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 Home page > Tribuna Libera > Ennesimo eccidio di migranti, proclamare lutto nazionale. La colpa è (...)

Ennesimo eccidio di migranti, proclamare lutto nazionale. La colpa è nostra

 
E' innegabile che in questa società, è la quantità a fare la differenza. Dieci, venti, ma anche un solo migrante morto, galleggiante sulle acque del mediterraneo, o sprofondato giù negli abissi, o sbranato da qualche squalo non frega a nessuno, non turba gli animi, non turba.
 
Vi è bisogno della quantità. E pare, per l'ennesima volta, essere pervenuta.
Quella giusta. Quella che turba la nostra quotidianità.
 
Dicono che non ci sono fondi.
Ma per opere milionarie, inutili, incompiute, e l'Italia di esempi ne è stracolma, ma non solo l'Italia, i soldi, quelli che arricchiscono i soliti noti, ci sono. Ci sono.
 
Dicono che non possiamo, da soli, fare fronte a questa problematica, emergenza ordinaria, che si deve intervenire a casa loro. L'Italia è frontiera, ed ha l'obbligo morale, etico, giuridico, di doversi attivare per salvare, aiutare, persone che fuggono da situazioni determinate da noi occidentali. Ed è giusto che da quelle situazioni possano fuggire. L'Italia si vanta di essere una delle grandi potenze economiche mondiali, a maggior ragione ha il dovere di aiutare, aiutare.
 
Scaricare le responsabilità sull'Europa è il classico processo di de-responsabilizzazione nostrano, così come dire, si deve intervenire a “casa loro” dopo averla noi devastata, è il tipico modo di ragionare, per non fare nulla, sussistente dai tempi nefasti del fascismo. Possibile che con tutti i servizi segreti esistenti, con tutte le tecnologie esistenti, non si riescono a monitorare per giusto tempo le partenze? Partono per cercare la salvezza, una nuova vita, una condizione migliore di vita, per quanto degradanti quelle che troveranno in Italia, queste, per loro, sono sempre una cosa migliore rispetto all'origine dalla quale fuggono.
 
Sono nostri morti queste persone, di cui non conosciamo il nome, nulla. In Italia siamo pieni di sacrari, di militi ignoti, di celebrazioni ed esaltazioni per chi è stato mandato a morire per conquistare fazzoletti di terra. In Italia siamo pieni di indifferenza per chi è stato ucciso dalla nostra indifferenza. Non sono eroi, non sono martiri, sono il nulla. Persone senza nome, cognome, età.
Migranti ignoti.
Il nulla risucchiato da quel mediterraneo, diventato frontiera di morte, simbolo di quel razzismo moderno di cui non occidentali siamo fautori.
 
Ennesimo eccidio di migranti, e la responsabilità morale è anche di chi professa odio contro di loro.
Proclamare il lutto nazionale è doveroso, coscienza forse lavata per un giorno, e poi?
 

 

Commenti all'articolo

  • Di GeriSteve (---.---.---.231) 19 aprile 2015 19:18

    Più che un articolo, questo mi sembra un delirio.


    Tanto per cominciare, "eccidio" significa "uccisione di massa",  e non "morte di massa", come purtroppo sta avvenendo. Eccidio significherebbe che ci sono degli assassini che uccidono.

     

    Comunque io ritengo non ci si possa rivolgere ad altri sostenendo che: "è colpa nostra", e cioè colpa di chi ti legge. E’ una accusa ingiustificata e quindi stupida.

     

    Il problema non è quello di usare i servizi segreti per monitorare le partenze dei migranti, il problema è quello di capire che il diritto di un singolo all’asilo politico e all’accoglienza non è estendibile ad una popolazione intera e tanto meno ad un miliardo di africani e mezzo miliardo di mediorientali.

     

    In termini di colpa, io ritengo che, proprio perchè non riconosce l’impossibilità di una accoglienza illimitata, l’autore di quest’articolo sia colpevole dell’ondata di paura e xenofobia che purtroppo sta crescendo.

     

    GeriSteve

  • Di Persio Flacco (---.---.---.178) 19 aprile 2015 20:37

    Credo che lei si sbagli: la maggior parte delle persone comuni non è affatto indifferente a certe tragedie.
    Il fatto è che alla maggior parte delle persone comuni viene accuratamente nascosto il rapporto di causa/effetto che esiste tra certe scelte di politica internazionale e le loro conseguenze.

    Era del tutto prevedibile che la guerra alla Libia avrebbe provocato l’espansione dell’integralismo islamico e una ondata migratoria verso l’Europa difficilmente controllabile. Così come era evidente che lo stesso effetto avrebbero avuto la guerra all’Iraq, il tentativo di rovesciamento del regime in Siria, le ingerenze occidentali qua e là tra medio oriente e Africa.

