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Decadenza dal mandato per i voltagabbana

1... Tutti sul carro di Renzi

Il carro di Renzi, sempre più affollato e cigolante, continua ad avanzare, molto lentamente in verità, sulla via accidentata delle riforme. Ogni tanto, addirittura, si ferma per rabbonire taluni passeggeri costretti a viaggiare… in piedi o per raccogliere qualche viandante smarrito. Avanti, anzi in fondo alla lista, c’è posto… L’ultimo a saltarvi sopra è stato l’on. Currò eletto nelle liste del M5S.

Non serve molto recriminare o indugiare sulle ragioni addotte per motivare il salto. Uno dei tanti. Probabilmente, altri seguiranno.

Ormai, i casi di cambia casacca sono talmente numerosi da costituire un fenomeno capace di modificare, di alterare gli esiti usciti dalle consultazioni elettorali, gli stessi accordi per le maggioranze di governo. Fenomeno pericoloso, destabilizzante dunque, che, certo, non è nato sotto il governo Renzi (che oggi ne sta fruendo) ma agli inizi del nuovo secolo o, se preferite, nella seconda decade della c.d.“seconda Repubblica”.
Memorabile è rimasta l’operazione dei sedicenti “responsabili”, realizzata nel dicembre 2010, che salvò il governo Berlusconi dalla sfiducia. 

Si salta con disinvoltura sul carro del vincitore annullando storie personali e tradizioni di lotta, propositi e idealità che esaltavano fiere diversità.

Audacia e meschinità: il saltatore, che ben conosce la distanza talvolta abissale fra lui e il vincitore, sa che dovrà fare il salto con un solo balzo poiché con due cadrebbe nel vuoto e si sfracelle­rebbe.

Una tendenza riprovevole, fra le più deteriori nel panorama del (mal) costume politico che si vorrebbe contrabbandare per libertà di espressione o d’azione, quando è solo tornaconto personale.

La prova sta nel fatto che quasi tutti optano per un partito al governo

2…Ultimo avviso ai naviganti? 

Non essendo stata sanzionata, semmai incoraggiata, la tendenza è in crescita e fa registrare percentuali preoccupanti (non solo nel Parlamento nazionale), offuscando la moralità delle istituzioni rappresentative e influendo sulle strategie dei partiti, degli stessi governi.

Appare evidente che, continuando di questo passo, una democrazia già svigorita come la nostra non potrà sopportare simili fatti degenerativi; pena l’ulteriore distacco dei cittadini dalla politica, dalla partecipazione elettorale. Il rischio è grande. Il crescente astensionismo, forse, è l’ultimo avviso ai “naviganti”a cambiare decisamente rotta e metodi di governare.

Va da se che tale tendenza mette in discussione il principio costituzionale della libertà del mandato elettorale.

Potremo continuare con la lista delle lagnanze. Meglio fermarsi e cercare di rimediare al danno, provvedere, cambiare quel che c’è di guasto nel sistema e, soprattutto, individuare una soluzione, anche legislativa, per prevenire il fenomeno e, se del caso, sanzionarlo severamente.

Mi rendo conto che qui si entra in una materia delicata, complessa che può attivare anche i più rinomati produttori di “lana caprina”, ma il pericolo per la democrazia è reale e pertanto va assunto, al più presto, un qualche provvedimento riparatore.

A chi invoca, in astratto o peggio per fini inconfessabili, la salvaguardia della libertà di mandato, si può rispondere che, specie in situazioni eccezionali, questa come le altre libertà possono essere regolate e responsabilizzate.

3… Violato il "contratto" elettorale

Che fare? La soluzione non è dietro l’angolo. Dico la mia. Si potrebbero- per esempio- introdurre nel progetto di riforma del sistema elettorale, in discussione al Senato, misure limitative, di regolamentazione della libertà di mandato che, essendo fondato sul rapporto di fiducia tra elettori ed eletto, non può essere tradito così impunemente.

La tesi è ardita ma si giustifica con l'impellente gravità del problema.
D’altra parte, sappiamo che in una democrazia rappresentativa il mandato elettorale è lo strumento principale di espressione della volontà e della sovranità popolare; è la risultante del “contratto” basato sul rapporto fiduciario fra due figure contraenti: il mandante e il mandatario.

Una volta eletto, il mandatario stabilisce con il suo mandante (elettore) un vincolo di rappresentanza che non può rompere unilateralmente, perché romperebbe il contratto elettorale.

E siccome è giusto che chi rompe paga, il voltagabbana dovrebbe essere sanzionato con la decadenza dal mandato e rimpiazzato con il primo dei non eletti della lista di appartenenza oppure, nel caso di collegio uninominale, riconvocando i comizi elettorali solo per il collegio del decaduto.

Sarebbe questa, sostanzialmente, una norma-deterrente che scoraggerebbe chiunque abbia in mente di cambiare casacca! 

Per altro, non si vuol capire che il fenomeno danneggia tutti i partiti, la politica. Nessuno può sentirsi sicuro delle proprie rappresentanze assembleari. Perciò, anche i partiti che se ne avvantaggiano (ieri il PDL, oggi il PD) dovrebbero scoraggiarlo, condannarlo. 

Per restituire trasparenza, moralità e dignità alle istituzioni repubblicane e per evitare che i loro carri crollino sotto il peso di tanta zavorra o si trasformino nella brutta copia del mitico carro di Tespi.

Foto: agenziami, Flickr.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.115) 19 dicembre 2014 13:38

    La libertà dal vincolo di mandato ha una sua precisa ragione.
    Impedisce che il capo di un partito di maggioranza possa imporre ai "suoi" parlamentari di dichiarare guerra alla Francia, o di uscire dall’euro, per esempio.
    Garantisce inoltre al Parlamento di potersi adeguare alle circostanze contingenti (l’embargo alla Russia difficilmente sta nei programmi elettorali, così come il nome del Presidente della Repubblica).
    Le "votazioni nel Partito", online o offline che siano, sono legittime indicazioni ai propri eletti; sono sempre esistite, a volte con dure conseguenze interne ai partiti.
    Ma sarebbe folle vincolare i parlamentari all’ubbidienza, dei semplici premibottoni: li renderebbe inutili, ed un parlamento inutile non è democrazia.
    Saluti

    • Di (---.---.---.26) 19 dicembre 2014 17:12

      Un parlamentare non dovrebbe mai sentirsi vincolato agli ordini del suo capo, perché non è il dipendente di un’azienda ma è (o dovrebbe essere) stato eletto dal popolo (quando ci sono le preferenze!).

