• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Destra, sinistra e l’inconsistente "oltre" di Grillo

Destra, sinistra e l’inconsistente "oltre" di Grillo

Molti osservatori hanno fatto notare una cosa semplice semplice riguardo al caso Grillo.

Cioè com’è facile non essere né di destra né di sinistra solo perché si è evitato con cura di affrontare gli argomenti sui quali o si è di destra o si è di sinistra.

A nulla valevano le domande, gli appunti, le contestazioni o anche le provocazioni. L’ottusa sicumera con cui ci venivano date le risposte sembrava parlare con la voce metallica di un robot. Preregistrata e per ciò chiusa ad ogni dubbio, ad ogni perplessità.

Siamo “oltre” le differenze e tanto bastava.

E così, per non aver voluto scegliere, al bivio, se girare da una parte o dall’altra, il M5S è andato diritto prendendo in pieno un palo sulla questione “clandestinità”. E qualcuno sicuramente si sarà fatto male. Perché fanno male le delusioni e fa ancora più male doversi svegliare all’improvviso aprendo gli occhi sulla propria ottusità.

La cosa era così facilmente prevedibile che sconcertava l’entusiasmo un po’ inebriato con cui la “novità” grillina era stata accolta.

Ora si spera che molti rinsaviscano e si riprendano dalla sbronza del vaffa continuato e aggravato perché c’è parecchio da fare. Essere avversi al Movimento di Grillo e Casaleggio non voleva affatto dire - come continuavano ad affermare gli estimatori del duo in questione, sotto l’effetto di troppo alcool politico ingurgitato - essere contigui o peggio conniventi con la casta politica contemporanea. Semplicemente, pur essendo critici, c'è chi non si è bevute le panzane dell’uno-vale-uno, della democrazia via web e così via, puttaneggiando.

Chiarito l’equivoco, resta comunque la improrogabile necessità di ricostituire un tessuto politico e sociale - e prima ancora culturale - devastato dal ventennio berlusconiano e dallo speculare ventennio di sbracamento della sinistra.

C’è molto da fare per rimediare ai danni apportati dalla “cultura” a tette-e-culi che “l’ottimismo della catastrofe” favoleggiato da Grillo avrebbe solo aggravato, fino al presumibile collasso finale non solo della classe politica, ma dell'intera struttura sociale.

C’è molto da fare e per cominciare riprendiamo in mano le “vecchie” differenze fra destra e sinistra, a partire da quella redistribuzione dei redditi indispensabile dopo una stagione ventennale di arricchimento progressivo dei più ricchi e di impoverimento implacabile dei più poveri. Riprendiamo le differenze ricordando che fenomeni epocali come i giganteschi flussi migratori non si affrontano - e tantomeno si risolvono - con i campi di concentramento; o che il problema dello "sballo" giovanile non si affronta con la galera che fa diventare criminali cronici dei ragazzi solo un po’ fuori di testa.

Non si affrontano le questioni complicatissime ed estremamente articolate delle società moderne, tendenzialmente multietniche e parcellizzate, globali e nello stesso fortemente "locali" senza aver minimamente affrontato quei problemi in un programma di governo sensato, approfondito ed elaborato in modo intelligente, ma semplicemente “affidandosi alla rete”, come se fosse un luogo magico in cui tutto si risolve da sé.

Perché dopo un bivio ce ne sarà un altro. E poi un altro ancora e ancora altri. E se ogni volta andate a sbattere contro un palo, cari miei, la testa alla fine ve la rompete.

 

Foto: Luca/Flickr

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares