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EarthHeart: una goccia d’arte nel cuore della Terra

La gente di Marinduke, un’isola a circa centosettanta km a sud di Manila, si è opposta alla miniera per circa 36 anni. I marendukeni soffrono in seguito ai disastri ambientali causati dalla miniera. Le 3 città a nord dell’isola furono molto colpite dall’impatto dei rifiuti tossici. La loro economia sociale fu distrutta, l’equilibrio ambientale alterato, decine di bambini sono già morti e centinaia stanno morendo.

La miniera è stata aperta nel 1969 da una cooperazione tra la Placerdome, gigante canadese delle miniere, e la Marcopper Mining corp., comproprietarie e manager della stessa miniera.

Un anno dopo la tragedia del 1996, quando un’enorme e massiccia quantità di rifiuti tossici si riversò nei 26 km di fiume a valle, la Placerdome fece come Ponzio Pilato, si lavò le mani dei problemi dell’isola, si dissociò dalla Marcopper, fece i bagagli e disse “bye bye Filippine”.

Questa è la storia di un disastro ambientale causato da una miniera, nelle Filippine tratta dal cortometraggio “The Bleeding Heart” di June Castillo filmaker, che insieme allo scultore italiano Giacomo Stringhini Ciboldi e alla pittrice russa Tatiana Breslavtseva presenteranno la 12ma edizione della mostra EarthHeart a Crema dal 22 maggio al 13 giugno nell’ Atelier d’arte Lil.

Segnaliamo l’appuntamento prendendo spunto dalla recente celebrazione della Giornata della Terra 2009, evento organizzato in modo informale e indipendente per la prima volta nel 1970 con il coinvolgimento di oltre 20 milioni di persone in una serie di manifestazioni che contribuirono decisamente alla creazione della Environmental Protection Agency (EPA) ed al varo del Clean Energy Act.

L’edizione 2009 ha visto il lancio di una grande campagna di sensibilizzazione denominata dagli organizzatori “Green Generation Campaign”, i cui punti fondanti sono rappresentati dallo sviluppo dell’uso delle energie rinnovabili e del progressivo abbandono della nostra dipendenza dai combustibili fossili.

I disastri ambientali, definiti come quei fenomeni che per la vastità del territorio interessato, la gravità degli effetti sugli organismi viventi coinvolti, hanno una vasta ricaduta sull’ambiente naturale e non, possono essere causati o incentivati dall’azione dell’uomo.

Per non cadere nella retorica dell’homo economicus che non ha rispetto di niente se non del suo portafoglio (anche se riteniamo che non sia solo retorica ma un’osservazione sociologica piuttosto attuale!), portiamo l’attenzione ancora una volta sull’importanza di una normativa ambientale più rigorosa.

La Commissione europea (CE) ad esempio, di fronte allo scarico illegale di rifiuti tossici ad Abidjan, in Costa d’Avorio nell’agosto del 2006, ha reagito proponendo una direttiva in forza della quale, per la prima volta, le violazioni gravi alle leggi ambientali saranno passibili di sanzioni a norma del diritto penale vigente negli Stati membri.

E i reati includono lo scarico illegale di sostanze pericolose nell’atmosfera, nell’acqua o nel suolo, che causano o potrebbero causare decessi o lesioni fisiche oppure danni significativi all’ambiente; il trattamento illegale dei rifiuti ivi inclusi i rifiuti radioattivi, che causano o potrebbero causare decessi o lesioni fisiche oppure danni rilevanti all’ambiente; il trasporto illegale di rifiuti a fini di lucro e in quantità significative; il commercio illegale delle specie minacciate e il commercio illegale di sostanze che impoveriscono lo strato di ozono.

Le azioni illegali a fronte di attività ambientali illegali saranno supportate da misure di prevenzione della Commissione Europea come la partecipazione attiva alla Rete europea per l’Applicazione e il rispetto della normativa ambientale (IMPEL), un ente informale che aiuta gli Stati membri ad applicare la normativa ambientale comunitaria.

La novità consisterà nel livello di armonizzazione tra diritto penale nazionale e diritto ambientale. Non ci saranno più sensibili differenze tra le leggi penali sull’ambiente da un paese all’altro e i tribunali potranno lavorare con definizioni comuni dei reati e pari livelli di sanzioni per i reati gravi.

La Terra non è una discarica a cielo aperto. Tutto ciò che riguarda un centro locale come Marinduke nelle Filippine è in realtà la cartina di tornasole di un’emergenza globale che mette in luce la fragilità dell’ecosistema, la violazione dei diritti delle popolazioni, la tutela dell’ambiente e delle acque, e soprattutto che vede la necessità di riconoscere il suolo su cui camminiamo come parte di noi, non qualcosa di estraneo e indifferente. In realtà, anche se sembriamo dimenticarcene, noi nasciamo dalla terra che ha avuto la “gentilezza” di ospitarci, e non si capisce quale sindrome strampalata affligga l’uomo contemporaneo che si vede lui autore di tutte le meraviglie che lo circondano (forse un delirio di onnipotenza?).

Resta il fatto che ci dovremmo preoccupare di preservare il nostro patrimonio naturale come tutto il resto che ci circonda, affinché oltre che nelle foto, sia visibile agli occhi delle future generazioni.

Vi lascio con un dialogo tratto dal documentario sopracitato “The Bleeding Heart” … in cui il narratore chiede ad un abitante di Marinduke se ci sono ancora pesci nel suo fiume... e questa è la risposta:

“… non ci sono più, neanche gli insetti che camminano sulla superficie dell’acqua. Anche se a volte l’acqua sembra pulita si vedono delle bolle che si formano e sul fondo c’è uno strano fango… niente, neanche conchiglie. Non come prima che durante la stagione delle piogge si prendevano gamberi, pesci, conchiglie.. così facilmente. Adesso niente.”

Vorremmo invitarvi a partecipare all’evento lombardo “EarthHeart”, così come a tutte quelle manifestazioni che sono una spinta propulsiva alla tutela del nostro habitat.

Alla fine la sensibilità può essere risvegliata da uno scatto fotografico, da una parola, o da una scultura… e spesso l’arte e la creatività sono un ponte insostituibile tra il cuore e la mente dell’uomo, che nonostante tutte le sue distrazioni è pur sempre alla ricerca della Felicità, quella vera, che non potrà non passare dal riconoscere ciò che è. Parte integrante di Madre Terra.

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