      Si può discutere finche si vuole, ma c’è un solo modo per aggirare il problema in modo non ingiusto: 2 mandati pubblici E BASTA, in modo che non ci sia tutta questa convenienza a seguire gli ordini del capo o a cambiare casacca. Sarebbe meglio addirittura un mandato solo.

      Qualsiasi altra imposizione (vincolo di mandato o totale assenza di esso) non è limpida, perché è difficile stabilire che cosa sia "il mandato". Inoltre, il limite al numero di mandati porrebbe fine al carrierismo politico così caro ai nostri politicanti da strapazzo.

    • Di (---.---.---.214) 19 dicembre 2014 17:55

      Sono d’accordo con quanto scritto. Addirittura sogno tutte le votazioni a scrutinio segreto!

    • Di (---.---.---.182) 19 dicembre 2014 18:47

      Il mandato è quando voti Tizio a rappresentarti perché ti fidi di lui come persona, quindi anche se non gli dai la lista delle cose da votare in anticipo e non ti dà garanzie in anticipo su qualsiasi cosa avverrà successivamente (servirebbe la palla di vetro), tu lo voti perché trovi che sia una persona in sintonia col tuo sentire, adatta a rappresentarti.
      Se poi ti ha deluso non lo voti più.

      Questo è possibile in un parlamento di rappresentanti scelto dalla popolazione, non di nominati. Serve a dare potere e dignità al parlamento, che non è fatto di yesmen che devono dire sì al capoccia di turno (quindi sono inutili) altrimenti si giocano la poltrona, ma di persone che hanno un potere, quello di rappresentare davvero qualcuno, che qualcuno li ha votati, si fida di loro, hanno portato voti e agire secondo coscienza, perché chi li ha eletti spera che agiscano secondo coscienza e non seguendo diktat di uno o il proprio comodo.

      Non vanno bene neanche le logiche di schieramento, l’aderenza al programma, i ribaltoni... perché forse lo dimentichiamo, ma la costituzione dice che il parlamentare non rappresenta il proprio schieramento ma gli italiani tutti. E finché la costituzione dice questo, altro che ribaltoni.
      Se non capiamo questo, è inutile parlarne.

      Invece di mettere regole e paletti inutili (tanto fatta la legge si trova l’inganno), bisogna avere la possibilità di poter scegliere il proprio candidato e lasciarlo libero di agire per quello che è. Se poi si comporta in modo sgradito, si voterà per qualcun altro.

  • Di Persio Flacco (---.---.---.183) 19 dicembre 2014 22:00

    Sono daccordo con 115 (19 dicembre 13:38) e con 182 (19 dicembre 18:47): la libertà dal vincolo di mandato (e a maggior ragione dal vincolo di partito) è condizione essenziale affinché il Parlamento svolga la sua funzione di rappresentanza libero da condizionamenti. Lo scopo del costituente era di rendere il parlamentare libero da qualunque condizionamento, schiavo solo della sua coscienza. Anche a prezzo di consentirgli di tradire i propri elettori, di farsi eleggere sulla base di un programma politico e poi, una volta eletto, di disattenderlo o di contraddirlo.

    Purtroppo la cosiddetta "costituzione materiale" si è separata dalla Costituzione formale per almeno due aspetti sostanziali: il potere dei partiti nella selezione dei candidati e l’usurpazione del potere legislativo da parte del Governo. Questo ha fatto rientrare dalla finestra il vincolo sul parlamentare che il costituente aveva fatto uscire dalla porta.

    Inutile dire che le leggi elettorali che si sono succedute nel corso del tempo hanno teso con sempre maggiore decisione a mettere nelle mani dei partiti, cioé delle loro segreterie, il potere di vincolare i parlamentari al loro volere. Capolavoro in tal senso è stato il cosiddetto Porcellum: la legge elettorale porcata che con liste bloccate e vari artifici mira a vincolare i parlamentari al capo del partito al quale debbono candidatura ed elezione.

    L’altro elemento che di fatto limita fortemente la libertà costituzionalmente garantita al parlamentare è l’uso improprio della decretazione, che espropria il Parlamento della sua funzione legislativa e richiede ai parlamentari la fedeltà al Governo per garantirgli una maggioranza, senza la quale i suoi decreti non passerebbero.
    A rendere convincente il richiamo all’ordine è principalmente l’uso, anch’esso improprio, della questione di fiducia, con la quale il Governo ricatta il Parlamento.
    In parole semplici il Governo pone un aut aut al parlamentare: o ti sottoponi alla disciplina del partito e mi garantisci una maggioranza che approvi i miei decreti oppure mi dimetto; le Camere vengono sciolte; tu perdi la tua poltrona; e quando si andrà a nuove elezioni, e dovranno selezionare i candidati da presentare, il partito si ricorderà del tuo "tradimento" e ti escluderà dalle liste.
    In realtà non sta scritto da nessuna parte che il venir meno della maggioranza parlamentare che ha accordato la fiducia al Governo comporti automaticamente le dimissioni di quest’ultimo. Il Parlamento può sfiduciare il Governo, è vero, ma con determinate modalità e su specifica iniziativa di un congruo numero di parlamentari.
    La Costituzione specifica che un voto contrario ad un decreto governativo (che deve essere motivato da gravità e urgenza) non comporta affatto la decadenza del governo. E’ contrario alla Costituzione che il Governo si dimetta per il rigetto del Parlamento ad un suo decreto.
    E’ invece "conforme" alla "costituzione materiale" che il governo si dimetta se non può più esercitare la funzione legislativa della quale ha espropriato il Parlamento.

