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Dalla nascita del nuovo movimento alla rinuncia dei rimborsi elettorali: il PDL fabbrica senza idee

Sarebbe meglio cambiare l’articolo uno della Costituzione, dichiarando che L’Italia è una Repubblica, fondata sul caos ideologico-partecipativo.

Qualche giorno fa i maggiori esponenti dei partiti politici hanno suonato le campane sottoscrivendo una proposta di legge sulla trasparenza, esclamando a gran voce che il finanziamento pubblico dei partiti non si tocca.

Fin qui tra varie discordanze e opinioni, tutto sembrava abbastanza chiaro, quasi dal rassegnarci e continuare a pagare le spese folli dei partiti. Ecco che dal cilindro magico esce la "più grossa novità che cambierà il corso della politica italiana per i prossimi anni".

Con questo show degno del suo maestro, l’onorevole Angelino Alfano lancia una nuova proposta venuta fuori dalla mente farneticante del Cavaliere, di cui ancora come spesso capita in casa PDL non è chiara cosa sia, ma dichiarando fin d’ora, che il movimento sarà finanziato con le donazioni dei comuni cittadini.

La domanda sorge spontanea: perché il segretario qualche giorno prima dice che i soldi dei partiti non si toccano, sottoscrivendo una proposta di legge, e poco dopo annuncia il nuovo progetto politico senza rimborsi elettorali?

Chissà, magari il segretario avrà parlato secondo una sua idea, all’insaputa del Gran Cavaliere e disobbedendo alla Santa sede di Arcore. Ai posteri l’ardua sentenza.

Qualcosa non quadra: il caos ideologico e le imposizioni irrazionali sono divenute scuola di pensiero, che approfittandosi del periodo poco felice che vivono gli italiani fanno campagna elettorale per accaparrarsi i voti perduti, continuando con le solite promesse ormai divenute propagandistiche – degeneranti.

Tutto va a danno del cittadino, la chiarezza andata in disuso, lascia spazio al caos ideologico dei partiti, che senza sapere cosa cercano, vivono di riflesso condizionato, incapaci di vedere la situazione tragica del loro lavoro.

Senza esclusione di schieramento, siamo di fronte agli imprenditori della politica, che diventando raggruppamenti senza facoltà intellettive, distruggono i principi costituzionali della democrazia.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.37) 30 aprile 2012 19:46

    di Paolo M.

    C’è qualcosa che non capisco delle ultime dichiarazioni dei politici: ho sentito parlare di rinnovamento, perchè gli italiani non sopportano più questi partiti.
    Occorre quindi cambiare il nome, il simbolo, l’inno, ecc..
    Mi viene un dubbio: i capi partito sono convinti che questi cambiamenti siano veramente la soluzione, oppure pensano che gli italiani siano talmente "suonati" da considerarli validi?

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