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Dimissioni di Riccardi? Penose strumentalizzazioni

Siamo davvero sicuri che il ministro Riccardi non abbia ragione? E siamo davvero così sicuri che non ci siano altri motivi ben più gravi per scandalizzarsi?

Il ministro Riccardi non ha alcun motivo per dimettersi, non più dei motivi a carico dei molti altri personaggi assolutamente squallidi e che, invece, riscuotono stipendi elevatissimi nel silenzio ipocrita totale. 

Alfano, bontà sua, in giornata era riuscito a chiudere la questione, ma la figuraccia è fatta. E non da Riccardi, certo.
 
I senatori che si scandalizzano non hanno chiesto a loro tempo le dimissioni di Lusi e di Boni accusati di gravi malversazioni. Men che meno hanno preso a calci nel sedere, come si merita, Kim Jong Bossi quando suggeriva usi impropri del tricolore, ma contemporaneamente era ministro. Né quando pacatamente criticava concetti che non condivideva
 
Né mi pare che questi senatori abbiano fatto granché con i condannati in Parlamento, con chi vuole alzarsi lo stipendio, con chi parla di sfigati, men che meno si scandalizza per Calderoli, per Gentilini, per Borghezio e per il rispettivo razzismo sfrenato e omofobo.
 
I senatori di cui sopra hanno chiesto le dimissioni di Berlusconi quando ha bestemmiato, baciato la mano a Gheddafi e definito un maestro di democrazia Mubarak?
 
E quando La Russa parlava un inglese penoso o ha compiuto una serie infinita di figuracce? I senatori che ora sono in prima linea dove solo?
 
Sarà per questo che la politica e le sue strumentalizzazioni fanno schifo?
Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.242) 13 marzo 2012 11:44

    Siamo sicuri . Riccardi ha straragione ,la sua unica colpa è quella di avere detto la verità e in questo paese di mariuoli la verità non bisogna mai dirla .
    Mentire è il comandamento che ci giunge da Sacra Romana Chiesa e i nostri politici sono tutti fervidamente impegnati(anche quelli che si dichiarano laici) ad osservare scrupolosamente il verbo divino .
    Mica vogliono fare peccato .

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