    Questo stato di cose anomalo: contrario allo spirito e alla lettera del dettato costituzionale, è talmente diventato senso comune che assai pochi ormai si scandalizzano se un capo partito addita al pubblico ludibrio come traditore o disfattista il parlamentare che, esercitando le sue prerogative, si sottrae ai suoi diktat. E questo rende fattibile il verificarsi proprio di quelle situazioni che i padri costituenti si sono sforzati di escludere: l’accentramento del potere nelle mani di pochi o di uno solo.

    Oggi due capi partito possono stipulare tra loro un patto segreto e darvi attuazione disponendo provvedimenti legislativi e anche modifiche alla Costituzione. Un abominio che legittima la definizione di "partitocrazia", opposto a "democrazia", da molti affibbiata all’ordinamento materiale vigente in Italia.

    E’ quindi evidente che l’agente patologico che rende deformi le istituzioni di questo Paese non sono i "voltagabbana" in Parlamento: per quanto possano essere moralmente censurabili i motivi che spingono un parlamentare a cambiare schieramento non è questo che lede la Costituzione. A stravolgere la Costituzione e a rendere la democrazia in questo Paese una caricatura, è il sistema all’interno del quale l’esercizio della libertà dal vincolo di mandato è definito come tradimento.

  • Di (---.---.---.111) 20 dicembre 2014 09:40

    Caro Persio, in parole più semplici ciò che rende questo paese una caricatura sono I PARTITI. Papale papale.

    • Di Persio Flacco (---.---.---.183) 20 dicembre 2014 12:29

      Esatto. I partiti che disattendono e tradiscono la Costituzione per difendere ed espandere il loro potere.
      Un potere che poggia sulla fidelizzazione clientelare di intere categorie sociali, pagato imponendo il pizzo alla spesa pubblica.

      Non è un caso se la spesa pubblica: origine del gigantesco debito pubblico che rende il Paese vulnerabile alla speculazione e impone una tassazione intollerabile ai cittadini onesti, nessuno ha davvero intenzione di ridurla.

      Le uniche vere riforme che sarebbe urgente attuare per portare il Paese fuori dall’emergenza sarebbero l’efficientamento della PA; la riduzione della spesa pubblica nella parte corrente; la semplificazione normativa; l’efficientamento del sistema giustizia.

      I partiti invece preferiscono dedicare le loro energie alle modifiche costituzionali per blindare il loro potere, per sottrarlo ai "capricci" dei cittadini elettori.

    • Di (---.---.---.182) 20 dicembre 2014 13:08

      Aggiungerei, visto che si parla di costituzione formale e costituzione materiale, ribaltoni, pretese di obbedienza ai partiti spacciate come obbedienza ai votanti...

      ... ma in quale regolamento sta scritto che quello indicato sulla scheda elettorale è il candidato premier? A me risulta che nella legge elettorale sia indicato come capo della coalizione e si rinvia alla costituzione riguardo la nomina del presidente del consiglio e prerogative del presidente della repubblica.

      In altre parole, c’è una legge che imponga ad uno schieramento parlamentare vincente, sulla cui scheda c’è scritto che il capo coalizione è Tizio, di non accordarsi per appoggiare la nomina di Caio? No, non c’è nessuna legge. Il parlamentare non ha il dovere di supportare la nomina del capocoalizione. Così come il parlamentare non ha il dovere di restare nella maggioranza ma può anche cambiare schieramento e crearne altri.

      Nessuna legge vincola i parlamentari a queste cose, anzi la costituzione lascia loro piena libertà. Così come nessuna legge parla di candidato premier sulle schede elettorali.

      Se nessuna legge impone queste condizioni ma lascia libertà ai parlamentari, forse non sono i parlamentari a disattendere la legge, ma chi cerca di imbrigliarli in ricatti che non hanno alcun fondamento giuridico. A scapito della popolazione, perché chi rappresenta in modo diretto la popolazione è il parlamento e non il governo.

    • Di Persio Flacco (---.---.---.183) 20 dicembre 2014 20:40

      182 (20 dicembre 13:08) sono daccordo con le sue aggiunte, e voglio anche io farne alcune, che introduco con una domanda semplice: come mai noi utenti di Agoravox ci accorgiamo e denunciamo su queste pagine elettroniche lo sconcio della legalità costituzionale e invece raffinati politologi, prestigiosi opinionisti, megadirettori di corazzate mediatiche, giornalisti sagaci e preparati, non se ne accorgono? 

      Se costoro vedono quello che vediamo noi, che in effetti è la realtà dei fatti, perché non denunciano ai cittadini quello che noi denunciamo in questo contesto?

      Questo dovrebbe preoccupare noi cittadini tanto quanto che il monopolio del potere sia nelle mani dei capi partito. Perché è vero, è verissimo, che senza una informazione libera e plurale la democrazia non esiste. Se ai cittadini italiani non viene comunicata la verità come possono, da elettori, fare scelte consapevoli? Non possono, a meno che non si sobbarchino la fatica di cercare la verità con le loro forze. Ma quanti sono in grado, hanno il tempo, gli strumenti, per farlo? Non molti.

      Tutti gli altri vivono nella realtà virtuale descritta dai mass media, e votano di conseguenza. Possono avere dei sospetti: certo, intuiscono le fregature dei politici ma, al più, si rifugiano nell’astensionismo, che per la partitocrazia è una benedizione. Si, è una benedizione perché meno sono gli elettori più è facile controllarli.

      E’ la complicità dei mass media a creare il Truman Show in cui il cittadino è richiuso e consegnato nelle mani della partitocrazia.

    • Di (---.---.---.182) 22 dicembre 2014 01:30

      Perché è vero, è verissimo, che senza una informazione libera e plurale la democrazia non esiste. Se ai cittadini italiani non viene comunicata la verità come possono, da elettori, fare scelte consapevoli? Non possono, a meno che non si sobbarchino la fatica di cercare la verità con le loro forze. Ma quanti sono in grado, hanno il tempo, gli strumenti, per farlo? Non molti.