    Da quei criminali ipocriti che sono, i responsabili di quelle scelte ora ostentano un doloroso struggimento nell’assistere a ciò che essi stessi hanno deliberatamente provocato.

    Il rispetto per quei poveri morti, affogati assieme a tutte le loro speranze, esigerebbe che si parlasse chiaro delle responsabilità di chi li ha spinti a giocarsi la vita in mare.

    • Di GeriSteve (---.---.---.231) 19 aprile 2015 23:11

      Guardi che io non mi sbaglio affatto, non perchè io sia infallibile, ma semplicemente perchè io non ho mai sostenuto che ci sia gente indifferente a queste tragedie: questa è la sua lettura di ciò che io ho scritto ed è una lettura infedele e ingiustificabile.

       

      Si potrebbe anche chiudere così, ma il punto è che su queste faccende si sta verificando un "dialogo" fra sordi, perchè almeno qualcuno è totalmente impermeabile a ciò che gli altri dicono.

       

      Sui rapporti di causa ed effetto di ciò che sta succedendo si potrebbe e si dovrebbe discutere a lungo e approfonditamente, ma anche intelligentemente e senza tabù. Invece rilevo che lei considera come possibili cause -anzi, per lei: come accertate cause - alcuni fatti, come gli interventi militari - cioè le guerre - in Iraq, in Libia, in Siria.

       

      Sono tutti fatti perlomeno deprecabili, ma in termini di causalità io ci vedrei ai primi posti tutt’altri fatti: gli interventi dei missionari cristiani che hanno abbassato la mortalità infantile ma non le nascite, provocando l’esplosione demografica, il fatto che cristiani e islamici hanno sostenuto l’esplosione demografica dei loro adepti per diventare o restare maggioritari, il fatto che capitali cinesi e capitali globalizzati si sono comperati interi paesi africani compresi i loro governi e attuano genocidi per liberarsi degli "ingombranti" abitanti locali e che quelle popolazioni -giustamente - cercano di sottrarsi a quei genocidi migrando.

       

      Sulle "colpe" poi, c’è un altro discorso che va chiarito: una volta si diceva che le colpe dei padri non possono ricadere sui figli. A me questo sembra un tempo di "prescrizione" troppo breve, nel senso che se uno è ricco perchè i suoi genitori hanno derubato altri, lui è colpevole, se non esattamente di furto, perlomeno di "ricettazione", per cui non deve andare in galera, ma la sua ricchezza potrebbe essere giustamente confiscata a beneficio dei discendenti dei derubati.

       

      Sui nipoti non ho idee molto chiare, però mi è chiaro che le colpe storiche non possono essere trascinate per generazioni e non possono essere generalizzate per popolazioni: se io avessi - e fortunatamente non ce l’ho - un nonno o un bisnonno che ha usato gas asfissianti contro libici o contro abissini non posso essere considerato colpevole, e tanto meno lo possono essere tuttti gli italiani.

       

      Questo discorso delle colpe è disgustosamente catto-comunista e serve a giustificare ogni ragionamento sballato. Da che mondo è mondo, se una popolazione viene invasa da un’altra reagisce combattendo e cercando di difendersi uccidendo gli invasori. Oggi possiamo sperare in reazioni meno violente, ma non ci riusciremo mai se c’è sempre qualche scemo che prova spiegarci che gli invasori hanno ragione perchè è colpa dei governanti o degli antenati degli invasi.

       

      Viviamo e sempre più vivremo situazioni difficili in cui benessere e sicurezza saranno in crisi. Riusciremo a salvaguardare livelli di umanità e di tolleranza soltanto se saremo realisti e intelligenti a fronte di questi problemi.

       

      Ogni atteggiamento ideologico e che non consideri i diritti degli altri è e sarà un attentato alla convivenza civile. Io ritengo che quest’articolo e il precedente commento rendano molto difficile quell’auspicata convivenza civile.

       

      GeriSteve

    • Di Persio Flacco (---.---.---.178) 21 aprile 2015 08:45

      [Geri Steve] "Guardi che io non mi sbaglio affatto, non perchè io sia infallibile, ma semplicemente perchè io non ho mai sostenuto che ci sia gente indifferente a queste tragedie: questa è la sua lettura di ciò che io ho scritto ed è una lettura infedele e ingiustificabile."

      Stavo commentando l’articolo, non il suo commento.

      [Geri Steve] "Sui rapporti di causa ed effetto di ciò che sta succedendo [...] rilevo che lei considera come possibili cause -anzi, per lei: come accertate cause - alcuni fatti, come gli interventi militari - cioè le guerre - in Iraq, in Libia, in Siria."

