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Elezioni Napoli. Pd, sodalizio con la destra contro de Magistris. L’accordo con Verdini e la promessa a Lettieri

Il 5 giugno, in diversi comuni italiani, i cittadini saranno chiamati alle urne per eleggere il proprio sindaco. Assumeranno particolare importanza per il Governo i risultati nelle quattro città più grandi d'Italia Napoli, Roma, Milano e Torino a cui si aggiunge Bologna. Un banco di prova importante per il premier Renzi prima del referendum costituzionale che si terrà in settembre.

La settimana scorsa, Demos ha pubblicato gli ultimi sondaggi che vedono, a Napoli, in vantaggio il sindaco uscente Luigi de Magistris del movimento arancione con il 42,1%, a seguire con il 19,7% troviamo il candidato di destra Gianni Lettieri appoggiato da FI, subito dopo Matteo Brambilla del M5S con il 17,3%, Valeria Valente per il Pd raccoglie il 16,4%. In caso di ballottaggio il sondaggio indica de Magistris vincente contro tutti e tre i principali avversari con un risultato superiore al 60%.

Sono ufficialmente dieci i candidati a sindaco: Luigi de Magistris (de Magistris sindaco, Dema, Repubblicani, Verdi, Napoli in Comune, Bene comune con de Magistris, Idv, La città con de Magistris, Meridionalisti Napoli Capitale, Partito del Sud, Ce simme sfasteriate); Gianni Lettieri (Forza Italia, Prima Napoli, Giovani in corsa, Rivoluzione cristiana, Impresa Comune, Italia 20.50-Napoli concreta, Costruzione e Stato, Pensionati d'Europa, Napoli Capitale); Matteo Brambilla per M5S; Valeria Valente (Pd, Elaboratorio nazionale, Moderati con Valente, Psi, Ala, Centro Democratico, Valente Sindaco, Udc, Napoli popolare, Cittadini per Napoli, Pri-Pli); Marcello Taglialatela con Fratelli d'Italia e Napoli Terra nostra; Luigi Mercogliano (Popolo della Famiglia); Martina Alboreto (Fratelli del popolo italiano); Domenico Esposito (Qualità della vita per Napoli); Nunzia Amura (Partito comunista italiano) e Paolo Prudente (Partito comunista dei lavoratori)

La riconferma sembrerebbe un risultato scontato, ma le ultime vicende meritano una riflessione, con l'appoggio incassato dal Pd della lista Ala di Denis Verdini e la voce sempre più forte di un patto con Lettieri per il ballottaggio. Ma andiamo con ordine.

Il segretario di Ala Denis Verdini, ex braccio destro di Silvio Berlusconi, ha offerto il proprio sostegno al Pd appoggiando la candidatura di Valeria Valente. Proprio la candidata a sindaco parla di un'alleanza "costruita nell’interesse della città, mettendo Napoli davanti a tutto. Siamo l’unica alternativa alla demagogia e al populismo di de Magistris e Lettieri”.

Questa scelta ha scatenato non poche polemiche, dopo la scoperta che nella lista Ala compaiono il figlio e il nipote di un pluripregiudicato vicino alla camorra, questo secondo un'indiscrezione di Repubblica poi confermata dallo stesso Verdini che ha risposto così alle domande dei giornalisti sulla questione: “Le persone rispondono per quello che hanno fatto loro, non per quello che hanno fatto gli altri. La lista è pulita, non cambio idea”. I due candidati sono Vincenzo e Vitale Calone, rispettivamente figlio e nipote di Vincenzo Calone condannato in via definitiva per traffico di sostanze stupefacenti, sul quale però pesano anche arresti e denunce oltre ad accuse di associazione mafiosa, omicidio, droga, armi, ricettazione, frode e assegni a vuoto. 

Vitale Calone, 37 anni, è candidato al cosiglio comunale dal Rione Traiano. Noto alle forze dell'ordine per una recente denuncia per furto dopo una complicata vicenda di morosità che ha portato il pignoramento di casa sua. Vincenzo Calone jr, 20 anni, è incensurato ed è candidato alla nona municipalità Pianura-Soccavo. “Il voto per Vincenzo è dato al nonno” dicono a Repubblica gli abitanti dei quartieri interessati innescando una doverosa riflessione sull'opportunità politica di inserire questi nomi nelle liste. Doverosa perché i napoletani non hanno ancora digerito lo scandalo che ha coinvolto il Pd durante le primarie. Pochi giorni dopo la chiusura delle primarie del centrosinistra, Fanpage pubblica un'inchiesta su presunte irregolarità nei seggi. I video pubblicati mostrano "cosentiniani e consiglieri di destra che votano e fanno votare alle primarie del Pd di Napoli".

Torna l'ombra di quel Cosentino targato Pdl, più volte arrestato e considerato il referente politico del clan dei casalesi, attualmente giudicato in tre distinti processi per concorso esterno in associazione camorristica, estorsione, illecita concorrenza con l’aggravante mafiosa e corruzione. L'ultima accusa è di corruzione per ottenere favori e beni in carcere in cambio di denaro. A difendere l'ex compagno di partito ci pensa proprio Verdini: “Mille giorni di carcerazione preventiva per Cosentino non sono una cosa seria”. 

