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Emergenza Casa. Tra speculazioni, finanziamenti ai partiti e caro affitti

Uno studio condotto dal portale immobiliare.it, rivela che il 59% dei giovani che lavorano lasciano il tetto familiare e, non potendosi permettere un intero appartamento, sono costretti a condividerlo dividendone l’affitto. Questi “fortunati”, che sono sempre di meno nel bel paese, possono lasciare l’abitazione dei genitori per provare a vivere da “soli”. Quale destino per i giovani cosiddetti “Bamboccioni”, precari o senza lavoro?

La causa scatenante della situazione degli alloggi nel bel paese parte da molto lontano, esattamente dalla ricostruzione dell’Italia, dopo la seconda guerra mondiale, con la legge 28 febbraio 1949 il cosiddetto Piano Fanfani. Scopo di questo progetto era quello di dare impulso all’attività edilizia, cercando di alleviare in questo modo la disoccupazione. Il piano prevedeva una spesa di 15 miliardi l’anno, per sette anni, da reperire attraverso prelievi sulle retribuzioni dei lavoratori, contributi versati dai datori di lavoro che ancora oggi i lavoratori, anche contro la loro volontà, sono costretti a pagare per poi rimanere nelle liste di attesa per un alloggio tutta la vita. Questa legge, prevedeva la costruzione di oltre 300.000 abitazioni popolari. Alla fine del piano, di alloggi ne furono costruiti appena 75mila.
Anche all’epoca, per affrontare le emergenze della ricostruzione, si ricorreva a proclami e progetti faraonici che poi, come capita spesso nel bel paese, rimanevano opere incompiute. Molte furono le critiche da parte dell’opposizione e della CGIL rispetto a tali progetti incompiuti, senza però alcuna proposta alternativa né esercizio di controllo sull’operato dell’esecutivo. Nel 1949, 15 miliardi di lire l’anno erano veramente una enormità di investimenti, visto che la retribuzione giornaliera era di 56,00 lire al giorno come si evince dal verbale della commissione di fabbrica del 05.09.1949.
 
Dal 1949 ad oggi l’emergenza casa è stata sempre una disgrazia per gli italiani e un affare per i politici: le uniche cose che sono riusciti a costruire in questi anni sono solo i quartieri dormitorio, come la periferia della Capitale. Questo Video musicale mette in evidenza i problemi della periferia Romana dove, ancora oggi, negli anfratti o sotto i ponti sorgono baracche, proprio come accaddeva tra il 1921 ed 1981. Anche se la Città eterna è spesso definita ladrona dalla Lega nord, in realtà la capitale rappresenta lo specchio negativo di tutto il bel paese frutto dell’inattività pressoché totale dei politici.
 
Sempre nella capitale, dopo circa 40 anni, il Campidoglio approva il nuovo piano regolatore. La trasmissione di Rai tre report, puntualmente ci informa dello scempio che si sta compiendo ai danni di Roma e dei suoi abitanti: le speculazioni e i finanziamenti ai partiti sono veramente tanti, sempre denunciate dalla trasmissione Report , che ha seguito tutta la vicenda lunga è complessa.
Per inciso, questa trasmissione, è costata a REPORT una querela da parte di un politico del centro sinistra.
 
E la storia infinita continua. Riporto per intero la notizia del 1 settembre data da Apcom: "Al rientro dalla pausa estiva il governo, nel prossimo Consiglio dei ministri di giovedì, ripartirà dal piano casa. Lo anticipa il premier Silvio Berlusconi in una intervista al Giornale. Si ripartirà - dice il premier – “dal piano per le cento città nei capoluoghi di provincia. Saranno insediamenti di case per giovani, con pagamento di rate di mutuo più basse dei canoni di locazione di mercato. L’avevamo promesso in campagna elettorale e ora stiamo entrando nella fase definitiva del progetto”. Berlusconi conferma, poi, la road map per la ricostruzione all’Aquila. “L’appuntamento è ad Onna, il 15 settembre. Ma sarò ancora all’Aquila prima di quella data, per ringraziare operai e maestranze che hanno lavorato notte e giorno, non solo ogni sabato e ogni domenica, ma anche a Ferragosto". Il premier rinnova poi il suo appello alla fiducia per superare la crisi economica. "È necessario avere fiducia. Ma dobbiamo concentrarci su come continuare a garantire la pace sociale. Abbiamo aperto la cassa integrazione anche agli artigiani, perché nessuno deve sentirsi abbandonato".

In realtà, il Consiglio dei Ministri numero 60 si è tenuto il 3/09/09, ma in questa riunione del famoso piano casa anticipato dal Presidente del Consiglio, nel verbale della riunione, del piano per le cento città nei capoluoghi di provincia nessuna traccia. Proclami ma nulla di fatto.
E i giovani che hanno la fortuna di avere un lavoro e vogliono vivere da “soli”, sono costretti a coabitare, come riporta lo studio condotto dal portale immobiliare.it. Infatti, il 59% delle coabitazioni nelle principali città italiane è tra persone che hanno già un lavoro. La colpa di tutto questo è il caro affitti: a Milano un posto letto costa in media 530 euro, a Roma la cifra si abbassa di pochissimo 480 euro, mentre invece, per affittare un monolocale, occorrono circa 815 euro mensili a Milano e 755 euro a Roma.
A farne maggiormente le spese sono, come sempre, le famiglie degli studenti fuori sede per i quali la beffa è doppia, sia per gli aumenti degli affitti sia per i contratti in nero, secondo alcuni dati solo il 28% degli studenti fuori sede ha un contratto Regolare. E quella frase bamboccioni detta dal Ministro della Repubblica ci da la situazione di come i politici sono lontani anni luce dalle problematiche reali dei giovani Italiani.
Per i giovani del bel paese la strada da percorrere è ancora molto lunga e tortuosa per arrivare all’indipendenza. Per risolvere il problema è necessario che si rinnovi la classe politica attuale, figlia della scuola del 1949, scuola che ha tenuto il bel paese immobile nello stagno delle polemiche e degli interessi di pochi eletti.

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