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Era "Stato di stragi". O erano Stragi di Stato?

Leggendo le ultime cronache mi chiedo se fossi io a saperne troppo (ipotesi palesemente inverosimile) o i giornali a saperne troppo poco. O ancora, cosa peggiore, se la carta finga di apprendere step by step, mai sognandosi di pensarla (la trattativa mafia-stato) se non come mera ipotesi (e tutt’al più scolastica).

No. E’ evidente che non fossi il solo a conoscerne e a parlarne. Ma contandoci siamo fin troppo pochi. Repubblica sembra cadere dal grosso pero aetiomauriano: eppure fior di manuali sono stati scritti, sul 19 luglio. Certo, i giornalisti non scrivono mai tutto ciò che sanno. E perché mai lettori dovrebbero accettare una sana presa per il culo?

E così. Stavolta Via D’Amelio si tinge d’ombre, visibili solo ora a chi non le ha mai sospettate. Lo Stato potrebbe aver trattato con cosa nostra, lo Stato potrebbe aver riferito a Borsellino della trattativa, lo Stato ha reso l’uomo cronicamente nervoso (è il primo luglio, Borsellino torna dal presunto colloquio con il ministro Mancino visibilmente sconvolto. Le mani recano, distratte, 2 sigarette), lo Stato potrebbe averlo fatto fuori (lessico da B-Movie? Rende).

Le supposizioni, stavolta, trovano forme, sagome che si stagliano precise.

“Mandanti occulti” è un un lessema quasi accettato. A dar man forte alla procura di Caltanissetta per la riapertura del caso Italia Stragista ci pensano le rivelazioni del figlio di Ciancimino, Massimo, che poco scrupolo si fa nel confessare presunti figuri smostrati e perquisizioni omesse. Pare, addirittura, che il papello (il foglio redatto dai corleonesi per lo stato con le consegne da rispettare) possa rinvenire o sia rinvenuto, così come insperato era il ritrovamento della lettera from Provenzano to Berlusconi

Giorni tremuli, in Sicilia. Acque agitate e scenari realmente imprevedibili (in barba a D’Alema). V’abbiamo raccontato (qui, qui e altrove, con vanitoso tempismo) delle turbolenze a proposito delle strette sul 41 Bis, il processo Dell’Utri in dirittura finale, gli smarcamenti di Cuffaro, le prospettive di Miccichè, le velleità di Lombardo, le dinamiche à la page e le reazioni sull’Isola dei Famiosi. Ora tocca al figlio del sindaco-boss.

Aspettiamo, provando disappunto per il vuoto mediatico creato intorno alla faccenda (complice anche la stagione). Ma curiosi, febbrili. Sta’ a vedere che riciccia l’agenda rossa, da qualche parte.

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