      Non per sminuire il suo discorso (che ha comunque un fondamento), ma personalmente non mi ritengo una persona iperinformata: semplicemente iniziato a leggere i quotidiani dal liceo e quando l’insegnante delle scuole medie spiegava i rudimenti dell’educazione civica non facevo i pallini di carta da lanciare ai compagni. Non che fossi diligentemente attento, però un minimo ho capito, e ripeto: parlo di informazioni a livello di scuola media inferiore.
      Non giustifichiamo troppo questi italiani: se esistono lobby che - come lei dice - fanno di tutto per confondere le acque, è anche perché all’italiano medio piace l’uomo forte cui delegare potere, perché l’italiano medio pensa solo al proprio portafoglio e vota chi glielo riempie.

      Non è necessaria chissà quale cultura per sapere che il presidente del consiglio in italia non è designato da elezioni e i parlamentari sono liberi da vincoli di mandato. Basta aver sfogliato la costituzione. Come lei, e ribadisco di concordare per certi versi con il suo intervento, trovo grave che nei media si sentano cose che sarebbero al limite dell’eversivo e a furia di ripeterle sono diventate accette, però non mi va neanche di difendere chi neanche ci prova a capire come funzioni il nostro stato.

      Se si ripetono continuamente baggianate in tv è perché nessuno contesta. La nostra costituzione è carta straccia perché nessuno la difende. Non è necessario una laurea in giurisprudenza per capire l’abc del nostro ordinamento. Era insegnato addirittura alle medie inferiori, la cosiddetta scuola dell’obbligo.

  • Di (---.---.---.111) 20 dicembre 2014 18:46

    Unica via d’uscita: Movimento 5 stelle.

    • Di Persio Flacco (---.---.---.183) 20 dicembre 2014 19:55

      La diarchia Grillo & Casaleggio è autrice del più colossale e grottesco disastro politico dal dopoguerra ad oggi.
      E’ "merito" loro se oggi dobbiamo assistere al tentativo di sbranare definitivamente la Costituzione repubblicana.

      Personalmente spero che sparisca al più presto.

    • Di (---.---.---.111) 21 dicembre 2014 12:58

      Vi state lamentando dei giochi politici, della corruzione, della ricerca del potere fine a sé stesso, ma non volete vedere che il Movimento 5 Stelle è l’unico a non comportarsi in questo modo penoso. E’ sempre stato coerente e onesto, ma peferite dargli la colpa di non aver cercato il potere come tutti gli altri. E allora teneteveli, gli altri. E continuate pure a pensare che chi è onesto possa avere vita facile. Illusi.

    • Di Persio Flacco (---.---.---.183) 21 dicembre 2014 21:13

      @111 (21 dicembre 12:58)
      Conosco i talebani a cinque stelle, e so per esperienza che sono refrattari a qualunque argomentazione, anche la più fondata, che suoni come critica all’oggetto della loro fede cieca. Di conseguenza ritengo del tutto inutile confrontarmi con loro, e dunque con lei.
      Tenga presente però che nel 2013 ho votato e fatto votare il M5S, convogliando almeno una decina di voti in suo favore.
      Tenga pure presente che seguo abbastanza spesso i lavori parlamentari (è una forma di perversione, lo so) e apprezzo e condivido quasi sempre gli interventi dei parlamentari del Movimento.
      Dunque non ho pregiudizi e so di cosa parlo, e se ho cambiato completamente idea su di esso è a causa di fatti concreti, non di pregiudizi. Fatti dal significato incontrovertibile: impossibile da negare se non si è dei talebani.
      L’unica speranza di conservare il valore del voto che un quarto degli italiani ha espresso a favore del M5S e di mantenere in Parlamento gli ottimi rappresentanti fatti eleggere sotto le sue bandiere è che Grillo e Casaleggio si dileguino al più presto; che cessi la buffonata delle votazioni online pilotate dai due guru; che venga meno l’obbligo per i parlamentari del movimento di obbedire al partito; che cada il demenziale divieto di fare alleanze o compromessi, che in sostanza è il divieto di fare politica.
      E’ per i diktat di Grillo e Casaleggio che gli eletti del Movimento sono stati obbligati a recitare in Parlamento la parte degli ectoplasmi, non riuscendo di conseguenza a cavare un ragno dal buco; è per loro personale responsabilità che la partitocrazia ha potuto rapidamente riprendersi dalla batosta elettorale e risorgere trionfante più forte di prima.
      Ma siccome Grillo e Casaleggio non molleranno mai la presa, e il Movimento non avrà mai le palle per cacciarli a pedate come meritano, la conclusione è una sola: SIETE MORTI! Purtroppo prima di morire ci avete fregati ben bene.

  • Di (---.---.---.182) 21 dicembre 2014 13:42

    Il M5S vuole un parlamento di nominati da un blog che esegua le direttive come dei spingibottoni, in totale obbedienza ad un mandato.

    No, grazie.

    Io voglio un rappresentante che sia libero di agire secondo coscienza perché si deve assumere la responsabilità di ciò che fa e non nascondersi dietro l’obbligo di dover seguire direttive altrui.

    Voglio qualcuno che rappresenti realmente gli elettori, che ne abbia conquistato la fiducia e non debba tradirla, perché se la tradisce neanche il boss del partito di appartenenza può più salvarlo alle successive elezioni: sarà trombato.

    Invece nell’attuale sistema si deve "obbedienza" ad un manipolo di politici che garantiranno la fortuna futura (dentro e fuori il parlamento, un solo mandato non garantisce niente, il potere non si gode solo come onorevole), i quali manovrano forti del fatto che la gente vota per il partito al quale sono iscritti. Ma non ha votato per loro e non ha scelto quei rappresentanti.

    E’ al parlamento che si deve ridare dignità, è il parlamento che rappresenta in forma diretta gli italiani. Il governo rappresenta l’elettorato in modo mediato e come fatto notare sono troppi anni che travalica le sue funzioni. Ormai siamo arrivati ad aver convinto la gente che esistano i ribaltoni e sia lecito impedirli, quando la costituzione lascia libertà piena ai parlamentari e afferma che devono agire rappresentando il popolo tutto e non i propri elettori. Ribaltone de che?
    Siamo arrivati a convincere la gente che il presidente del consiglio sia scelto dagli elettori all’esito delle elezioni politiche, perché coincide col capogruppo indicato sulla scheda, il che significa sconfinare nelle prerogative dei parlamentari e del presidente della repubblica. Perchè questo sconfinamento significa che il futuro presidente del consiglio è scelto nella segreteria di un partito prima ancora che si svolgano le elezioni e si insedi il relativo parlamento.

    La costituzione dice altro.

    E’ il parlamento che va difeso e i parlamentari devono essere liberi. Perché le responsabilità seguono solo la libertà. Un parlamento di yesmen non sono è superfluo (a che serve una platea di persone che non fa altro che confermare, sempre, ciò che hanno deciso in pochi? E’ solo un doppione costoso), ma è completamente deresponsabilizzato.

    • Di (---.---.---.111) 21 dicembre 2014 16:47

      "Il M5S vuole un parlamento di nominati da un blog che esegua le direttive come dei spingibottoni, in totale obbedienza ad un mandato."

      CERTO! Però non sono "nominati", ma "scelti". I "nominati" sono quelli degli altri partiti.

      E ANCORA CERTO: totale obbedienza al mandato, che è il programma elettorale che è stato presentato agli elettori. E QUESTO NON VUOLE DIRE OBBEDIRE AL CAPO DI TURNO, MA ALLE PROMESSE FATTE AGLI ELETTORI. Quando si trattano argomenti non presenti nel programma si fanno votazioni on line: la tecnologia lo consente, è giusto avvalersene.

      La sua visione di un parlamento fatto di parlamentari liberi è romantica e apprezzabile, ma contraddetta dai fatti. E POI: perché lei vuole rinunciare al controllo dei parlamentari, dopo che sono stati eletti? Allora si chiama oligarchia, non democrazia; lei non vuole esercitare il potere democratico, ma delegare ad altri le decisioni che spetterebbero a lei.

      I parlamentari a 5 stelle sono gli unici che hanno sempre votato in parlamento esattamente come desideravo io: aderendo al programma che avevano promesso, o adeguandosi a una decisione on line nella quale gli elettori si sono espressi.

      Sono orgoglioso di aver votato per quei ragazzi, e nessuno al mondo mi farà cambiare idea. Per la prima volta dopo 40 anni non devo lamentarmi "di quelli in parlamento, che pensano solo a loro". Sono i primi dopo 40 anni che dicono una cosa e la fanno, senza se e senza ma. Non credo che lei possa dire altrettanto, se non ha votato per loro.

    • Di (---.---.---.182) 22 dicembre 2014 01:11

      CERTO! Però non sono "nominati", ma "scelti". I "nominati" sono quelli degli altri partiti.

      Scelti non dagli elettori, ma dagli iscritti di un blog. Poche migliaia di persone che non combaciano con l’elettorato. La sua è un’ottica parziale, vede le cose da frequentatore del blog. Per l’elettore medio, che statisticamente non frequenta il sito di beppe grillo dato che gli elettori del M5S sono stati infinitamente di più degli iscritti di tale piattaforma, quei candidati sono ugualmente nominati. L’unica differenza è che invece di essere stati indicati da 5 persone in croce lo sono stati, se le votazioni online sono trasparenti, da poche migliaia di persone. Un’oligarchia allargata ai fedelissimi che si sentono importanti. Ma dal punto di vista dell’elettore medio del M5S, che ripeto in quel blog neanche è iscritto, quei candidati sono ugualmente nominati da altri e non c’è alcun rapporto fiduciario.

      Lei ha votato per il candidato M5S perché le ispirava fiducia o per il partito con il logo di beppe grillo? A me risulta che siano illustri sconosciuti (spesso anche capaci e intelligenti), votati solo perché c’è grillo dietro. Cosa che afferma lo stesso grillo quando ha definito miracolati i dissidenti, e affermano gli stessi iscritti al blog quando aggrediscono i dissidenti. Che rapporto fiduciario c’è col singolo candidato del M5S? Solo il bollino. Non è un blu come quello dell’uomodelmontechehadettosi, ma pentastellato. Poco cambia.

      E ANCORA CERTO: totale obbedienza al mandato, che è il programma elettorale che è stato presentato agli elettori. E QUESTO NON VUOLE DIRE OBBEDIRE AL CAPO DI TURNO, MA ALLE PROMESSE FATTE AGLI ELETTORI.

      Veramente nella pratica vuol dire obbedire agli umori di poche migliaia di persone che sono iscritte ad un blog privato. La costituzione non contempla questo tipo di sudditanza.

      Quando si trattano argomenti non presenti nel programma si fanno votazioni on line: la tecnologia lo consente, è giusto avvalersene.

      Non è previsto dalla costituzione. In base ad essa si vota alle urne, non con il mouse.

      La sua visione di un parlamento fatto di parlamentari liberi è romantica e apprezzabile, ma contraddetta dai fatti.

      In effetti tradita anche dagli eletti del M5S che invece di rappresentare il popolo italiano come è scritto nella costituzione, si fanno dettare l’agenda da poche migliaia di persone iscritte ad un blog privato. Una specie di lobby. Deludente.

      E POI: perché lei vuole rinunciare al controllo dei parlamentari, dopo che sono stati eletti?

      Perché non ho mai avuto il diritto di controllarli, forse le sfugge. L’unico diritto che ho è votare. E’ eversivo ciò che afferma.

      Allora si chiama oligarchia, non democrazia; lei non vuole esercitare il potere democratico, ma delegare ad altri le decisioni che spetterebbero a lei.

      Veramente a me non spetta alcuna decisione, se non nell’urna. Lo sa cosa è la democrazia rappresentativa? Urge ripassino di costituzione, quella tanto difesa dai M5S, almeno quando fa comodo. Poi sui capisaldi si cade miseramente. Lei non ha il diritto di controllare i parlamentari, lo capisce o no? Né quello che è deciso in un blog privato rappresenta il volere dell’elettorato M5S.

      I parlamentari a 5 stelle sono gli unici che hanno sempre votato in parlamento esattamente come desideravo io:

      Bravo, è per questo che non piace a me. Io non sono lei. E’ contento? Io no. Non pago le tasse perché qualcuno voti come piace a lei, specie se non è previsto dal nostro ordinamento. Non ha il diritto di controllare e influenzare l’attività parlamentare. Online non si esprimono gli elettori, come dice, ma gli iscritti ad un blog privato.

      Sono orgoglioso di aver votato per quei ragazzi, e nessuno al mondo mi farà cambiare idea.

      Immagino lei sia orgoglioso di aver votato anche i dissidenti, vero? No, quelli sono miracolati.

  • Di (---.---.---.182) 22 dicembre 2014 01:50

    E siccome è giusto che chi rompe paga, il voltagabbana dovrebbe essere sanzionato con la decadenza dal mandato e rimpiazzato con il primo dei non eletti della lista di appartenenza oppure, nel caso di collegio uninominale, riconvocando i comizi elettorali solo per il collegio del decaduto.

    Sarebbe questa, sostanzialmente, una norma-deterrente che scoraggerebbe chiunque abbia in mente di cambiare casacca! 

    All’articolista, riporto l’articolo 67 della costituzione e relativa introduzione di wikipedia:

    "L’Articolo 67 della Costituzione della Repubblica italiana recita:

    « Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato»

    Questo articolo della Costituzione italiana fu scritto e concepito per garantire la libertà di espressione più assoluta ai membri del Parlamento italiano eletti alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica. In altre parole, per garantire la democrazia i costituenti ritennero opportuno che ogni singolo parlamentare non fosse vincolato da alcun mandato né verso il partito cui apparteneva quando si era candidato, né verso il programma elettorale, né verso gli elettori che, votandolo, gli avevano permesso di essere eletto a una delle due Camere (divieto di mandato imperativo). Il vincolo che lo lega agli elettori assume, invece, la natura di responsabilità politica."

    Sta scritto addirittura su wikipedia che è informazione generalista, che c’è da capire? Il vincolo che lo lega agli elettori assume, invece, la natura di responsabilità politica. Non è mica necessaria una laurea in giurisprudenza per capire che il pallone non è del potente di turno e se non gli danno il rigore (che non c’è) non ha il diritto di mandare gli altri a casa... La costituzione dice questo, fino a che non si cambia non esistono voltagabbana, ma parlamentari che hanno dei diritti garantiti dalla costituzione.

  • Di (---.---.---.169) 22 dicembre 2014 10:57

    Al sig. 182:

    la Costituzione esprime concetti alti e giusti in un mondo ideale, ma purtroppo non viene applicata correttamente. L’onestà è cosa di altri tempi ormai, e non c’è nulla di male nel mettere in discussione regole vecchie, se ci sono oggi possibilità che ieri non c’erano. Quello che lei chiama "blog privato" è niente più e niente meno che la sede di un partito, implementato con una tecnologia che 30 anni fa non c’era. Se lei oggi fa bonifici via internet, acquisti via internet, petizioni via internet, e s’informa via internet, sarà ben possibile discutere privatamente, e votare privatamente all’interno di un partito o movimento la sua idea - in modo democratico. Lei non afferra la differenza fondamentale fra la segreteria di un partito e il blog di iscritti al Movimento 5 Stelle. Gliela spiego in poche parole. Lei non sarà mai ammesso alla segreteria del PD quando gli oligarchi devono prendere decisioni politiche; quegli oligarchi saranno sempre 5, o 10 o 30 o quanti sono. Gli iscritti che votano sul blog di Grillo sono migliaia (già questa è una differenza abissale), E NESSUNO VIETA A LEI, SIGNOR 182, DI PARTECIPARE. Ma lei preferisce ascoltare i discorsi elettorali del Renzi di turno, quando promette cose sensate, E POI LEI E’ CONTENTO QUANDO SI ACCORGE che quelle promesse erano menzogne colossali. Contento lei, almeno non si lamenti. E le ricordo che nella Costituzione non c’è scritto che è vietato votare con il mouse ALL’INTERNO DI UN MOVIMENTO DI PRIVATI CITTADINI. Se lei capisse davvero la SUA COSTITUZIONE smetterebbe di fare discorsi arretrati e ciechi e lesivi della libertà altrui.

    • Di (---.---.---.152) 22 dicembre 2014 13:11

      la Costituzione esprime concetti alti e giusti in un mondo ideale, ma purtroppo non viene applicata correttamente.

      Ok, sarà anche un mondo ideale, ma la costituzione italiana è tuttora in vigore. Non è proprio così ideale come dice.


      L’onestà è cosa di altri tempi ormai, e non c’è nulla di male nel mettere in discussione regole vecchie, se ci sono oggi possibilità che ieri non c’erano.

      Si, a mettere in discussione regole vecchie non c’è niente di male, però fino a che sono in vigore si RISPETTANO. Si valuta se modificarle perché obsolete, come dice lei, ma fino a che non sono cambiate si rispettano. Non so se si rende conto che in base al suo ragionamento le potrei dire, provocatoriamente, che l’onestà è cosa di altri tempi ormai e non c’è niente di male a mettere in discussione regole vecchie, quindi sarebbe giusto poter truffare le gente online perché ci sono possibilità oggi che ieri non c’erano. La legge si rispetta tutta, non solo quella che piace, le è chiaro?

      Quello che lei chiama "blog privato" è niente più e niente meno che la sede di un partito, implementato con una tecnologia che 30 anni fa non c’era.

      Lol, lo dica a beppe grillo che si ostina a chiamarlo movimento e fa fini distinguo.


      Se lei oggi fa bonifici via internet, acquisti via internet, petizioni via internet, e s’informa via internet, sarà ben possibile discutere privatamente, e votare privatamente all’interno di un partito o movimento la sua idea - in modo democratico.

      Ma quardi, per me in quel blog ci potete fare anche le scommesse su chi vince il campionato di calcio o giocare a burraco online, quello che non trovo lecito è cercare di controllare l’attività di parlamentari, cioè di parte delle istituzioni della repubblica italiana. Questo non è democratico e non lo dico io ma la costituzione.

