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Droga da sballo

“Sballo, Nuove tipologie di consumo di droga nei giovani” è una pubblicazione con un taglio sociologico molto approfondito, che descrive le nuove tipologie di consumo di droga nei giovani (www.erickson.it, 2010, pagine 218, euro 14).

L’esposizione è molto fluida e i contenuti possono interessare i giovani, i genitori e naturalmente tutti gli operatori del settore. Le sostanze prese in esame sono la cocaina, l’alcol, le amfetamine, la cannabis, l’ecstasy, la ketamina, gli allucinogeni, gli psicofarmaci, ecc. In sintesi si può affermare che le sostanze stupefacenti vengono assunte per moltissimi motivi: semplice curiosità, per provare sensazioni piacevoli e forti, per rilassarsi, per socializzare e per divertirsi, per combattere la noia e la fatica (fisica e psicologica), per sballarsi, ecc.

In ogni mercato c’è un consumo cha va più di moda e la cocaina rappresenta uno dei vizi più diffusi sul territorio italiano. La popolazione che ne fa uso “è trasversale a ogni fascia d’età, a ogni classe socio-economica, a ogni sesso, secondo modalità che ricoprono le caratteristiche del mercato globale in termini di capillarità e diffusione” (p. 22). Negli ultimi anni in molti paesi europei il consumo di cocaina è più che raddoppiato e questa droga è la più venduta al mondo dopo la Cannabis (mediamente un grammo di cocaina costa 70 euro).

La cocaina e tutte le sue associazioni con altre sostanze, mette in crisi l’equilibrio psicologico e può destabilizzare la vita professionale e la vita relazionale: “Essa può creare una forma molto forte di addiction, di affezione e attaccamento, che è anticipatoria dell’assuefazione, della dipendenza; il cervello fatica a separarsi da una fonte di stimolo e di piacere così potente e così immediata”. In particolare c’è da segnalare la combinazione cocaina-alcol, che sviluppa il “cocaetilene”, un pericoloso principi attivo con micidiali effetti cardiotossici.

Per fortuna i soggetti più razionali sanno che in tutte le droghe il piacere rappresenta un vantaggio a breve termine, la certezza dello stordimento e del rincoglionimento a medio termine, e una grande probabilità di dannazione psicologica a lungo termine. Ma purtroppo esiste una minoranza di persone con una predisposizione fisiologica alla dipendenza e oggi perdura “una dimensione di abuso del consumo, di abuso della ricerca del piacere, di abuso della ricerca di emozioni e sensazioni” che sta conquistando le abitudini delle grandi città, più o meno metropolitane.

Per combattere la spirale della dipendenza bisogna rafforzare il ruolo delle varie associazioni della società civile “nella prevenzione del consumo delle sostanze stupefacenti, proprio per le abilità acquisite e le potenzialità inespresse nel proporre ai giovani e adulti percorsi di inclusione sociale e di sperimentazione di capacità e interessi personali alternativi alle logiche prevalenti della società dei consumi” (p. 56).

Probabilmente anche dei progetti innovativi di educazione sessuale potrebbero facilitare un rapporto più sano con i piaceri del corpo. Infatti quando le persone sono in grado di fare del buon sesso, intenso e creativo, non perdono il loro tempo a rovinarsi la vita relazionale e la salute con il consumo di droga. Tra le altre cose è meglio ricordare che l’abuso di cocaina rende gli uomini fisiologicamente inabili alle sessualità per un po’ di tempo (avviene la stessa cosa con l’alcol).

Comunque in conclusione riporto alcune testimonianze molto significative:

“Bevo per fare il grande, anche per fare alcune cose di cui mi vergogno, per non essere lucido”.

“Cannabis vuol dire trasgressione, significa spingersi avanti per conoscere un nuovo mondo, che poi in realtà non esiste”.

“Quando ci sei dentro alla grande, proprio che consumi tutti i giorni, lì per farti non guardi in faccia a nessuno, vai a rubare anche al tuo migliore amico”.

“Avevo un fidanzato che ne faceva uso con il suo gruppo di amici. Una sera siamo usciti, loro ce l’avevano dietro e mi hanno chiesto se volevo provare… Li avevo visti farlo tante volte, e mi sono detta “fammi provare cosa sarai mai questa cosa!”. Così ho provato…”.

 

Gli autori:

Alessandro Dionigi. Docente di Pedagogia dei nuovi stili di consumo, Pedagogia di comunità e Gestione dei conflitti, presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Bologna. Nel 2010 ha pubblicato “Vecchie e nuove dipendenze. Manuale multidisciplinare” (http://clueb.it).

Raimondo Maria Pavarin. Direttore dell’Osservatorio Epidemiologico Metropolitano Dipendenze Patologiche e del Centro di documentazione sulle droghe dell’Azienda Usl di Bologna. Docente di Epidemiologia delle Dipendenze all’Università di Bologna. È membro della Consulta nazionale degli esperti delle dipendenze. Nel 2014 ha pubblicato “Il consumo socialmente integrato di sostanze illegali” (Franco Angeli). Intervista: https://www.youtube.com/watch?v=InOI2byNm9M.

 

Nota personale - Per fortuna l’età giovanile contiene un grande potere di automedicazione, soprattutto in presenza di una relazione amicale o sentimentale molto significativa. In ogni caso “Bisogna avere dentro di sé il caos per partorire una stella danzante” (Nietzsche).

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