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 Home page > Attualità > Economia > Dove finiscono i miliardi?

Dove finiscono i miliardi?

Nei telegiornali si parla sempre più spesso di miliardi, senza spiegarci che fine facciano, e perché.

I miliardi delle banche

Si parla molto spesso dei problemi e del problema delle banche, delle banche che non finanziano e della loro mancanza di liquidità. Tutti i giorni ne parla qualcuno. Solo che affrontano la cosa senza rilevare mille incongruenze.

Infatti è vero che le banche non finanziano, ma è anche vero che se non hanno soldi, non possono prestarne ad altri. Inoltre le banche prestano danaro per guadagnare e la legge stessa prevede l’obbligo di finanziare solo chi può far fronte con regolarità ai propri impegni. Ed oggi pochi possono dimostrarlo. Stato compreso. A parte questo, però, negano danaro anche ad aziende sane.
 
I miliardi dello scudo fiscale 
Grazie allo scudo fiscale, sono rientrati in Italia 110 miliardi. Ma di questi solo 4,5 sono stati investiti in attività: degli altri 105,5 non si ha traccia.
Perché le banche dovrebbero mettere soldi in aziende in cui neppure i loro proprietari investono i propri capitali? Magari se questi lo faranno, le banche seguiranno (le banche non finanziano al 100%). O forse non ve ne sarà più bisogno.
 
I miliardi della FIAT 
Marchionne, il deus ex machina della Fiat, promette e ripete da anni che investirà 20 miliardi di euro. E’ riuscito così ad ottenere dallo Stato di poter violare accordi e leggi sul lavoro e, con quel miraggio, a far accettare dai dipendenti più lavoro e meno diritti (l’alternativa era il licenziamento). Pure di quei soldi si è visto solo un acconto.
 
I miliardi dell'Europa 
Le banche europee hanno ricevuto 4.500 miliardi di euro. E sono sempre in crisi.
Perché? Che ne hanno fatto del fiume di danaro che abbiamo affidato loro? E di questi 4.500 miliardi? Come hanno fatto a perdere tanto denaro? Solo in Italia i depositi sono di 2.900 miliardi.
Le banche americane avevano i mutui subprime, le spagnole la bolla immobiliare e così l’Irlanda, la Grecia i trucchi del bilancio statale… ma le nostre e quelle del resto d’Europa? 

Forse la spiegazione è nell’acquisto dei titoli pubblici ispano-greco-lusitano-italo-irlandesi, ma se è così allora il rimedio usato è sbagliato. Perché le banche usano quei fondi per comprare nuovi titoli e per pagare vecchi debiti. Ed è sbagliato anche per altri motivi: perché costringe gli Stati e i loro cittadini a coprire le fesserie dei superpagati dirigenti di banca, perché spinge questi stessi dirigenti a continuare nello stesso gioco, perché sposta il problema dal privato al pubblico.
 
I miliardi della crisi mondiale
Standard & Poor’s ha annunciato un mese fa una crisi mondiale da 35.000 miliardi di euro. Ma borse e spread non reagiscono. Gli Usa ci bacchettano per i nostri debiti pubblici eccessivi (Italia al 120%, media europea a 86%), ma loro sono al 125%.
La Banca d’Inghilterra ha annunciato di avere un piano per il dopo euro, grandi banche Usa annunciarono la stessa cosa, Soros pochi giorni fa ha parlato di tre mesi per salvare l’euro, la Lagarde ha ridotto i tre mesi…, ma l’euro costa più del dollaro.
Anzi, dopo l’intervento della Lagarde l’euro è risalito sopra quota 125.
C’era uno, Saddam Hussein, che era disposto ad accettare (ed accettava) l’euro in pagamento del petrolio. E l’hanno eliminato.
C’è un altro, Ahmadinejead, che dice la stessa cosa. Ed è sotto minaccia di guerra. 
Cosa sta accadendo sotto i nostri occhi?
Perché la Lagarde, Soros e le banche angloamericane lanciano grida d’allarme? Per avvisare chi? Per ottenere cosa?

A pensarci un momento la cosa non ha senso. Certo non lo fanno per avvisare sé stessi o i grandi finanzieri, le banche e i banchieri. Quelli lo sanno già come loro.
Non lo fanno per avvisare la miriade di piccoli risparmiatori e piccoli operatori che, in ogni caso, nulla potrebbero fare per difendersi. O quasi. Possono comprare dollari per quel poco che non necessita alle esigenze di vita e lavoro, ma a poco servirebbe. E il dollaro continua a valere meno dell’euro.
Potrebbero comprare qualche immobile da svendere, a crollo avvenuto, per pochi soldi buoni o una cesta di moneta da Repubblica di Weimar. Ma il mercato immobiliare langue.

Potrebbero correre a prelevare dalle banche i risparmi per seppellirli in giardino, ma, in caso di morte dell’euro, a nessuno verrebbe cambiato danaro contante nella nuova (vecchia) moneta oltre mille euro a famiglia o al massimo a persona. Il resto sarebbe carta straccia.
Ma i depositi non calano.

Perché nessuno li segue, nessuno dà loro retta?
Anche in caso non sia un avvertimento, ma un programma. 

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