      Non si tratta di una mia opinione: sono fatti noti e documentati.

      [Geri Steve] "[...] in termini di causalità io ci vedrei ai primi posti tutt’altri fatti [...]"

      Non nego la concomitanza di un insieme di cause, tra cui quelle che lei cita, ma negare che al primo posto tra le cause dell’esodo di certe popolazioni vi siano le guerre portate dall’occidente mi pare voler negare l’evidenza.

      [Geri Steve] "Ogni atteggiamento ideologico e che non consideri i diritti degli altri è e sarà un attentato alla convivenza civile."

      Giusto. E per non sbagliare nell’azione e nel giudizio ci si dovrebbe affidare ai principi del Diritto Internazionale, che è una straordinaria conquista di civiltà.
      Uno dei più rilevanti tra questi principi proibisce le ingerenze nei fatti interni di uno Stato sovrano. Il colonialismo, comunque mascherato, è illegale.

  • Di paolo (---.---.---.35) 22 aprile 2015 12:20

    Mi rivolgo ,a scanso di equivoci , all’articolista visto che nella sostanza concordo sia con Geri che con Persio che a loro volta nelle loro valutazioni mi sembra si differenzino soltanto per una scala di priorità nelle respnsabilità .

    Caro Marco ,se c’è un difetto nostrano che non si riscontra in nessuna altra parte del mondo è quello della autoflagellazione . Io sostengo che gli italiani sono dei martiri di se stessi .
    Ma come è colpa nostra ? Di chi e perché ? Esiste indubbiamente una generica responsabilità planetaria ,una responsabità di contesto politico-economico mondiale ,diciamo di sistema e qui si può discutere .
    Ma i colpevoli sono soltanto coloro che pongono in essere gli atti . Nello specifico è colpevole chi ha posto in atto una guerra di religione a sfondo di potere , soprattutto da parte dei sunniti , con l’obiettivo di un califfato che controlli , sotto il maglio religioso integralista , le risereve energetiche della regione (non solo idrocarburi) . Su questo fenomeno si somma l’emigrazione storica di masse di disperati alla ricerca di una vita migliore che provengono principalmente dall’area subsaariana.
    Noi dobbiamo cercare di contrastare i fenomeni criminosi con tutti i mezzi possibili ,partendo dal presupposto che chi entra sul suolo nazionale deve essere certificato , deve accettare le nostre leggi ed integrarsi con i nostri modelli culturali ,tenendo sempre presente che esiste un limite oggettivo all’accoglienza oltre il quale si rischia di destabilizzare socialmente un paese che ha già molte criticità di suo. Ciò anche con il ricorso alle armi là dove è necessario ,senza il piagnisteio continuo con L’Europa e senza l’alibi dell’ONU . E’ l’eterna doppiezza di stampo cattolico che ci ha screditato a livello mondiale .Chi parla genericamente di accoglienza a prescindere fa soltanto del buonismo peloso ; è come confessarsi ,dire dieci Ave Marie per ripulirsi e poi partire peggio di prima . Chi invece normalmente fa i conti con la propria coscienza deve avere un sano realismo.
    ciao

    • Di Marco Barone xcolpevolex (---.---.---.37) 22 aprile 2015 12:34
      Marco Barone

      Ciao, colpa nostra perché? Perché siamo stati dei colonialisti, perché abbiamo occupato terre, senza mai essere puniti per ciò, compiendo crimini di ogni natura, perché tutto quello che oggi accade è figlio di un passato che non si può rimuovere, dimenticare, ma che viene metodicamente rimosso. E’ colpa nostra perché come Italia, condividendo il discorso che è un Paese che si autocommisera, abbiamo fatto parte di una coalizione internazionale che, per ovvi interessi economici, ha determinato o favorito la situazione dalla quale i migranti in grande parte fuggono. E’ colpa nostra perché spendiamo milioni e milioni di euro in cazzate, anche se utili per i soliti notabili, ma per aiutare le persone che fuggono da situazioni note, a parte il lavoro di primo soccorso posto in essere da chi interviene sul luogo, lì ove la vita dovrebbe essere "sacra" in mare, vogliamo questo. Siamo una delle potenze mondiali? Abbiamo il dovere di intervenire, non bombardando, non respingendo, ma accogliendo, soccorrendo e cercando di finirla di imporre modelli nostrani in luoghi ove tali modelli non possono funzionare. E’ colpa nostra perché mai ci assumiamo le responsabilità di quello che determiniamo, forse non da soli, certo, ma ci siamo dentro fino al collo. Viviamo in un Paese che non ha mai punito i suoi criminali fascisti, che nasconde i campi di concentramento fascisti sul territorio italiano, che nasconde tutto quello che ha compiuto nel Confine Orientale e nelle terre occupate, dunque di che stupirsi? La colpa è sempre altrui. mb 

  • Di Persio Flacco (---.---.---.178) 22 aprile 2015 22:28

    [MB] "La colpa è sempre altrui." Si, è vero, ma è sicuro che questo vezzo sia attribuibile alla maggioranza degli italiani?

