Equilibrismi
Tra il serio e l’amaro
Secondo quanto scritto dall’Osservatore Romano qualche giorno fa, non basterebbe la morte cerebrale per dichiarare morta una persona. Solo con l’arresto cardiaco, quindi, ci si potrebbe prendere la libertà e il lusso di dire che un morto è morto.
C’è però una rivoluzionaria scuola di pensiero, molto accreditata in ambienti vicini alte gerarchie cattoliche, che sostiene che non si muore mai.
Quelli che abbiamo seppellito finora sono ancora vivi e, d’altro canto, quelli che ancora non sono stati nemmeno concepiti sono, in verità, già nati e quindi titolari di diritti che vanno difesi e garantiti.
Pertanto, i morti ancora vivi sono gentilmente pregati di destinare l’otto per mille della propria dichiarazione dei redditi alla chiesa cattolica.
I non concepiti già vivi verranno battezzati d’ufficio. Ai futuri genitori verrà concesso di cambiar loro il nome nei limiti delle nostre radici e tradizioni.
centoparole
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