L'unica voce interna al Pd contraria all'alleanza con Ala è quella di Rosaria Capacchione, senatrice Pd, componente della commissione antimafia e cronista giudiziaria sotto scorta per le minacce ricevute dalla camorra. “La Valente non si vergogna a farsi una foto con Verdini? Io mi imbarazzerei alquanto. E non è un fatto personale, ma politico - afferma sull'Huffington Post la Capacchione - Verdini è un simbolo. E quello che rappresenta e ha rappresentato è quel modo di fare politica di cui si sono occupate e si occupano le cronache giudiziarie”.

Un possibile sodalizio tra il Pd e la destra è ormai più di un sospetto. Una scelta che non stupirebbe particolarmente, ma che, anzi, andrebbe a seguire la linea nazionale di un governo di larghe intese, nel segno di un "Nazareno" in salsa napoletana. Ultima spiaggia per il Pd che vuole riconquistare Napoli, e pur di farlo è disposto a vendere l'anima alla destra, qualunque essa sia (l'anima e la destra).

Su questo è intervenuto il candidato del M5S Matteo Brambilla: "Non serve un'alleanza fra Pd e Forza Italia perché fra Valente e Lettieri c'è un'assoluta identità". E aggiunge: "Forza Italia (in teoria il centrodestra) che supporta Lettieri ha iniziato il corteggiamento del Pd (in teoria il centrosinistra) abbracciato a sua volta dall'Ala di Verdini (nelle cui fila è candidato il figlio di un presunto boss) giunto a Napoli per sostenere Valeria Valente".

Non disdegna l'accordo con il Pd neanche la capolista di Forza Italia, Mara Carfagna, che risponde così su Repubblica alla domanda su possibili accordi con il Pd al ballottaggio: "Fermo restando che siamo profondamente diversi, io credo che le forze che contrastano la cattiva amministrazione di de Magistris abbiano il dovere di valutare insieme in che modo rafforzare l'opposizione" A questo vanno aggiunti due ulteriori indizi.

Il primo risale alle elezioni del 2011 quando su alcuni giornali comparve un appello a favore della candidatura di Lettieri firmato da un gruppo di professionisti di centrosinistra, tra cui molti bassoliniani. "L’appello è lanciato da persone che fino a poco tempo fa ricoprivano incarichi di rilievo in partiti, amministrazioni ed enti pubblici controllati dal Pd e dai suoi alleati. E dietro al manifesto, accusa il candidato sindaco del Pd Mario Morcone, c’è la regia di Claudio Velardi, lo stratega della campagna elettorale di Lettieri: anche lui un ex bassoliniano, assessore con Bassolino sindaco e assessore con Bassolino presidente della giunta regionale" si legge in un articolo pubblicato sul Fatto Quotidiano il 20 aprile 2011

Il secondo indizio arriva direttamente dalle primarie del centrosinistra dello scorso marzo. La competizione ha visto sfidarsi tre candidati del Pd e uno del Psi. Antonio Bassolino è stato il primo a presentare la candidatura, spingendo per le primarie quando ancora a Roma il Pd non aveva individuato un nome. La scelta è poi ricaduta su Valeria Valente, nome pescato proprio dall'area bassoliniana per creare una frattura interna alla fazione del'ex Governatore della Campania. La candidatura di Marco Sarracino, 28 anni, è proposta dai giovani democratici, mentre il Psi decide di presentare un candidato della società civile, Antonio Marfella, oncologo del Pacale di Napoli conosciuto per l'impegno nella questione Terra de Fuochi. 

Dopo la vittoria di Valeria Valente, Antonio Marfella decide di ritirarsi e il Psi si riunisce per decidere se rispettare il patto con il Pd o appoggiare altri candidati. Il direttivo preferisce de Magistris, ma poco dopo arriva l'alt direttamente da Roma. Il segretario nazionale del Psi e viceministro Infrastrutture e Trasporti Riccardo Nencini avrebbe spinto per una lista con il simbolo del partito a sostegno del Pd. Una lista presentata all'ultimo minuto nella quale mancano quasi tutti i nomi più conosciuti del Partito Socialista napoletano. La mossa ha portato ad una profonda frattura interna, così molti iscritti al Psi sono finiti nelle liste a sostegno di de Magistris. Questo perché difficilmente il Psi riuscirebbe ad eleggere consiglieri comunali senza il premio di maggioranza previsto per le liste a sostegno del sindaco vincitore. Ora le ipotesi sono due: o Nencini è pronto a sacrificare il Psi napoletano per rispettare gli accordi con Renzi, oppure è certo che l'unico scoglio sia superare il primo turno, contando su un accordo Pd-Lettieri per il ballottaggio. 

L'unione Valente-Lettieri, però, potrebbe non bastare a battere de Magistris al ballottaggio, soprattutto se i numeri dei sondaggi dovessero rivelarsi fondati. Questo perché il Pd non dovrebbe avere problemi a spostare i "voti politicizzati" sulla figura di Lettieri in caso di ballottaggio, ma farebbe molta più fatica con i voti di opinione, soprattutto quelli più orientati a sinistra. A parti invertite, accadrebbe la stessa cosa per Lettieri se fosse la Valente ad arrivare al ballottaggio. In tutto questo c'è da valutare dove finirebbero i voti dei 5 Stelle, che comunque puntano, con buone possibilità, a portare il proprio candidato Matteo Brambilla al secondo turno. Una sfida a colori che vede competere l'arancione il giallo e molte sfumature di grigio.

 

Foto: Napoli, centro (f.barca)

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