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 Home page > Tribuna Libera > Dimissioni di Ignazio Marino. E poi?

Dimissioni di Ignazio Marino. E poi?

Il mondo alla rovescia descritto nelle favole per bambini di Gianni Rodari, oppure il Pinocchio di Carlo Collodi sono ormai diventati il penoso paradigma di questo paese.

Un paese, mi riferisco all'Italia ovviamente, che non pone limiti all'indecenza e dove decisamente vive bene chi ha un basso tasso di moralità, un senso etico approssimativo ed un elevato istinto naturale nell'arte del delinquere.

Chi non rientra in questi canoni, e non mi riferisco certo a bacchettoni moralisti né tanto meno a perle di santità, diciamo chi ha una media accettabile di valori civili, ci vive decisamente male o quanto meno è soggetto a digerire rospi quotidiani di ogni genere. E' certamente un problema di educazione o di cultura, ma qualcuno suggerisce addirittura che ormai sia entrato definitivamente nel DNA italico, ovvero nel patrimonio genetico degli italiani.

Sia come sia sta di fatto che oggi definire "persona onesta", in senso lato, qualche nostro compatriota è impresa più difficile che scoprire la massa del neutrino per cui due fisici, il giapponese Takaaki Kajita ed il canadese Arthur B.Mc Donald, hanno vinto il premio Nobel per la fisica 2015. Si tratta "quello della metamorfosi del neutrino" di una delle frontiere estreme della ricerca scientifica ed è facile intuirne le difficoltà e la complessità che hanno dovuto affrontare le equipe dei due ricercatori.

Poca cosa o nulla se qualche studioso decidesse di sondare e certificare "l'onestà" di un nostro politico, tanto per prendere la classe che ci rappresenta, in questo caso direi degnamente. Siccome da ultrasessantenne ho maturato una certa conoscenza del fenomeno, ho potuto constatare, seppure nel mio piccolo, che soltanto i "veramente peggiori",intesi come cialtroni e vagabondi nulla facenti con scarsa attitudine al lavoro o allo studio tentano, quasi mossi da un istinto primordiale, di salire su quell'ascensore sociale che è la politica, un passepartout che può dare quello che con il poco impegno e le scarse qualità probabilmente sarebbe impossibile conquistare. Un modo insomma per vivere bene, per non dire da nababbi, senza dover lavorare. E' una verità certamente all'ingrosso, ma è ampiamenbte certificata. Chi non la vede è ceco, un po' gnocco oppure è intortato.

Dopo la lunga premessa, che probabilmente a molti, spero minoranza, suonerà come trionfo di demagogia e qualunquismo, passiamo alle vicende del sindaco di Roma Ignazio Marino. Premesso che l'onestà è, o meglio dovrebbe essere, una pre-condizione non esaustiva, per assolvere ad un ruolo pubblico o istituzionale.

Domanda aurea: il sindaco Marino è una persona onesta? Si ,no, forse, boh!

Se guardiamo ai fatti di sicuro c'è stato e c'è un complotto gigantesco di corrotti e collusi con "mafia capitale" per farlo fuori, non foss'altro perché Marino sembrerebbe distonico con il famigerato "mondo di mezzo" di quei campioni dell'intrallazzo che rispondono al nome di Carminati o Buzzi, perfettamente integrati e sincroni in un sistema armonico di affarismo delinquenziale che va oltre la distinzione politica e che affonda nel profondo delle istituzioni non solo capitoline ma nazionali. Massimo Carminati è uomo di destra estrema con un curriculum delinquenziale di tutto rispetto, mentre Salvatore Buzzi è di area PD, ovvero di teorico centro sinistra, anche se con Renzi la parola "sinistra" suona un po' stonata. Poi c'è un certo Luca Odevaine che ha attraversato tutti i governi della città da Veltroni in poi. Insomma il pesce Marino nuotava in un laghetto puzzolente niente male, dove per distinguere il sacro dal profano ci sarebbe voluto uno sveglio come una civetta, qualità che certo non sembra appartenergli.

In aggiunta si è mosso l'interesse legittimo, anche se al di sotto di ogni sospetto, di tutto quel mondo politico, dai Fratelli d'Italia al M5S e perfino la Lega di Salvini, ai quali non par vero di strappare la capitale dalle grinfie di Matteo Renzi, il premier che ha tergiversato su Marino nella maniera più ambigua possibile. Non lo ha supportato perché non lo stima e perché non è uomo del suo cerchio magico toscano. Non lo ha subito delegittimato o messo in condizioni di andarsene perché Matteo Renzi teme le elezioni romane come la pece bollente; sa che rischia di cedere la capitale al M5S che, forse, sempre al netto di sorprese ,è l'unica forza politica che può definirsi "pulita" e senza scheletri negli armadi, che di questi tempi non è poca cosa.

E allora Renzi lo ha lasciato cuocere nella sua insipienza; perché una cosa è certa: Marino non sa fare il sindaco, è del tutto fuori posto e la sua onestà, vera o presunta, non può diventare il telo copritutto di una situazione che sta deteriorandosi sempre di più. Ma è anche vero che tutti gli hanno giocato contro.

