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Estate Messicana? Le elezioni presidenziali e il movimento #YoSoy132

Oggi, domenica primo luglio ci saranno le elezioni presidenziali in Messico. Per chi ci vive o è solo di passaggio per pochi mesi, il risultato appare scontato. Il futuro presidente sarà Enrique Peña Nieto (nella foto) del Partito Rivoluzionario Istituzionale (PRI), il quale tenta di prendere le distanze dal suo passato di corruzione e autoritarismo, proponendo questo giovane e, relativamente, nuovo candidato. Peña Nieto ha più copertura in TV e sui cartelloni di tutti gli altri candidati, grazie alla forza istituzionale del suo partito (e forse dei narcotrafficanti).

Il PRI è stato un monolite di politici messicani – dalla Rivoluzione Messicana, il partito ha detenuto la presidenza per sette decenni fino al 2000, presumibilmente grazie a enormi frodi elettorali e, a volte, pugno di ferro in tutto il Paese. Comunque, il suo regno è giunto alla fine nel 2000, quando la presidenza fu vinta da Vincente Fox. Tuttavia, la frode elettorale ha afflitto il Messico anche successivamente, specialmente nelle ultime presidenziali del 2006, in cui il candidato di centro-sinistra, Andres Manuel Lopez Obrador (conosciuto come AMLO) dichiarò pubblicamente di sospettare una frode elettorale nei suoi confronti, a favore del vincente Calderon. Questa contestazione fu anche accompagnata da proteste di massa da parte dei sostenitori di AMLO, ma non è servito a cambiare il risultato elettorale.

Il professor Jorge Alberto Lopez Gallardo, il quale analizzò i risultati del 2006, sostiene che anche queste elezioni non saranno per niente pulite. Anche se l'Istituto Federale Elettorale ha dichiarato che non vi è alcuna possibilità di frode, i messicani sono ormai rassegnati e increduli.

I sondaggi mostrano delle ambiguità, intrise di interessi vari. Alcune agenzie di statistiche hanno partnership con grandi compagnie e media messicani, e continuano a piazzare Peña Nieto in testa a tutti gli altri candidati. Le agenzie, senza legami con alcuna corporazione, sostengono che la percentuale più ampia l'abbia AMLO.

Lasciando da parte il suo partito e tutto quello che potrebbe fare per coronarlo come presidente, Peña Nieto ha un passato opinabile. La sua storia politica ha già una macchia nel 2006, durante la rivolta in San Salvador Atenco, un villaggio in periferia di Città del Messico, nella quale ai fioristi era stato vietato di vendere i loro prodotti al mercato locale, per favorire un grande brand come Walmart. La popolazione locale iniziò una resistenza, brutalmente soppressa dalle autorità sotto il controllo di Peña Nieto, allora governatore della Città. In quei giorni, la polizia utilizzò gas lacrimogeni e mano pesante; un ragazzino di quattordici anni morì. I poliziotti furono accusati dall'opinione pubblica di violare i diritti civili, violenza sessuale, fermi preventivi e trattamenti degradanti nei confronti degli arrestati. Inoltre, la vita privata di Peña Nieto non è così immacolata. Ha avuto numerosi rapporti extra-coniugali. Sebbene non ci siano prove concrete, sembra che Peña Nieto abbia avuto anche un ruolo nella morte, in circostanze misteriose, della sua prima moglie,

Peña Nieto gode anche di una relazione alquanto berlusconesca con i principali media messicani, tanto da portare The Guardian, il quotidiano britannico, a pubblicare alcuni documenti in suo possesso in cui si evince che Televisa, uno dei più importanti canali del Messico, sarebbe stata utilizzata da alcuni politici, in particolare il candidato del PRI, per avere una copertura positiva nei principali notiziari e programmi, addirittura mettendo in cattiva luce il suo rivale AMLO. In aggiunta, Wikileaks sostiene che alcuni diplomatici statunitensi sospettavano della liason mediatica di Peña Nieto già dal 2009.

La televisione messicana è dominata da due canali: Televisa e TV Azteca. La percentuale di lettori di quotidiani e internet nel Paese è molto bassa, in uno scenario che ricorda Paesi come l'Italia, la copertura televisiva, in favore di un certo politico, è di importanza cruciale per vincere le elezioni.

