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Elezioni regionali e umori anti-Renzi. Nasce su Facebook "Io non voto Pd"

Il 31 maggio si voterà in sette regioni: Puglia, Toscana, Liguria, Campania, Veneto, Marche, Umbria. I commenti della rete.

Le prossime elezioni regionali si presentano piene di incognite ad analisti e commentatori, e la posta in gioco è alta per tutti gli attori in campo. Il PD però difficilmente potrà bissare il risultato delle ultime europee.

Renzi appare anzi in affanno e i provvedimenti che aveva provato a presentare come soluzioni ai problemi dell'Italia, dalla modifica della Costituzione alla legge elettorale alla riforma della scuola al cosiddetto jobs act hanno suscitato vivaci polemiche tanto nel mondo politico - compresi i partiti di maggioranza e lo stesso PD sempre più dilaniato da rivalità interne - quanto nella società civile.

Si è anche innalzato il livello di repressione del conflitto sociale e delle contestazioni messo in atto, possibile indice di indebolimento e nervosimo del Governo e di un leader che hanno un assoluto bisogno di non lasciar erodere troppo il proprio consenso. La decisione di limitare la restituzione ai pensionati di quanto illegittimamente non erogato loro in conseguenza della rifoma Fornero del 2012 non fa che rendere la vita ancor più difficile a un Premier a cui i discorsi "nuovistici" sembrano non esser più sufficienti di fronte alla prova dei fatti.

Questi umori traspaiono anche nei social network. L'evento Facebook "Io non voto PD", sintonizzato sulla data delle prossime elezioni, ha già ampiamente superato i 39mila partecipanti, presentandosi con la scarna dicitura "Il 31 maggio lasciate a casa la matita rossa e blu, e impugnate quella copiativa!!"". Vi si testimoniano umori vari ed eterogenei, come composita è l'opposione politica e sociale al Governo, ma appunto accomunati da un veemente dissenso rispetto al Governo Renzi e da un'aspettativa nel voto regionale come occasione per ribaltare il tavolo e mettere nell'angolo il Partito Democratico. Vi è chi semplicemente ribadisce il messaggio di base, chi invita a non votare proprio, chi invece vuole votare e chiede in giro consigli, chi esprime le sue intenzioni di voto.

Non mancano simpatizzanti leghisti, attaccati da altri che li vorrebbero fuori dalla pagina. Vi sono poi elettori storici del PD che dichiarano il loro non voto dopo la riforma della scuola. Si fanno poi avanti elettori di sinistra, come chi fa pubblicità alla lista campana "Sinistra al lavoro" (Rifondazione, SeL e movimenti locali) caratterizzandosi per la pulizia morale delle proprie liste. Ancora, vi è chi invita al voto per il malandato partito di Silvio Berlusconi e, raro, chi, attaccato naturalmente da tutti, interviene a difesa del partito di Governo.

Uno spaccato dell'opinione pubblica italiana e del dissenso diffuso alle scelte politiche del Partito Democratico a cui val la pena riservare uno sguardo attento, in attesa del verdetto effettivo che uscira dalle urne.

 

Foto: F_barca/instagram

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