Roma è più sporca e malandata di prima, forse di quando già lo fosse con Alemanno, il che è tutto dire. Nella capitale non funziona praticamente niente e il controllo della legalità, anche quella spicciola, è pura utopia. In televisione si scopre una realtà ai limiti dell'immaginabile, come vigili che assistono imperturbabili alla vendita di foto da parte di abusivi, in una giornata di entrata gratuita, senza muovere un dito e quando sollecitati di intervento dalla giornalista di turno passano all'intimidazione della cronista. Insomma l'impressione è che ,supportata da interessi convergenti, tutto abbia congiurato contro questo questo sindaco sicuramente incapace. Vladimir Lussuria, ironizzando, ha perfino ipotizzato che per lui fosse già pronto l'ennesimo e tradizionale scandalo sessuale ad orologeria per farlo fuori.

Infine, dopo il commissariamento di fatto della capitale con la nomina a prefetto di Franco Gabrielli, in veste di tutor del sindaco e dopo la penosa vicenda di Papa Franceso che bastona pubblicamente Marino per il suo viaggio in USA, un fatto che denota plasticamente la assoluta anormalità di questo paese, è arrivato come il cacio sui maccheroni, l'affair degli scontrini sulle spese del sindaco.

Che l'inghippo sia stato "scoperto " da uomini di Alfio Marchini che rappresenta una lista civica di opposizione, dai pentastellati, dal partito della Meloni o da chi chessia, poco conta. Il punto è che risulta, o meglio risulterebbe, che Marino, con codazzo di famiglia e circondario, ha "sbaffato", termine per dire pranzato lautamente e ripetutamente, con la carta di credito del Comune. Gli investigatori, peraltro molto interessati, hanno scovato ristoratori che forniscono versioni decisamente diverse da quelle dichiarate dal sindaco, che si è giustificato con "pranzi istituzionali".

Ergo Marino è, o sarebbe se tutto venisse provato, un bugiardo e pure ladro, venendo quindi meno la sua presunta unica qualità finora riconosciuta, ovvero l'onestà. E qui si innesta la vecchia polemica, molto cavalcata dai suoi detrattori, secondo la quale anche negli USA, in quel di Pittsburgh, Marino venne allontanato dal suo incarico presso l'UPMC (University of Pittisburgh medical Center) per fatti legati a rimborsi non dovuti ed indebitamente percepiti. Insomma Marino ci sarebbe ricascato.

Ma ancora più penosa è stata la difesa di ufficio fatta dallo stesso Marino che, per tentare di troncare la bufera degli scontrini sul nascere, ha proposto di donare i circa 20.000 euro di bagordi (tanto è quanto gli è stato imputato) in beneficenza e di restituire la carta di credito in sua dotazione come sindaco. Una difesa quasi infantile perché, sempre se fosse tutto provato, dovrebbe intanto restituire i 20.000 euro indebitamente sottratti alla casse del Comune, poi c'è la squalifica morale e politica e infine probabilmente anche i risvolti legali, perché sempre di truffa trattasi ,anche se il rubare in questo paese è cosi' largamente diffuso che quasi non viene più percepito come reato.

La vicenda si conclude con una comunicazione sul web di Ignazio Marino che, dopo le pressioni di Renzi e seppur difeso dal referente romano del PD Matteo Orfini, decide di dimettersi. Un pistolotto tutto sangue e livore diretto a chi lo ha trombato (leggi Renzi) e a chi non ha capito le sue grandi qualità di sindaco anche se, a mio parere, sono rimaste del tutto inespresse. In sostanza cede ad un "complotto", come ormai da prassi nostrana, ordito dai "poteri forti " e dalla parte purulenta e fraudolenta della società romana, quella verso la quale lo stesso Marino aveva tuonato con piglio battagliero: "Ritornate dalle fogne dalle quali siete usciti ". Dimissioni peraltro annunciate che, come afferma lo stesso Marino, potrebbero essere tuttavia ritirate entro venti giorni a termine di legge, se maturassero le oppurtene condizioni. Insomma lasciamoci sempre aperta una scappatoia, non si sa mai. Altro indizio che non depone a favore dell'ex chirurgo.

"Quali condizioni? Ah Marino te ne devi annà, u'n te volemo!!" detto in esplicito , mentre sotto sotto "Aridatece quelli de prima!". Questo è "l'dem sentire" (come direbbe un leghista) della maggioranza dei romani o presunta tale, visto che la società civile romana, ammesso che esiste, non si palesa assolutamente, forse unica eccezione Alfio Marchini, dando l'idea che è tutto uno scontro interno tra fazioni politiche interessate a mettere le mani sui cospicui finanziamenti concessi a "Roma caput mundi". E intanto arriva pure il Giubileo a complicare tutto, tra sporcizia, assenteismo istituzionale, strade con buche che sembrano crateri, abusivismi alla luce del sole, mezzi pubbilici da quarto mondo, metropolitana stile far west, fregature ad ogni angolo della città ecc.....

Marino se ne va , e poi ?

 

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.147) 11 ottobre 2015 08:52

    Per la redazione :
    Preciso che nell’articolo mi riferivo (vedi link in rosso introdotto )non alla vendita di foto da parte di abusivi (comunque altra perla ) ma si faceva espressamente riferimento alla vendita di biglietti di entrata ai monumenti in una giornata di libero ingresso .E questo sotto gli occhi dei vigili e a pochi metri di distanza.

    saluti

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