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"Dell’Utri ebbe un ruolo politico di utilità per Cosa nostra". Requisitoria al processo d’appello

Il pg analizza le deposizioni del pentito Tullio Cannella nel corso della sua requisitoria al processo d’appello a carico del senatore Pdl Marcello Dell’Utri. Il pentito ha raccontato quale alternativa proponeva Bagarella allo schieramento pacifista di Provenzano che, nel 1993, voleva sospendere la strategia stragista di Cosa nostra. Si tratta del partito Sicilia Libera: un partito meridionalista di Cosa nostra. Una "Lega" del sud. Il progetto non andò in porto e Cosa nostra si orientò "verso Forza Italia". Ma Bagarella voleva inserire almeno un suo candidato nella lista del partito di Berlusconi. E per farlo aveva bisogno di qualcuno che potesse "ordinare a Micciché quello che deve fare". Dei <<movimenti separatisti>> tipici di <<tutto il Sud>> il pentito Tullio Cannella, emissario politico di Bagarella e fondatore del movimento Sicilia Libera, ha raccontato: <<Questi movimenti avevano una contrapposizione "di facciata" con la Lega nord, ma nella sostanza ne condividevano gli obiettivi [...] Tutte queste iniziative nascevano dalla volontà di Cosa nostra di "punire i politici una volta amici", preparando il terreno a movimenti politici che prevedessero il coinvolgimento diretto di uomini della criminalità organizzata o, meglio, legati alla criminalità, ma "presentabili">>. Pubblichiamo di seguito il testo della requisitoria.

Per quanto riguarda le dichiarazioni di Cannella mi fermerò essenzialmente su quella visita che egli ricevette da Cesare Lupo proprio all’indomani dell’oramai ripetuto, reiteratamente ripetuto, arresto del 27 gennaio 1994 in Milano di Filippo e Giuseppe Graviano insieme agli Spataro e D’Agostino che, vi ripeto, è un punto nodale del processo perché da esso scaturiscono diverse conseguenze. Però non posso fare a meno, parlando di Cannella, di riassumere i tratti essenziali delle cose che attraverso di lui sono state acquisite e vi ricorderò che il Cannella Tullio è colui che, per incarico di Bagarella Leoluca, aveva costituito il movimento autonomista Sicilia Libera che aveva quelle connotazioni mafiose di cui la corte è perfettamente al corrente […]. E visto che poi questo movimento autonomista si va via via indebolendo perché Bagarella non vuole sostenere determinate spese e perché, soprattutto, arrivati a un certo punto, ci si orienta, dice Cannella, verso Forza Italia e questa circostanza di orientamento e di simpatia dell’organizzazione mafiosa verso Forza Italia con conseguente abbandono del progetto autonomista di Sicilia Libera, questo diverso e nuovo orientamento si comincia ad apprezzare intorno al mese di gennaio del 1994. Ricorderà la Corte che un mese e mezzo prima delle elezioni, che si svolsero il 27 e 28 marzo del 1994, il Cannella chiese a Bagarella di potere inserire almeno un uomo appartenente alla ormai non più esistente Sicilia Libera nelle liste di Forza Italia. E Bagarella gli dice: parlerò con una persona che è in grado di ordinare a Micciché quello che deve fare. Miccihé, ricordo a me stesso e alla Corte, era la persona delegata proprio da Dell’Utri alla formazione delle liste elettorali di Forza Italia in Sicilia. Dopo avere fatto questa richiesta a Bagarella, Cannella riceve una visita, non si ricorda se fu Tony Calvaruso, un altro che curava la latitanza del Cannella, o Nino Mangano, uomo d’onore di Brancaccio. O l’uno o l’altro che sia gli dicono: tieniti pronto che al massimo tra un giorno, non più di 48 ore ti portiamo da un certo Vittorio Mangano per questa faccenda della inclusione nelle liste. 


Le dichiarazioni di Tullio Cannella

Dice testualmente il Cannella […]: <<Io onestamente avevo fatto un peccato di pensiero. Quando Bagarella mi disse ho la persona, avevo pensato a Lupo [Cesare Lupo …]. Io pensai: “può essere che è Dell’Utri”, però attenzione, non è che quello mi parlò di Dell’Utri, fu una cosa che pensai io. Poi, successivamente, passò del tempo che non si fece sentire. Lo incontrai e mi disse: guarda, non c’è più niente da fare perché è troppo tardi per metterlo nelle liste>>. Quindi, quando lui sente il Bagarella che gli dice: io c’ho la persona che può ordinare a Micciché quello che deve fare, il Cannella fa questo peccato e pensa che potrebbe essere Dell’Utri. E lo pensa perché ricorda quello che gli aveva detto Lupo. Cosa gli aveva detto Lupo? […] <<Il signor Lupo - dice Cannella - mi venne a trovare esclusivamente perché mi notiziò che suo cognato, un certo Fabio Franchina [Fabio Tranchina, ndr] era stato interrogato dai carabinieri che avevano chiesto notizie o perlomeno se conosceva Tullio Cannella. Mi disse: naturalmente mio cognato ci ha detto che non vi conosce. Io, ripeto, l’avevo conosciuto nel ’94 di vista perché l’avevo visto in compagnia sia di Bagarella sia con Graviano. […] Poi [i carabinieri] hanno chiesto a mio cognato se conosce un certo signor Dell’Utri. E mio cognato ha detto che non lo conosce. Dice: dimmi una cosa, tu lo conosci? Ci dissi: veramente io… [E lui] Ma come, non ne hai sentito parlare? Dissi: guarda, io non ho motivo di parlare di nessuno perché io non lo conosco. [E lui] No, mi sembrava, dato che tu sei infilato con questa cosa di Sicilia Libera, lo conoscevi. Dopo Cesare Lupo non disse altro. Naturalmente venne solamente per dirmi: vedi che noi siamo a conoscenza che può darsi che ti chiamano i carabinieri. Noi abbiamo negato tutto. Stai attento. Il discorso non è che era: amico mio ti voglio bene, organizziamoci per concordare quello che dobbiamo dichiarare. No, vedi che noi sappiamo. Stai attento a quello che dici perché sono problemi tuoi. Siccome io non avevo niente da dire né del cognato né del dottore Dell’Utri perché non avevo nessun tipo di rapporto, si è chiuso il discorso>>.

A parte il fatto […] che per Cannella il dott. Dell’Utri non poteva essere una persona qualsiasi […] perché, come risulta dal seguito della sua deposizione, egli ne aveva sentito parlare e lo conosceva sin da epoche pregresse, ci dobbiamo fermare ad analizzare e valutare questa visita di Cesare Lupo e il discorso che egli fece a Tullio Cannella.


Il ruolo politico di Dell’Utri

Anzitutto, dalla coordinazione temporale dei vari elementi è pacifico che questa visita di Cesare Lupo è anteriore all’affermazione di Bagarella che aveva detto: <<Io ho una persona che può ordinare a Micciché quello che deve fare>>. Le parole che usa il Lupo nella conversazione quando parla di Dell’Utri di fronte al diniego di Cannella che gli dice di non conoscerlo […] da un canto manifestano un certo stupore […] dall’altro manifestano una cosa importante: i timori che immediatamente dopo il signor Lupo manifesterà in relazione all’interrogatorio cui potrebbe essere sottoposto il Cannella dai carabinieri […] sono correlati a un ruolo politico del Dell’Utri. E perché sono correlati a un ruolo politico del Dell’Utri? Perché il Lupo ritiene che il Cannella debba necessariamente conoscere il Dell’Utri visto che è “infilato” in questa cosa di Sicilia Libera […].Questo ruolo [politico di Dell’Utri] poi, nelle parole di Lupo Cesare, esattore dei Graviano, compare dei Graviano, reggente della famiglia di Brancaccio, uomo d’onore di Brancaccio, è riguardato da Cosa nostra in termini di utilità per l’organizzazione criminale. E perché dico che è riguardato in termini di utilità da Cosa nostra? Perché qualche tempo dopo questa visita il Cannella, proprio pensando a ciò che gli ha detto il Lupo, può peccare nel modo in cui ha peccato. Cioè a dire, quando sospetta che sia Dell’Utri la persona alla quale il Bagarella si rivolgerà per ordinare al Micciché quello che deve fare per l’inserimento nelle liste. Se non avesse pensato questo la natura del peccato di pensiero avrebbe dovuto essere diversa, ma stando così le cose nella mente del Cannella, che deve necessariamente conoscere Dell’Utri perché è infilato in questa cosa politica di Sicilia Libera, il ruolo del Dell’Utri è un ruolo di utilità per Cosa nostra, tanto è vero che lui pecca nel modo in cui pecca.

E quindi, se i Graviano - perché non dimentichiamo che Lupo era un loro emissario […] - che sono intimi di Bagarella […] sentono il bisogno di avvertire il Cannella di avere negato tutto - e il tutto non può essere solo il mero fatto della conoscenza materiale - se sentono il bisogno di intimargli di stare attento a quello che dirà ai carabinieri se venisse da loro sentito, allora se è vero tutto ciò non possiamo che concludere che essi si riferiscono a questo ruolo politico e a questa utilità che nel pensiero del Lupo avrebbero dovuto essere conosciuti dal cannella solo perché infilato in questa cosa di Sicilia Libera.

(continua...)

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