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Diritti o Potere? Unioni civili, Bagnasco, immigrazione e lavoro

Dice Bagnasco che quello dei figli non è un diritto (rivendicato dalle migliaia e migliaia di persone che sabato sono scese in piazza per il DDL Cirinnà). Che i figli devono avere delle certezze, un padre e una madre...
Ma oggi viviamo in un mondo dove una dopo l'altra crollano le certezze: quelle del lavoro, per esempio. 
I 1700 dipendenti dell'Ilva hanno occupato l'azienda per i timori legati al nuovo piano industriale. Perché va bene la sicurezza del padre e della madre, ma c'è anche la sicurezza di un posto di lavoro, di uno stipendio dignitoso.
E poi ci sono i diritti che stiamo negando, come Europa, ai profughi che scappano dai paesi in guerra. Ghettizzati, reclusi in campi sorvegliati dalla polizia, marchiati, i loro beni presi dai governi come risarcimento per l'accoglienza. 

Ma tutto questo succede un po' lontano da Roma e magari poco interessa a Bagnasco (altrimenti verrebbe organizzato un migranti day, un lavoro day ..). Non interessa dei migranti e non interessa dei diritti civili che non vengono molto tollerati in Arabia e Iran, nostri cari partner commerciali (anche dei politici che scendono in piazza per il family day).
E allora viene da pensare che più che ai diritti, interessi mantenere saldo l'asso del potere. 
Che poco ha a che fare coi diritti, che la nostra Costituzione (spesso tirata in ballo a sproposito) riconosce.
 
Foto: Upsolon/Flickr
Questo articolo è stato pubblicato qui

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