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Emergenza sanitaria: il governo Conte libera i detenuti e mette in carcere i cittadini

Qualcosa non convince nelle decisioni che il governo si appresta a prendere. Sembra che vogliano far uscire dalle carceri circa 6.000 persone, tra coloro che hanno avuto pene fino a 18 mesi.

 

Significa che ladri, spacciatori e rapinatori potrebbero esser messi ai domiciliari. Peccato che, nella situazione attuale, non credo che le già scarne forze di polizia potrebbero controllare che costoro non si muovano dai domiciliari.

La stessa cosa sta per avvenire in Iran, dove il governo ha deciso di liberare oltre 54.000 detenuti, per lo più detenuti politici tra cui figura anche Nazanin Zaghari-Ratcliffe, cittadina con doppia nazionalità britannica e iraniana che è detenuta in Iran dal 2016 con l’accusa di aver «cospirato contro il governo iraniano».

Di contro, con le nuove misure di prevenzione dell’emergenza sanitaria, si rischia il carcere qualora si dovesse uscire di casa avendo i sintomi del Coronavirus o, peggio, essendosi sottoposti al tampone risultando positivi.

Basterà una segnalazione da parte di un altro cittadino, che comunichi alle autorità competenti che tizio circolava tossendo, per ritrovarsi in un oceano di guai.

Chi sa di essere positivo, dichiara il falso nel modulo di autocertificazione, e si evince che ha mentito, sarà denunciato per reati che vanno dalle lesioni all’omicidio volontario – nel caso in cui si entri a contatto con soggetti fragili o a rischio – fino all’omicidio volontario se le persone che sono entrate in contatto con il soggetto positivo perdono la vita per essersi infettate.

Per tale motivo spingo i cittadini a riflettere approfonditamente su due aspetti: il primo, quello di restare in casa a ogni costo, e non solo per salvaguardare la salute propria e degli altri, dal momento che si rischia il carcere. Il secondo: rileggete come è stato scritto il più recente modulo di autocertificazione per le uscite diffuso dal Viminale.

Non hanno inserito due caselle fondamentali: “Mi sono sottoposto al tampone” e “Non mi sono sottoposto al tampone”.

In mancanza di queste due caselle, la seguente dicitura rischia di poter essere interpretata in diversi modi: DICHIARA SOTTO LA PROPRIA RESPONSABILITA’ di non essere sottoposto alla misura della quarantena e di non essere risultato positivo al virus COVID-19 di cui all'articolo 1, comma 1, lettera c), del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dell' 8 marzo 2020.

Quando Giuseppe Conte, fresco di prima nomina a Premier, dichiarò: “Sarò l’avvocato di tutti gli italiani” cosa intendeva di preciso…?

Faccio notare che, nel frattempo, ci sono personaggi della politica e dello spettacolo che circolano indisturbati, e senza l'ombra di mascherina....

Ecco il modulo che potete scaricare sul vostro PC: nuovo modulo per autocertificazione

Foto di falco da Pixabay 

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Enzo Salvà (---.---.---.64) 20 marzo 2020 10:25
    Enzo Salvà

    Francamente non capisco, la lettera c) recita:

    c) divieto assoluto di mobilità dalla propria abitazione o

    dimora per i soggetti sottoposti alla misura della quarantena ovvero

    risultati positivi al virus; 

    Questo perché c’è differenza tra sintomatici ed asintomatici. Il fatto che si faccia riferimento alla legge è automatico,

    Le norme mi sembrano abbastanza pubblicizzate comunque si trovano qui , le differenze tra sintomatico ed asintomatico sono nell’introduzione e a pagina 6.(Iss sta per Istituto Superiore Sanità, penso lo sappiano tutti ormai)

    Consiglierei di informarsi anche da siti ufficiali anziché dal polverone che c’è in giro,

    Sulle carceri non saprei: siamo sempre sotto procedura di infrazione per sovraffollamento, che è la cosa che oggi importa di più. Se si scatenasse la malattia all’interno non so immaginare cosa potrebbe succedere, mi chiedo se il metro di distanza previsto vale anche per i carcerati; rivolgerei un pensiero anche alle guardie ed al personale delle carceri. Naturalmente ci sono di mezzo anche questioni umanitarie che non vengono risolte da anni oppure norme che prevedono il carcere quando sarebbe sufficiente una sanzione amministrativa. Forse la questione del fermo in carcere in attesa di giudizio sarebbe da approfondire.

    Ci sono stati di necessità che vanno affrontati: è di ieri la disposizione delle Dogane di non sottoporre a sorveglianza e nulla-osta sanitari le “mascherine” all’importazione. Per il momento servirà un’autocertificazione e dichiarazione di responsabilità da parte di produttore-importatore e chi immette in commercio ed il tutto verificato successivamente …………facile prevedere che ci saranno i furbetti ma che altro fare in questo momento?

    Capisco anche lo stato di necessità partitica, oggi si può dire tutto ed il contrario di tutto, rimango dell’idea che cercare di approfittare della situazione con sparate assurde è "contro gli italiani" ma quando finirà questa storia è indispensabile riprendere in mano tutta la questione e ne vedremo e sentiremo delle belle. E sullo sfondo della propaganda rimarranno le vere questioni, quelle serie, non affrontate e che probabilmente rimarranno irrisolte per questioni economiche.

    Ci scommetto …..

    Un Saluto

    Es.

  • Di paolo (---.---.---.49) 21 marzo 2020 23:12

    Senza spirito polemico. Faccio notare che la legge che consente le misure alternative alla carcerazione, per chi deve scontare una pena residua di 18 mesi e solo per determinati reati, è del 2010 e si chiama legge Alfano, allora ministro di grazia e giustizia del governo Berlusconi.

    Fu votata sia da Meloni che da Salvini. E’ sempre bene ricordarlo.

    L’attuale governo, in ragione della situazione straordinaria, ha semplicemente ridotto l’iter degli adempimenti per dare corso all’applicazione del provvedimento. Non ho idea dei motivi che hanno spinto in questa direzione a fronte dell’epidemia. Se qualcuno è in grado di chiarirlo ben venga.

    Quindi niente a che vedere con " Il tana liberi tutti" che qualcuno, a partire dal solito Salvini che perde il pelo ma non il vizio, tenta di sdoganare.

    saluto

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