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Aborto: a Milano "pro" e "contro" la Legge 194

Domani 12 aprile, per le strade di Milano due gruppi si faranno portavoce di ideologie contrapposte, e marceranno per le strade della città in nome della legge 194. Da una parte il Comitato referendiario No-194, che vuole abolire la legge che regola il diritto all'aborto; dall'altra la Rete di Collettive Femministe sfilerà per far valere i propri diritti, e quelli di tutte le donne. Da una parte si marcia per il “diritto alla Vita”, dall'altra “affinchè tutti e tutte abbiano le conoscenze, i mezzi e le strutture per praticare una sessualità consapevole e sana, libera da rischi e da gravidanze indesiderate”.

A prescindere da qualunque posizione di tipo etico, morale o religioso, il diritto all'aborto è un diritto innegabile e renderlo illegale non vuol dire certo sbarazzarsi del problema. Numerose indagini e inchieste hanno infatti rivelato che, nonostante la legge 194, in Italia vengono praticati circa ventimila aborti illegali ogni anno, e queste sarebbero solo le cifra ufficiali fornite dal ministero della Sanità. L'80% dei medici italiani si dichiara “obiettore” e le donne, soprattutto minorenni, che vengono respinte da un sistema che dovrebbe proteggerle, proprio in base a quel tanto citato “diritto alla Vita”, si ritrovano ad abortire nel bagno di casa o in ambulatori clandestini.

Questa mappa, pubblicata dall'Internazionale in un'inchiesta sugli obiettori di coscienza in Italia, mostra la densità di medici obiettori nelle diverse regioni italiane.

"Nel meridione si trovano le regioni a più alta densità di ginecologi obiettori di coscienza. La regione con più alto numero di obiettori è il Molise con l’85,7 per cento di medici obiettori, seguito dalla Basilicata dove gli obiettori sono l’85,2 per cento, quindi dalla Campania con l’83,9 per cento e dalla Sicilia con l’80,6 per cento di obiettori. Nel nord la provincia di Bolzano è quella in cui l’obiezione è più diffusa con l’81,3 per cento, seguita dal Veneto con un tasso di obiezione del 76,7 per cento. In tutto il paese la percentuale non scende mai al di sotto del 50 per cento, tranne per la Valle d’Aosta dove gli obiettori sono il 16,7 per cento".

I dati qui riportati dimostrano chiaramente quanto possa essere difficile per una donna italiana usufruire di un diritto garantito da una legge di Stato, legge che è stata smantellata da quelle stesse persone che dovrebbero proteggerla.

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