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Dalla commedia Napoli Milionaria, i bambini ci parlano di una Napoli che "non ha nulla"

Ispirandosi alla celebre commedia del grande Eduardo dal titolo “Napoli milionaria”, i bambini di Napoli tornano a parlare di nuovo di questa loro città. E’ facile secondo il loro giudizio descrivere i vari quartieri della città. Basta dire che “non c’è niente”. Già all’inizio degli anni 90 l’Italia comincia ad essere in brutte acque, e proprio in questa occasione usciva il libro “speriamo che io me la cavo”, dove venivano raccolti i pensieri e le opinioni di circa 60 bambini napoletani.

Successivamente, nel 1992, uscì al il film, periodo in cui, come oggi, l’Italia era in piena crisi economica, ed in aggiunta si aggiungeva anche lo scandalo di tangentopoli di cui oggi dopo vent’anni si tirano le somme per così dire “amare”. Il tutto è stato confermato dalla Corte dei Conti, in occasione dell’apertura dell’Anno Giudiziario, l’utilità di mani pulite, non è stata mai così presente ed attiva all’interno dello Stato di una Nazione come in questo momento.

Perché se non si corregge un sistema, dall’interno, spunteranno fuori sempre altre teste, corrotte in altri modi. In pratica se lo Stato e "la Pubblica Amministrazione" continuano ad operare ed essere coinvolti nella gestione economica e imprenditoriale all’interno del Paese, invece di svolgere una pura ed pulita gestione di controllo, ne avranno da scrivere i bambini del territorio campano e di Napoli! Ed eccoli di nuovo protagonisti più che mai i bambini di Napoli, e spunta fuori dallo stesso autore del libro di allora, già citato, il maestro Marcello D’Orta, insieme al noto prete Don Luigi Merola denominato “il prete anticamorra”, con una nuova pubblicazione dei pensieri dei suoi bambini il cui titolo del libro è “A voce d’è creature”. Ogni bambino ha espresso la propria opinione quasi con rassegnazione, ma sempre strappandoci un tenero sorriso quasi con amarezza, perché nelle loro dichiarazioni si parla certamente diun’Italia che non vuol cambiare.

Trascrivo un pezzo che mi ha molto colpito e ritengo sia veramente significativo:

“La disoccupazione sta in tutto il mondo, da New York alla Spagna, ma essere disoccupati a Napoli non è tanto brutto come essere disoccupati a Montecarlo.

A Napoli infatti abbiamo un po’ tutti la faccia di disoccupati…invece essere disoccupati a Montecarlo è proprio il massimo dei guai….Perciò, pure che la disoccupazione a Napoli è centenaria, non ci dobbiamo troppo lagnare, perché un disoccupato che ti consola lo trovi sempre”.

Ma la dichiarazione più raccapricciante e rassegnata in assoluto è questa:

“Il mio quartiere è facilissimo a descriverlo: non c’è niente….il futuro di questo quartiere è lasciarlo.”

La voce dei bambini in genere si dice sia la più innocente e veritiera in assoluto. Niente di più vero come in questo momento dove la crisi economica sociale e globale sta attraversando tutto il mondo,e citando la celebre frase sempre ispirata al grande Eduardo de Filippo, “ha da passà’ 'a nuttata”, ci auguriamo con fiducia che la crisi passi, bisogna ricostruire il futuro dell’Italia crederci, e vedere uno spiraglio di luce anche quando sembra ci siano solo le tenebre.

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