      Lei non afferra la differenza fondamentale fra la segreteria di un partito e il blog di iscritti al Movimento 5 Stelle. Gliela spiego in poche parole. Lei non sarà mai ammesso alla segreteria del PD quando gli oligarchi devono prendere decisioni politiche; quegli oligarchi saranno sempre 5, o 10 o 30 o quanti sono. Gli iscritti che votano sul blog di Grillo sono migliaia (già questa è una differenza abissale), E NESSUNO VIETA A LEI, SIGNOR 182, DI PARTECIPARE.

      Ma io non voglio partecipare a quel blog, non mi può interessare di meno. Non voglio però che quel blog interferisca con l’attività di parlamentari. Ho diritto a non volerlo perché la costituzione dice che qualsiasi parlamentare mi rappresenta, anche se non l’ho votato, quindi non ho capito perché deve prendere ordini da lei.

      Forse non le è chiara l’ennesima distorsione che gira da anni a questa parte: è vero che i parlamentari sono dipendenti dei cittadini, ma di tutti, eh. Non sono dipendenti di chi li ha votati, non devono prendere ordini dai loro elettori, non sono loro portavoce. Qualsiasi eletto del M5S è dipendente anche mio che non l’ho votato, non è un suo sottoposto.

      Ma lei preferisce ascoltare i discorsi elettorali del Renzi di turno, quando promette cose sensate, E POI LEI E’ CONTENTO QUANDO SI ACCORGE che quelle promesse erano menzogne colossali.

      Personalmente non ho mai trovato cose sensate nei discorsi elettorali di Renzi per il semplice motivo non che fa altro che fare dichiarazioni di intenti e non è mai andato oltre. Pertanto non ho votato per lui, non voterei per lui e non ha tradito la mia fiducia perché non gliel’ho mai accordata. Però vorrei poter avere lo stesso rapporto "fiduciario" non solo col capocoalizione - che l’unico che in italia viene scelto dagli elettori de facto - ma con ognuno dei candidati. Vorrei che se voto il partito TOT perché stimo il candidato n. 14, il mio voto non serva ad eleggere il candidato n.2.

      Contento lei, almeno non si lamenti. E le ricordo che nella Costituzione non c’è scritto che è vietato votare con il mouse ALL’INTERNO DI UN MOVIMENTO DI PRIVATI CITTADINI.

      Le ripeto, per me in quel blog ci potete fare anche le elezioni di misscinquestelle, non me può fregar di me. Potete cliccare tutto quello che volete, col mouse e con il touchpad, pure col il palmare o lo smartphone. Quello che non avete diritto a fare è dare ordini ai parlamentari.

      Se lei capisse davvero la SUA COSTITUZIONE smetterebbe di fare discorsi arretrati e ciechi e lesivi della libertà altrui.

      Ho seri dubbi che potrebbe spiegarmela lei che non ha ancora capito che non è libero di dare ordini al parlamento. Ma se lo dice Grillo...

    • Di (---.---.---.214) 23 dicembre 2014 11:59

      La Costituzione
      La Costituzione è in vigore, ma non applicata correttamente, quindi all’atto pratico non è completamente in vigore, e ce ne dispiaciamo entrambi. C’è chi la infrange più di altri però, mentre il M5S non la infrange PER NULLA. Perché vede, il vincolo di mandato implica una conseguenza giuridica nel caso venga infranto, e questa conseguenza giuridica NON ESISTE; ergo, il vincolo di mandato non esiste e nessuno lo può imporre. La conseguenza per un parlamentare a 5 stelle che oggi venga espulso dal Movimento è semplicemente quella di andare in un altro gruppo - nessuna delle sue prerogative viene infranta (è giuridicamente impossibile). Questo non significa che vada tutto bene così, secondo me, perché a vedere in pratica quello che succede in parlamento ritengo che un minimo di vincolo ci vorrebbe. Se un giorno qualcuno farà una proposta in tal senso, probabilmente la sosterrò.

      Onestà d’altri tempi e rispettare le regole
      Non ho mai detto che le regole vigenti non si rispettano. Lei non parta per la tangente con frasi come "sarebbe giusto poter truffare le gente online". Riguardo al vincolo di mandato le ho dimostrato che mai è stato infranto (lei crede che, se fosse successo, l’avrebbero perdonata al M5S? Avrebbero invocato il plotone d’esecuzione!). Non di meno, e su questo siamo d’accordo mi pare, quando si aprono nuove possibilità è giusto verificarle e utilizzarle se ritenuto vantaggioso. Quando paragonavo il blog di Beppe Grillo alla sede di un partito intendevo questo: uno spazio dove si esprimono opinioni all’interno di una forza politica; quello che dovrebbe succedere in QUALSIASI forza politica. O vogliamo pensare che una forza politica debba comunicare con i suoi elettori a senso unico (che é poi quello che accade quasi sempre, a parte il M5S)? Quale sarebbe la ratio di un simile comportamento? Qual’è il vantaggio? A me pare che il vantaggio sia solo una separazione tra "la casta" e il popolo, e questo vantaggio chiaramente non è a favore del popolo.

      In realtà con la frase "onestà d’altri tempi" mi riferivo al fatto, inconfutabile, che una volta la gente era mediamente più onesta. Una Costituzione scritta in tempi di maggiore onestà è adatta a tempi di maggiore onestà; oggi l’onestà latita, e come si adegua continuamente la giurisprudenza ordinaria per allinearsi alle nuove esigenze, non è male farsi domande sulla più vecchia e importante legge italiana.