    Le propongo un esperimento mentale. Poniamo che la decisione se entrare in guerra con la Libia per abbattere il regime di Gheddafi fosse stata rimessa ad un referendum, quanti italiani avrebbero votato a favore? Secondo me molto pochi.

    L’Italia è entrata in guerra contro la Libia perchè così hanno voluto in pochi. In primis Giorgio Napolitano, che doveva onorare i suoi "obblighi internazionali", cioé doveva ubbidire a Washington. Lo stesso ha fatto il suo entourage partitico. La maggioranza, formata da disciplinati figuranti, ha obbedito ai capi avallando la decisione.
    I mass media hanno fatto la loro parte, come richiesto dalla proprietà.
    Gli italiani non hanno deciso nulla. Fosse dipeso da loro (da noi) Gheddafi sarebbe ancora al suo posto. Non sarebbe stato un bello spettacolo, è vero, ma sarebbe stato molto meno peggio di come è ridotto ora il Paese.
    Senza le nostre basi difficilmente l’operazione avrebbe avuto inizio; senza le 1.900 missioni di guerra condotte dai nostri aerei e la logistica fornita dall’Italia per UK e Francia sarebbe stata dura.
    L’Italia non si sarebbe sputtanata con uno di quei voltafaccia da quaquaraquà per i quali è famosa stracciando un trattato di amicizia sottoscritto in gran pompa appena due anni prima; non si sarebbe sparata sui piedi andando a bombardare i suoi interessi in Libia come un ebete; non avrebbe concorso a fare strame del diritto internazionale spacciando per intervento umanitario un cinico cambio di regime che ha fatto 50.000 vittime e ha spalancato le porte dell’inferno ad un tiro di schioppo dalle sue coste.

    Per questo non penso sia giusto estendere il marciume di questa immonda classe politica a tutti gli italiani.

    Ma allora com’è che sembrava che tutti gli italiani ardessero dal desiderio di fare guerra alla Libia?
    Semplice: i mass media non solo tentano di orientare l’opinione pubblica secondo le direttive dalla propietà, qualche volta riuscendoci: si arrogano anche il diritto di rappresentarla.
    I politici fingono di credere che così sia e... voilà: il gioco di prestigio è fatto.

    E lo stesso vale per la Siria, per l’Iraq, per l’Afganistan e per tutte le altre luride avventure in cui l’Italia è stata trascinata da una classe politica irreversibilmente marcia perché irrimediabilmente serva.

    Ora che torme di disperati cercano salvezza passando per il nostro Paese, non è giusto presentare il conto ai responsabili, di cui conosciamo nome e cognome, invece di flagellare noi stessi per le loro colpe?

    Non è questa una buona, giusta e salutare medicina per la qualità della vita civile di questo paese?

    Ora Matteo Renzi va in giro a dire che l’Italia sostiene il TTIP.
    Mente: a sostenerlo è lui, i suoi dipendenti in parlamento, i pennivendoli che affollano le redazioni, non gli italiani, ai quali nessuno ha chiesto nulla.

  • Di paolo (---.---.---.129) 23 aprile 2015 09:22

    @ Marco : Ti ha già risposto Persio e quindi non voglio ripetere .
    Ti faccio soltanto notare che nel mio commento ho precisato che ci sono certamente responsabilità storiche generiche e generali risalenti ad una azione economico- imperialista -predatoria nei confronti di questi paesi ex colonie , ma per favore basta con questo patetico refren del colonialismo .E’ passato quasi un secolo e ti faccio presente che questi ex camellieri (senza rispetto ) dal mondo avanzato consumista hanno ricevuto una pioggia di petrodollari .Oggi stanno comprandosi le economie di mezzo mondo e anche questa non è una forma di colonialismo ? Se poi non riescono a costruire un contesto sociale civile decente sono cavolacci loro .
    Facciamola finita con questa menata del colpevolizzarci per tutti i casini in giro per il mondo .Ci sono responsabili (e responsabilità ) ben precisi .Nello specifico questi arcaici barbuti in sottana che si appecorano tre volte al giorno e non hanno un cazzo da fare dalla mattina alla sera , se non mettere al mondo figli e tenere in cattività le loro donne .
    ciao 

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