel rapporto si afferma che ci sono in molti Paesi “leggi che negano agli atei il diritto di esistere, ne cancellano la cittadinanza, restringono il loro diritto a sposarsi, ne bloccano l’accesso all’istruzione pubblica, gli impediscono di lavorare per le istituzioni statali”.

Il rapporto inoltre elenca 13 Paesi a maggioranza islamica con una legislazione che commina la pena di morte per i crimini di apostasia. Sebbene occorra notare che tali sentenze capitali sembra siano raramente applicate nei casi di apostasia, ciò nonostante i procedimenti per questo reato sono spesso uniti ad altre accuse: in tal modo, questo tipo di esecuzioni possono essere nascoste completamente e molti stati permettono il “pentimento” e la partecipazione a programmi di “rieducazione” per evitare una sentenza di morte per apostasia; ma ciò evidenzia proprio quanto severamente l’apostasia venga repressa.

Le leggi contro la blasfemia in molti Paesi vengono spesso usate per discriminare i non religiosi per quanto riguarda libertà di pensiero di coscienza.

È fondamentale che sia fatto di più per lottare contro la persecuzione dei non credenti nel mondo. Molti dei problemi che affrontano sono simili a quelli delle minoranze religiose. Le leggi sull’apostasia e la blasfemia vengono usate per marginalizzare e demonizzare sia le minoranze religiose sia quelle non religiose.

L’Ue ha adottato nel giugno del 2013 delle linee guida per la libertà di religione e credenza, che definiscono il nostro impegno per promuovere e proteggere la libertà di religione o credenza nelle relazioni esterne. L’intergruppo accoglie con favore queste linee guida che il suo predecessore, il gruppo di lavoro del Parlamento europeo sulla libertà di religione o credo, ha aiutato a stilare.

Speriamo di proseguire con lei un dialogo sull’attuazione di queste linee guida. A tal proposito, le chiedo la cortesia di prestare particolare attenzione alle sfide nella protezione dei diritti delle persone non religiose, in quanto queste tendono ad essere meno organizzate rispetto alle comunità religiose. L’Iheu può quindi essere uno strumento gradito per fare progressi anche sotto questo aspetto.

Potrebbe indicare in che modo userà il report dell’Iheu nella pratica? L’Eeas[European Union External Service, che intrattiene relazioni diplomatiche e avvia partenariati nel mondo per conto dell'Ue, NdR] ha già intrapreso azioni per proteggere le persone non religiose e, se l’ha fatto, quali tipi di azioni e in quali Paesi sono state intraprese? Prenderà in considerazione azioni ulteriori basate sul report dell’Iheu?

La ringrazio anticipatamente per la risposta a questa lettera e spero che sia l’intergruppo sia le organizzazioni come l’Iheu e la European Humanist Federation (Ehf) possano contare sul suo supporto costante per la protezione della libertà di religione o credenza sia per i religiosi sia per i non religiosi.

Cordialmente,
Dennis de Jong, europarlamentare
Co-presidente dell’intergruppo sulla libertà di religione o credenza e la tolleranza religiosa

Questo articolo è stato pubblicato qui

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