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 Home page > Tribuna Libera > Dalla bidella ai contadini, continua l’insulto alle professioni

Dalla bidella ai contadini, continua l’insulto alle professioni

I parlamentari non sono bidelle, oppure il Veneto è terra di contadini, sono solo alcune delle affermazioni di politicanti del Pd e del Pdl, che hanno creato grande scalpore.
 
Si è in presenza di stereotipi volgari di concetti astratti e schematici che hanno un significato volutamente negativo, per come espressi dai politicanti di questo tempo.
 
Nel caso delle bidelle e parlamentari si è voluto in sostanza comunicare che il lavoro del parlamentare è nobile, dalle immense responsabilità e non è un lavoro banale come quello della bidella, nel caso del Veneto terra di contadini si è voluto comunicare che il Veneto è una terra arretrata ed alcuni politici veneti si sono offesi rilevando che quella Regione è ricca di imprenditori, di ricercatori e così via dicendo e che non deve essere associata ad una terra di contadini, non sia mai.
 
Diciamolo pure, nella società italiana, quel falso perbenismo che ora viene invocato, come critica alle esternazioni della politica, è sovrano. Quanti nella loro quotidianità si insultano invocando professioni come quella della bidella o del contadino?
 
La politica italiana rappresenta la società italiana.
 
Una società, che per una sua buona fetta, è volgare, materialista, egoista, individualista, servile, clientelare, conservatrice, tradizionalista, dedita al lamento, all'ipocrisia, al tradimento, all'opportunismo, all'apparenza, è una società che ha voluto il fascismo con tutti i suoi valori, cosa che a parole ora rinnega ma nei fatti e nella sostanza rimpiange, è una società intollerante, razzista, discriminatoria, è una società maschilista e patriarcale e profondamente cattolica.
 
Il lavoro della bidella e del bidello è un lavoro dignitoso così come lo è quello del contadino o della contadina, uno dei mestieri più antichi del mondo, ma il modo in cui vengono trattate queste professioni, considerate nell'immaginario collettivo, trovano perfetta corrispondenza nelle parole della Finocchiaro e De Girolamo.
 
Non mi creano stupore quelle parole, certamente deprecabili per l'intento manifestato, ma le reazioni ipocrite della società e della “buona” politica, che nei fatti nulla ha fatto e nulla farà per conferire la giusta dignità a chi è bidello o bidella nella scuola, o contadino o contadina devono indurre alla riflessione.

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