      Controllare l’attività dei parlamentari
      Lei è utopico, perché è semplicemente falso che i parlamentari la rappresentano. Sembra che rappresentino innanzitutto sé stessi ma, a voler essere buoni, diciamo che ce n’è una parte meno egoista, che rappresenta lobby o capi di partito. Almeno nel caso del M5S i parlamentari sono un po’ più vincolati a una parte di popolo, migliaia di persone invece che pochi appartenenti a una casta. E da quello che succede in parlamento si vede benissimo che le cose stanno così. E’ anche legittimo che lei non voglia partecipare. Il M5S ha sempre detto che non vuole il voto di chi vuole disinteressarsi. Quindi lei si astenga pure.
      Perché lei scrive:
      >>
      Forse non le è chiara l’ennesima distorsione che gira da anni a questa parte: è vero che i parlamentari sono dipendenti dei cittadini, ma di tutti, eh. Non sono dipendenti di chi li ha votati, non devono prendere ordini dai loro elettori, non sono loro portavoce. Qualsiasi eletto del M5S è dipendente anche mio che non l’ho votato, non è un suo sottoposto.
      >>
      Vede? Lei dice che "è vero che i parlamentari sono dipendenti dei cittadini". Di tutti, non solo di chi li ha votati. E allora lei, senza averli votati, si iscriva al blog e partecipi alle votazioni. Nessuno glielo impedisce, anzi noi vorremmo che tutti partecipassero. Ma se pretende di avere "dei dipendenti" e non dirgli che cosa devono fare, allora la sua è un’impresa fallita. Non so se nota la finezza, lei mi sembra confuso. Ho scritto che non vogliamo il suo voto alle elezioni, ma che ci fa piacere lo stesso se partecipa alle votazioni per indirizzare i parlamentari che sono stati eletti (non da lei). Ci pensi bene, poi mi dica quale modello di democrazia, il mio o il suo, è più alto.

      I discorsi elettorali
      Si parlava dei discorsi di Renzi, ma quanto detto per Renzi vale praticamente per tutti gli altri. Lei ha detto che non ha votato e non voterebbe Renzi. Eppure, Renzi rappresenta anche lei, e sta raccontando balle PER LEI. Almeno, lei dice così. Lei non vuole che qualcuno controlli Renzi, perché Renzi ha ragione, lui ha applicato la Costituzione ed è andato pure oltre. Perché la Costituzione in sostanza garantisce che ogni parlamentare possa raccontare quello che crede e poi fare tutto il contrario. Ed è quello che succede normalmente. E’ quello che Renzi propugna e impone ai suoi parlamentari.
      Poi lei dice "Vorrei che se voto il partito TOT ... per il candidato n. 14, il mio voto non serva ad eleggere il candidato n.2". Ma guarda! Lei dice le stesse cose dei grillini... che hanno presentato esattamente due leggi elettorali fatte così, mentre le altre forze politiche vogliono una legge senza preferenze ma non ne hanno ancora presentata nessuna perché stanno "mediando". Le stesse forze politiche che, quando in parlamento s’è proposto di abolire il Porcellum, hanno votato TUTTE CONTRO (sia mai che, se si andasse a elezioni, ci fossero le preferenze!). Succedono cose ridicole nel nostro parlamento. Una mozione del PD votata SOLO dai grillini... dopo ANNI che TUTTI dicono che il Procellum va abolito.

      La saluto

    • Di (---.---.---.152) 23 dicembre 2014 15:16
      La Costituzione è in vigore, ma non applicata correttamente, quindi all’atto pratico non è completamente in vigore, e ce ne dispiaciamo entrambi.

      Mah, veramente è in vigore e basta. Sta anche al singolo applicarla.

      C’è chi la infrange più di altri però, mentre il M5S non la infrange PER NULLA. Perché vede, il vincolo di mandato implica una conseguenza giuridica nel caso venga infranto, e questa conseguenza giuridica NON ESISTE; ergo, il vincolo di mandato non esiste e nessuno lo può imporre. La conseguenza per un parlamentare a 5 stelle che oggi venga espulso dal Movimento è semplicemente quella di andare in un altro gruppo - nessuna delle sue prerogative viene infranta (è giuridicamente impossibile).

      Veramente si strepita perché debbano dare le dimissioni dalla carica, lasciando il posto libero al primo dei non eletti. E l’assenza di vincolo di mandato non vuol dire solo espulsione dal Movimento, il problema non sono gli espulsi, ma quelli contenti di fare da spingibottoni delle decisioni di un blog. Perchè assenza di vincolo di mandato significa che non avete il diritto di decidere per un parlamentare e dargli indicazioni su come votare in aula. Non è un vostro portavoce ma un rappresentante dei cittadini tutti che ha il diritto di agire secondo coscienza.

      Ed è per questo che non mi iscriverei mai a quel blog, perché se lo facessi - che io abbia votato M5S o meno - mi aggiungerei alla lista di chi pensa che i parlamentari siano marionette e reputa lecito agire sui fili, cosa che io contesto in toto, a priori.

      I deputati e senatori sono dipendenti dello stato italiano, non di un movimento. Non sono portavoce di quel movimento, ma delle istanze della collettività. Pertanto non devono subire pressioni anche mediatiche al fine di costringerli a votare in un modo piuttosto che un altro. Non dica che non è avvenuto, perché ogni volta che c’è un dissidente che contesta qualcosa viene messo alla berlina dal blog, con evidenti ricadute sulla relativa onorabilità. Se non fanno come volete voi, se pensano di poter agire di testa loro, vengono a dir poco aggrediti.

      Il potere lo hanno loro, non voi, la legge lo riconosce a loro. Gli eletti della repubblica italiana non sono dei fantocci che ubbidiscono ciecamente ad un blog.

      A lei sta bene, a me no.

      Il problema non sono quelli che vengono espulsi, ma quelli che accettano una situazione fuori da ogni leggittimità costituzionale. Agite come una lobby, nel caso non vi sia chiaro.

    • Di (---.---.---.214) 23 dicembre 2014 20:04

      C’è una cosa che non è chiara a lei, e cioé che senatori e deputati del Movimento 5 Stelle lavorano SEMPRE in piena coscienza e libertà, perché PRIMA di entrare in parlamento hanno capito e accettato di mettere il loro "potere" (uso questo termine perché piace a lei - a me non piace) nelle mani della gente comune. Nessuno li ha obbligati, potevano candidarsi con il PD o con qualche altro partito. Si tratta quindi di persone consapevoli delle loro scelte. Non vorrà dirmi che la Costituzione vieta a un parlamentare di ascoltare quello che hanno da dire i suoi elettori (e non solo loro), vero?

      Senta, comunque lei giri le cose, il suo punto di vista non sta in piedi. Saluti.

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