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 Home page > Tribuna Libera > E ti svegli con la vittoria del Brexit

E ti svegli con la vittoria del Brexit

La maggior parte di noi si è recata a letto, nella lunga sera del 23 giugno, con la convinzione che il Remain avrebbe vinto. Questo era almeno ciò che i sondaggi, le trasmissioni televisive, i dibattiti ti avevano indotto a credere.
 
Tanto che diversi giornali nella mattina del 23 giugno si erano sbilanciati proprio sulla vittoria del Remain. Invece, ti svegli, nel giorno in cui la Scozia riconquista nel 1314 la sua indipendenza, nel giorno in cui in Francia verrà adottata la prima Costituzione repubblicana, o nel giorno in cui l'Italia perderà contro gli austriaci la nota battaglia di Custoza, che la Gran Bretagna ha deciso di dire bye bye Europa. Vince il Brexit, con il 51,9% dei voti.
 
In questi giorni è accaduto di tutto, dall'omicidio di Jo Cox, che ha riportato alla mente quanto accaduto in Svezia nel 2003, a tre dal referendum per l'entrata o meno nell'Euro della Svezia. E' accaduto che in Italia si è lodato il sistema "democratico" inglese all'inverosimile, tanto che praticamente molti si sono letteralmente dimenticati che in quel meraviglioso Paese esiste la Monarchia una Monarchia che ha ancora oggi una grande influenza nella vita pubblica. E che Monarchia e Democrazia sarebbero due opposti non conciliabili, anche se in qualche modo lì in modo anomalo convivono.
 
La causa del Brexit è l'Unione Europea stessa. E' l'inevitabile conseguenza del fallimento dell'Unione Europea, del suo capitalismo delle sue politiche estreme liberiste. Dopo il Brexit ci sarà ovunque l'effetto del "si salvi chi può" e per salvarsi non è che le strade siano poi tante. O si ripensa globalmente l'Unione Europea, a partire dalle sue politiche liberiste, dove il bene comune deve ritornare ad essere bene comune, il bene pubblico, bene pubblico, oppure dopo il Brexit sarà veramente l'amen di un progetto idealmente bello, praticamente diventato una catastrofe.
 
Il problema è che sono stati i nazionalismi, estremi o non estremi, a condurre determinate battaglie, ed i nazionalismi hanno portato razzismi, favorito l'affermazione diffusa, seppur non da sopravvalutare, di neofascismi e neonazismi. E se dopo il Brexit, con la probabile vittoria di chi vuole l'uscita dalla inconcludente Unione Europea, si lascerà ai nazionalismi la gestione della eventuale uscita dei vari Paesi dall'Unione Europea, a partire dall'Italia, è facile immaginare il rischio, alto, elevato, di gravi situazioni di tensioni tra i vari Stati. Alla fine dei conti i nazionalismi altro non sono che il peggior effetto collaterale di una Unione Europea che mai ha saputo essere Unione, basta vedere come si è comportata nei confronti della Grecia, letteralmente massacrata, nei confronti dei migranti, inghiottiti nel Mediterraneo, od aver pagato la Turchia per non turbare il sentimento di noi europei.
 
Il Brexit è l'occasione per ripensare l'Unione Europea, e non si dovrà commettere l'errore di lasciare alle destre, ai nazionalismi, la gestione di questa importante partita. Se la sinistra riuscirà ad emergere, e non mi riferisco a quella oggi governativa che di sinistra non ha nulla, e con la quale non è possibile nessun tipo di alleanza, né a livello locale né a livello nazionale, se la sinistra tutelerà i nostri interessi, i nostri prodotti, la nostra economia, dall'agricoltura, alla pesca, i diritti dei lavoratori, i salari, il bene comune, insomma saprà fare politiche di sinistra, grazie ai valori tradizionali di libertà, uguaglianza e fratellanza che dovrebbero caratterizzare il suo cuore ed animo laico, si potrà evitare la morte dell'Unione Europea, altrimenti se si continueranno a lasciare alla destra, alla politica della pancia, questioni vitali, dal punto di vista sociale, il futuro è già tracciato e sarà nero con il chiaro rischio anche di guerre.
 
Marco Barone

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