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Digitale terrestre for dummies

Lo switch off spiegato ai telespettatori del Tg4. Ecco come Fede si è inerpicato per le vie petrose del digital divide. Tradendo la propria idea di spettatore modello: un imbecille.

Ieri switch off per vasta parte del nord. Preallarmato, annunciato in coda ad ogni programma. Tutti grossomodo alla stessa maniera, come se la nota fosse identica per tutti, trasversalmente. Tutti, tranne il Tg4. Emilio Fede, in ossequio al personaggio, fa eccezione e la racconta a modo suo. La tirata del Digitale Terrestre la sta proponendo da tempo, durante i minuti finali del suo Tg, con toni prima rassicuranti, poi allarmistici. Ma sempre nel registro dell’eccessivamente elementare. Esempio.
 
“Vi ricordo che dal 18 maggio [elenco delle zone coperte dal passaggio] dovranno dotarsi di un decoder Digitale Terrestre. Eccolo qua [immagine], è un oggettino piccolo, simpatico, e costa pochi euro, 19 o 20. Facile da installare. Mi raccomando perché se non lo comprate non ci vediamo più [ridolino]. Rete4 e Tg4 non li vedete più. Capito? E poi che facciamo? Ci scriviamo? Non credo [ridolino]. Per cui, mi raccomando”.
 
E’ evidente che il messaggio cerchi di confarsi alla platea, tendenzialmente anziana, forse dura d’orecchio e comprendonio. Come dimostra, infatti, l’ ultimo appello di ieri. Extrema ratio. “Facciamo vedere il cartello”. “Senza questo ecc. ecc.”. Esplicito, come se lo stesse indicando, gesticolando vistosamente.. Tac: logo del tg e della rete barrati da una grossa croce rossa. Ridolino.
 
Come a dire: capito? Io come aggettivo userei ”spaventevole”.
A volergli fare il pelo, le rassicurazioni economiche sul decoder non troverebbero neppure conferma: il mezzo proposto in video, quello dei “19 euro”, costerebbe in realtà, su internet, 139 €. Così, giusto per dare un po’ l’idea d’informazione e veridicità che si ha a Milano 2. L’idea che Fede, tornando alla croce sopra al logo di Rete4 e il suo ridolino, ha dei propri telespettatori: dei perfetti idioti.
 
Domanda: che abbia ragione?

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.203) 19 maggio 2010 11:11
    Damiano Mazzotti

    Gli italiani sono bravissimi a complicare le cose per far lavorare gli amici degli amici...

    Divertitevi con il vostro groviglio di fili e caos di tessere... E centinaia di canali che nessuno potrà mai vedere... Fra poco scoppierà la bolla dei canali digitali...
     
    Vi fanno credere di poter vedere e avere tutto e poi vi ammazzano di lavoro o di disoccupazione...

    Io preferisco leggermi un bel libro per evitare di farmi buggerare...

  • Di poetto (---.---.---.170) 19 maggio 2010 14:57

     

    Conosciamo Fede da anni e, oramai, non ci sorprendiamo più di nulla.

    La Sardegna è stata una delle prime regioni ad essere stata totalmente “digitalizzata”.

    È stata la prima “vittima” di un sistema che ha molti difetti.

    Trovo che sia stato scorretto costringere la gente ad adottare, in tempi relativamente brevi, il sistema digitale, costringendo a spendere di tasca propria per scelte fatte sulla loro testa.

    Avrebbero dovuto lasciare i due sistemi, analogico e digitale, per almeno cinque anni, in modo da far passare la transizione in maniera soft, dando il tempo sia di correggere i problemi, numerosi che hanno colpito in molte zone, problemi non presenti con il sistema analogico, sia di rendere meno pressante la spesa da parte dei cittadini.

  • Di (---.---.---.38) 10 giugno 2010 09:25

    Considerando che il passaggio al digitale ha creato già seri problemi di ricezione nelle regioni raggiunte dal segnale, e che all’estero è considerata una tecnologia vecchia e superata, valeva la pena di investire tutti questi soldi sul DTT?

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