Per scurire ancora di più l'immagine della democrazia messicana, ci sono anche accuse riguardo il rapporto tra Peña Nieto con un altro ramo del potere istituzionale, vale a dire i cartelli della droga concentrati soprattutto nel nord del Paese, dove vi sono episodi di violenza brutale più o meno ogni giorno. Lo stesso presidente Calderon ha sostenuto che Peña Nieto dovrebbe vincere la presidenza, avvicinando i narcos con un “tocco morbido”. Inoltre, il PRI è accusato di aver goduto per 30 anni di una lunga relazione con il crimine organizzato, poiché vi sono prove di alcuni politici del partito, i quali nel 1980 conoscevano gli itinerari dei traffici di droga e non ha fatto nulla a riguardo.

In mezzo a tutto ciò, è nato, dalla Rete, un interessante movimento, #YoSoy132, emerso nel maggio 2012, dopo una conferenza di Peña Nieto alla Università Privata Ibero-Americana nella capitale. La prima volta in cui non incontrava sostenitori, ma accaniti contestatori, i quali rigettavano la sua candidatura, ponendo domande scomode al giovane politico. Messo alle strette, il candidato del PRI, si nascose nei bagni per evitare i suoi detrattori, aspettando che le guardie del corpo lo trascinassero fuori dall'edificio, in mezzo alle grida degli studenti. E' interessante sottolineare che tale università è frequentata dai figli della Upper Class messicana, solitamente non un covo di rivoluzionari e disobbedienti. Successivamente, i media sostenevano che chi si opponeva a Peña Nieto non erano studenti veri della Ibero-Americana, ma erano stati pagati da AMLO. Di tutta risposta, 131 studenti della università, caricavano su YouTube dei video in cui apparivano con la loro card della università. Nel giro di poche ore, divennero I video più cliccati in Messico, portando altri giovani a simpatizzare per loro, creando, appunto, il movimento #YoSoy132. Il movimento ha organizzato proteste di massa in varie città, particolarmente indirizzate contro Televisa.

Questo movimento civile è in favore di una reale democrazia per il Messico, in contrasto con quello che hanno avuto finora, una versione incompleta e corrotta, una dittatura che dà una parvenza democratica tramite l'illusione del voto. I grandi poteri economici legali, come le corporazioni neoliberiste, o quelli illegali dei narcotrafficanti, hanno un ruolo decisivo nell'incoronazione dei re. #YoSoy132 è composto principalmente di giovani e studenti, ha molte similarità con altri movimenti contemporanei in Europa, Nord Africa, Medio Oriente e Nord America: non ha un leader identificato, si sviluppa in orizzontale, fa un uso massiccio di internet per la condivisione delle informazioni. Sebbene, sarà improbabile che questa Estate Messicana fermerà l'ascesa di Peña Nieto, il movimento continuerà a lavorare con determinazione per un vero cambio di rotta, specialmente denunciando quelle televisioni che non fanno un buon servizio pubblico.

Un altro motivo socio-economico per cui questa non sarà ancora l'estate messicana, è il già menzionato utilizzo di internet da parte della popolazione. La forza del movimento è limitata a causa della mancata copertura da parte dei media. Se internet fosse ampiamente utilizzato, forse le istanze di questi giovani sarebbero più forti, poiché avrebbero una visibilità mondiale. La carenza delle comunicazioni, favorisce l'establishment politico, impedendo eventuali rovesci della medaglia.

Tuttavia, proteste a parte, ci sono altri segni che #YoSoy132 non è solo un movimento della Rete. La faccia di Peña Nieto, nei poster per la sua campagna politica, è stata rimpiazzata da adesivi raffiguranti gli eventi di San Salvador Atenco e i rapporti del candidato con i principali media, firmato #YoSoy132. Questo tipo di guerilla media va oltre internet, raggiungendo le fascie sociali più basse del Messico, le quali sono i principali utenti dei mezzi pubblici. Spostando l'attenzione dai media alle strade (o alla metropolitana),la visibilità del movimento è aumentata.

Il Messico, con i suoi innumerevoli problemi, che vanno dall'inequo accesso alla sanità pubblica, alla violenza dei narcotrafficanti, l'ultima cosa di cui ha bisogno è un altro presidente curatore degli interessi delle ricche corporazioni, legali o illegali quali siano. Il sistema elettorale messicano mostra una democrazia ben lontana dalla perfezione. L'impegno delle generazioni più giovani, specialmente con una attitudine democratica orrizontale piuttosto che verticale, da una speranza per un futuro migliore per il Messico.

(Con la collaborazione di Angela Daly, Ricercatrice presso l'Istituto Universitario Europeo)

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