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Equitalia: "Per un Paese più giusto"

In Italia può accadere che sei un cittadino onesto, che segui le regole, paghi tasse ed imposte, ma ciò non basta a garantirti una certa serenità. Malgrado tutto, malgrado tu sappia di essere nel giusto e di non dover nulla a nessuno, può capitarti un giorno l’arrivo di una missiva, di una raccomandata ed ecco che la tua esistenza più o meno serena si trasforma in un film dell’orrore.

Può accadere che apri la missiva e leggi il nome “Equitalia”. Bizzarria cattiva di un nome che nasconde la più grande e scandalosa iniquità che mai il nostro paese aveva conosciuto prima della sua creazione.

 Accade quindi che, nel tran tran della tua esistenza, in cui pensavi di aver assolto ogni dovere, qualcuno ti dica: “Sei in debito” e, da quel momento in poi, nulla ha più un senso logico, una linea di raziocinio, un motivo.

 Da anni, Equitalia s.p.a. miete vittime spesso innocenti.

 L’impresa di Stato che a parole lavora “per un Paese più giusto”, come si legge nel sito istituzionale, in realtà giustizia più o meno tutti e con metodi che dire da delinquenti di basso livello è poco.

Tutti noi più o meno sappiamo cosa significhi cadere nelle mani di Equitalia. Nella migliore delle ipotesi riesci a rateizzare. Spesso però per contributi persino già pagati a suo tempo.

Nella peggiore delle ipotesi scegli la strada che ti sembra più semplice: il suicidio. Ed è questa una tendenza che sta alimentando il clima di dissenso e di intolleranza da parte dei cittadini italiani verso l’istituzione Italia che palesemente ha deciso già da tempo di sterminare una parte dei propri cittadini.

Lo Stato, creando Equitalia, ha determinato una scelta sicuramente deprecabile alla luce degli avvenimenti degli ultimi anni: mettere in pratica azioni al limite del persecutorio contro qualsiasi onesto e libero cittadino contribuenter della fascia medio bassa della nazione.

 Un genocidio, come ho avuto modo di scrivere in questo articolo.

 Per una mente onesta non c’è nulla che appaia più sconvolgente di un criterio contrario al raziocinio: non solo si toglie sempre ai soliti, ma ci si incaponisce a vessare persino chi è nelle condizioni ancor più precarie di quella nuova povertà che affolla di giorno in giorno il nostro Paese.

 La domanda è: perché? Perché questo accanimento? Perché fare così tanto male ai cittadini/contribuenti/elettori italiani?

 Forse, perché per anni i cittadini/contribuenti/elettori italiani, nonostante tutto, sono corsi a pagare. Anche nel caso in cui pagare non dovevano.

 Paura, ignoranza, cattiva, scarsa o mancante informazione in materia. Sta di fatto, che l’iniqua Equitalia macina miliioni di euro ogni anno, e coloro che gonfiano di denaro vero i suoi bilanci, sono per lo più persone normali, impiegati, operai, disabili, pensionati ed imprenditori di piccolo e medio calibro.

 Gli “altri”, quelli delle fasce alte, è risaputo che tasse ed imposte riescono a non pagarle. E nella peggiore delle ipotesi, se proprio devono essere “scoperti” della loro marachella, ottengono sconti e dilazioni che un cittadino normale non otterrebbe nemmeno camminando in ginocchio da palermo a Milano.

La nostra società si sta totalmente fondando sul supporto ai ricchi al danno dei poveri. Un Robin Hood al contrario, che toglie ai poveri per dare ai ricchi.

 Un'aberrazione, il granello nel sistema. Almeno dal punto di vista del cittadino comune. Ma è proprio quel granello, divenuto ormai un masso enorme, che sta scardinando in qualche modo il sistema oliato e ben avviato di uno Stato che è stato capace solo di fornire problemi su problemi a quella maggioranza di cittadini che sono l’unica motivazione ovvia e palese per cui lo stesso Stato esiste.

 Poi, scopriamo che Attilio BeferaAmministratore Delegato di Equitalia s.p.a. percepisce uno stipendio di appena 456.733 euro l’anno, circa 40.000 euro al mese. Certo, ha un compito “duro”: massacrare carne umana non è da tutti.

Il nemico è ciò che noi stessi creiamo. Una beffa. Lo Stato non potrebbe esistere senza i cittadini. Ma i cittadini divengono vittima dello Stato, dal momento in cui chi abita le istituzioni del nostro territorio ha ben compreso come sia facile spaventare, vessare, massacrare una molteplicità di persone che, se solo si rendessero finalmente contro del proprio potere, scardinerebbero in un solo giorno questo sistema fallace e diretto solo a dare a chi già ha.

 Equitalia, anche se ogni tanto qualche sentenza dà ragione a qualche cittadino/contribuente/elettore, continua a mietere vittime. A volte, sono vittime che restano in vita pur subendo vicende inenarrabili. Altre volte, ci troviamo di fronte a vere e proprie vittime, che scelgono il gesto estremo, forse nel momento in cui si rendono conto di come tutto sia sbagliato e di come tutto giri al contrario.

 Nonostante tutto, Equitalia/Stato si ritrova il portafoglio gonfio. Da un lato, gonfio di denaro spesso preteso senza alcun motivo, spesso gonfiato oltre il limite dei criteri di strozzinaggio, gli stessi criteri dettati dallo Stato – enorme aberrazione – dall’altro, di sangue umano. Che poteva essere evitato, se quella piccola frase “per un paese più giusto” non fosse solo uno sterile slogan ma un criterio di bene comune.

 Peccato.

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