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Della Valle attacca Marchionne, il "furbetto cosmopolita"

Il settore del lusso è in crisi, l’industria italiana annega in un mare di promesse non mantenute da parte di manager discutibili. E il Signor Tod’s si scaglia contro l’incapacità conclamata di Marchionne

Uno è il profeta del made in Italy di qualità: solo a vederlo in TV ci si fa un’idea di cosa possa significare ai giorni nostri “Italian Style”. Diego Della Valle non è uno qualunque, lo si capisce da tante, troppe cose. Alla guida di un impero del lusso, insieme al fratello Andrea, boccia e scarica senza appello la dirigenza Fiat, definendo “due furbetti cosmopoliti” l’accoppiata Marchionne-Elkann.

E ci va giù pesante: perché gli imprenditori italiani non vogliono essere accomunati a gente come gli azionisti di riferimento Fiat, né al suo amministratore delegato. Non lo dice chiaramente, ma dalle parole di Della Valle traspare tutta l’ostilità nei confronti dell’uomo di Mirafiori, quello che propone referendum per istituire la schiavitù in Fiat, salvo poi disattendere gli impegni presi: è evidente che Marchionne è il più sopravvalutato tra i manager italiani.

Mr.Tod’s non ci sta: una delle più grandi storie industriali italiane è ormai sull’orlo del precipizio. Termini Imerese è un ricordo, Pomigliano è probabilmente prossima alla chiusura, il mercato dell’auto è crollato sotto il peso dei costi esorbitanti di benzina e assicurazioni. A questo si aggiunga l’impossibilità pratica di acquistare un’auto, per chi non disponga di un reddito. E in Italia, purtroppo, sono in tanti.

Ma Marchionne è pur sempre un genio: grazie ad un assurdo referendum, appoggiato e condiviso dall’allora premier Berlusconi, è riuscito a ridurre all’osso le garanzie e i diritti dei lavoratori della fabbrica torinese e a far fuori la FIOM.

Ma è la crisi economica che sta facendo fuori il grassoccio italo-canadese in maglione blu, capace unicamente di trasferire le aziende in paesi in cui può sottopagare gli operai. Ricorda un po’ quel vecchio professore che pensava di risanare l’Italia aumentando il prezzo della benzina. Il periodo attuale sta mostrando tutti i limiti dell’alchimista teatino, lo stesso che qualche mese fa inveiva contro Volkswagen, azienda tedesca colpevole di saper fare il proprio lavoro: costruire ottime auto, assicurando standard di lavoro all’avanguardia ai propri operai. Altro che i i miliardi previsti da Fabbrica Italia, progetto definito vetusto e pertanto accantonato dal Lingotto. Tanto, il ministro Passera che nei giorni scorsi chiedeva chiarimenti in merito, è per ora impegnato in campagna elettorale. Non può fare molto caso a queste inezie…

Della Valle parla a ruota libera: non vuole essere accomunato a coloro i quali non si curano minimamente degli effetti delle proprie scelte, e di come questi si possano ripercuotere pericolosamente su tutto il paese, è fiero di essere italiano e di rispettare i propri dipendenti.

Che dire? Uno così lo vorremmo candidato alla guida del paese.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.231) 17 settembre 2012 10:20

    Marchionne è un gran magnager. Della Valle un gran manager, ha pienamente ragione.

  • Di (---.---.---.82) 17 settembre 2012 12:34

    Per me uno così è bene che resti invece un imprenditore e continui a fare bene il proprio lavoro. Se in Italia gli imprenditori continuassero a fare gli imprenditori e gli esperti di politica ed economia facessero politica sul serio, forse le cose andrebbero meglio. 

  • Di Nicola Spinella (---.---.---.156) 17 settembre 2012 13:50
    Nicola Spinella

    hahahah gran Magnager non si può leggere proprio hahahaha

    Mah che dire... mi piace che ci sia qualcuno che gliele canti a questo sordido personaggio dagli impresentabili maglioni blu.
    E’ vero, meglio che della Valle rimanga a fare l’imprenditore. Allora, diciamola tutta: ci vorrebbero politici ed economisti con lo stile di Della Valle.

    Se invece eleggerete Berlusconi a prototipo dell’imprenditore-politico...
    beh...

    IMMAGINATE VOI!
  • Di (---.---.---.151) 17 settembre 2012 14:52

    Contro i noti pregiudizi invallicabili sulla FIAT , perchè nel progetto di ristrutturazione (vero) dell’azienda non cambiare il logo in FERRARI AUTO.

  • Di (---.---.---.173) 23 settembre 2012 20:07

    Giro di valzer >

    Con il Def appena elaborato Monti conferma che il PIl calerà anche nel 2013. Di ripresa se ne riparlerà nel 2014.
    Monti perciò usa tutte le risorse disponibili per tenere i conti in ordine fino a dicembre. Dal 2013 sarà compito ed onere del futuro governo conseguire il previsto pareggio “strutturale” del bilancio e, magari, trovare anche le risorse per innescare la ripresa.

    Fornero attendeva “chiarimenti” sulle strategie di Fiat. Adesso sa che Marchionne è disposto a investire in Italia “nel momento idoneo”, cioè quando ci sarà la ripresa del mercato.
    Al momento basta un gruppo di lavoro che studi gli strumenti per migliorare l’export del settore. Dal 2013 sarà il futuro Ministro del Lavoro a cercare i soldi per consentire l’impiego di ammortizzatori sociali oltre i limiti fissati proprio dalla Fornero.

    Ergo. Come Monti anche Marchionne resta in attesa di “tempi migliori”.
    La crisi non si supera con i “giri di valzer” di Pantomima e Rimpiattino

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