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Design motivazionale dei social network

Dopo Elementi teorici per la progettazione dei Social Network - di cui avevo parlato in questo post - Gianandrea Giacoma, psicologo, collaboratore nel Dipartimento di Psicologia dell’Università Cattolica di Milano e all’Osservatorio sul Knowledge Management PKM360°, e Davide Casali, consulente informatico e web designer laureato in Teoria e Tecnologia della Comunicazione, proseguono nel loro studio sulle componenti psicologiche e sociali che definiscono ed animano una rete sociale online.

Il nuovo lavoro, dal titolo Design motivazionale - Usabilità sociale e Group Centered Design, si focalizza in particolare sul mondo aziendale, evidenziando ancora una volta l’attenzione non sull’utente ma sulla persona. Dicono gli autori nell’introduzione:

L’utente torna ad essere “persona”, quindi considerata anche sul livello psicologico, motivazionale e comportamentale, senza scissione fra mondo fisico e mondo digitale: la persona è una, con differenti livelli in rapporto al contesto che si va ad osservare.
Si tiene quindi conto di comportamenti non solo online e delle dinamiche che sottendono i suoi comportamenti, producendoli e incanalandoli.
Uno dei punti fondamentali, che riprenderemo durante il documento, è l’alleanza con la persone e non solo con l’utente e il professionista che utilizza un sistema a social network.
Abbiamo chiamato questa metodologia il Design Motivazionale.

In ogni social network, in ogni sistema che abbia un livello minimo di funzionalità in grado di favorire l’interazione interpersonale, vi sono un insieme base di Motivazioni Relazionali, di forze di natura istintuale e psicologica che spingono l’utente a partecipare attivamente alla vita della comunità. Competizione, desiderio di eccellere, curiosità, senso di appartenenza ad un gruppo sono elementi che non possono essere ignorati nella progettazione o nell’analisi di una rete sociale online, sia essa aziendale o rivolta a tutto il Web.

“Capire le modalità espressive delle Motivazioni Relazionali permette di approcciare meglio i progetti”, sostengono gli autori, dedicando al Design Motivazionale un’attenta analisi, derivante anche dalle loro esperienze “sul campo”, nell’arena delle realtà aziendali.

Il Design Motivazionale è una combinazione di progettazione centrata sull’utente, di usabilità sociale e di dinamiche motivazionali sempre sotto il vincolo dei flussi circadiani e dei bisogni funzionali, cioè dei motivi pratici che spingono gli utenti ad utilizzare i social network. Stimolare la reale partecipazione e la collaborazione all’interno del mondo aziendale è una sfida che può essere vinta attraverso la graduale unione delle due anime che convivono in un individuo in questo contesto, quella della persona e quella del professionista.

L’ultima parte del lavoro fornisce una preziosa guida per la fase che precede la progettazione vera e propria, quella dell’analisi, che permette di “ottenere tutti gli elementi necessari per fornire alla progettazione un panorama chiaro di quali siano le forze in gioco e a cosa si debba prestare particolare cura”. Cosa e come analizzare, su quali punti focalizzare l’attenzione, quali documenti produrre: queste sono le informazioni che Gianandrea e Davide forniscono ai lettori interessati.

Una raccomandazione in particolare gli autori tengono a dare; visto che una rete sociale è un sistema complesso

il metodo migliore per progettare sistemi [...] è quello di effettuare una implementazione graduale: piccoli cambiamenti per gradi, progettando, implementando e rilasciando singole funzionalità atomiche, per poi osservare le trasformazioni che queste modifiche causano nelle persone e sull’utilizzo dello strumento.

Un testo, questo, di grande aiuto per chi debba progettare ex novo o ridisegnare una piattaforma di social networking a cui, forse, è necessaria un’ulteriore fase di editing per limare qualche imperfezione ed alcuni passaggi oscuri: alle volte la volontà di utilizzare definizioni formali appesantisce la lettura, rendendo più difficile la comprensione di alcuni concetti.

Ma, ricordiamo, quest’opera nasce in un’ottica collaborativa e di work in progress: chi volesse contribuire con suggerimenti, proposte, critiche potra farlo tra breve in un apposito wiki.

Approfitto di questo post per segnalare un paper affine, A cognitive perspective on social informatics”, scritto da Keiichi Nakata dell’Università di Reading (UK). In questo lavoro viene proposto di sviluppare un campo di studi che si dedichi all’human–community interaction. Nella tradizionale HCI (Human-Computer Interaction) il focus è rivolto all’interazione tra essere umano e sistema informatico; nella nuova disciplina il sistema è rappresentato dalla comunità, visto come un insieme di sistemi complessi.

Dice Nakata:

Favorire la partecipazione, o incrementare la cooperazione, è una direzione [da prendere].
Questo include ricerche sui social network ed i loro elementi tecno-sociali come fiducia, facilità di partecipazione ed usabilità [...]. [Tutto ciò] per consentire agli individui di creare un miglior modello mentale delle comunità e delle interazioni con esse.


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