• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Media > Datagate: come i servizi segreti manipolano l’opinione pubblica

Datagate: come i servizi segreti manipolano l’opinione pubblica

Tanto si è parlato, grazie alle rivelazioni di Edward Snowden, di come i Servizi Segreti occidentali spiino i cittadini. Poco, per ora, di come i Servizi invece cerchino di manipolare l'opinione pubblica. Ed è su questo che si concentrano le ultime, tra le tante, rivelazioni dell'ex agente dell'Nsa. In parole semplici: in che modo Internet viene usato per influenzarci? 

Novità? Non proprio: che ci sia un tentativo di spostare l'opinione pubblica su temi che sono cari alla politica, è antico come il mondo. Ma quando, come in questo caso, ce lo spiegano pure, vale la pena vederlo scritto nero su bianco. 

The Intercept il sito on line di giornalismo investigativo fondato dal Glenn Grenwald (l'uomo a cui Snowden ha affidato la maggior parte dei suoi leak) lunedì scorso ha pubblicato dei nuovi documenti. Si tratta di dati che risalgono al 2012 e che raccontano le attività di manipolazione psicologica che i servizi segreti inglesi (Gchq), tramite un loro servizio interno, il Joint Threat Research Intelligence Group (JTRIG), hanno messo in capo.

Si tratta di un vero e proprio vademecum che ci spiega:

  • come fare per cambiare i dati di un sondaggio on line;
  • nascondere le pubblicazioni su un wall di Facebook (che sia un caso l'esperimento di Facebok di cui tanto si è parlato?);
  • produrre e diffondere materiali sul web;
  • cancellare video “estremisti”;
  • inviare email e sms per sostenere una campagna di informazione (o di disinformazione);
  • crescere in maniera artificiale il traffico verso un sito;
  • bloccare l'invio di email;
  • aumentare la visibilità di un contenuto;
  • lanciare attacchi Ddos contro un server;
  • mandare mail con false identità.

Queste rivelazioni seguono quelle che lo scorso febbraio The Intercept aveva pubblicato sull'uso del web come strumento per realizzare campagne per screditare, per esempio, la reputazione di qualcuno pubblicando falsi blog o informazioni sulla stampa. 

La morale di questa storia è, come sempre, #sapevatelo

 

Foto: Anonymous9000/Flickr

 

Commenti all'articolo

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità