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 Home page > Tribuna Libera > Egemonia culturale e controllo sociale nella società dell’immagine

Egemonia culturale e controllo sociale nella società dell’immagine

Se pensiamo a programmi televisivi come “America’s got talent”, “Survivor” o “X Factor” o ancora “Grande Fratello”, se pensiamo alla grande industria cinematografica di Hollywood, se pensiamo a queste cose e a tante altre ancora ci rendiamo perfettamente conto del concetto di “egemonia culturale”.

La contemporanea società dell’immagine propone icone pop, divi da adorare, sottoculture, mitologie, supereroi, cultura pop e tanto altro. Società dell’immagine che è anche società dei consumi e società dell’apparire.

La società dell’immagine è la sovrastruttura ideologica con la quale il sistema-società contemporaneo guida le masse, guida l’individuo imponendogli una potente egemonia culturale. Grazie a ciò si impone anche una forma di totalitarismo invisibile, un totalitarismo perfetto rispetto ai totalitarismi del passato, un totalitarismo che basa la sua forza, tra l’altro, in un finto pluralismo culturale, il quale si rivela essere, in fondo, un discorso unico senza forma, vuoto, senza significato.

Il pluralismo culturale contemporaneo è costituito da una moltitudine di verità che si sostituiscono continuamente le une alle altre. I discorsi per le masse (comunismo, idealismo, nazismo, fascismo, marxismo etc) del passato, le verità assolute non esistono più: ora c’è un insieme di piccole o grandi verità che hanno portato alla frammentazione e alla disintegrazione della cultura come anche della percezione dell’individuo.

La rivoluzione mass-mediatica contemporanea e la società del consumismo hanno portato a creare un immenso immaginario collettivo, un immenso senso comune che racchiude stili di vita, sogni, ambizioni, modi di fare, sottoculture, atteggiamenti comportamentali etc.

L’immaginario collettivo in alcuni casi assume i connotati dell’isteria di massa, della psicosi collettiva o addirittura della fuga psicogena in una realtà alternativa alla vita reale. Allo stesso tempo nella società contemporanea il confine tra realtà virtuale e vita reale è diventato sempre più labile.

L’uomo contemporaneo, che cresce e vive in un totalitarismo perfetto, è come se fosse in un immenso labirinto dalle mura invisibili, un labirinto di cui egli non immagina l’esistenza, una costruzione labirintica in cui l’individuo è smarrito, impotente, passivo, ma soprattutto controllabile e manipolabile grazie alla sovrastruttura ideologica della società dell’immagine che crea egemonia culturale. Le parole chiave da tenere presente allora sono condizionamento sociale e controllo dell’individuo.

Foto: Johannes Ahlmann, Flickr.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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