Dall’Albania, un piccolo, ma esemplare insegnamento
Qualche tempo fa, mi è capitato di assistere ad un reportage della RAI, TG2 Dossier, dedicato all’ Albania.
Ho, invero, trovato tale trasmissione assai viva ed interessante, giacché, partendo dalla storia della nazione - intessuta di tante e varie traversie sino alle oceaniche e a volte tragiche fughe di suoi abitanti disperati attraverso il Canale d’Otranto verso l’Italia, lungo gli anni novanta - è andata man mano calandosi nella realtà attuale, che, sia pure fra contrasti e difficoltà, sembra pian piano indirizzarsi verso standing di vita di modello europeo, iniziando, è ovvio, da livelli inevitabilmente bassi.
L’uomo, con la sua bella figura dalla chioma bianca e dal viso sereno e disteso, ha confessato all’intervistatore di aver sempre lavorato attraverso la gestione di un piccolo molino alimentato da un torrente, riuscendo, con i relativi proventi, a mantenere la famiglia e a dare un futuro ai figli.
Ma ecco che, per via di una semplice frase, il suo racconto diventa ammaestramento “attualmente il molino non mi costa niente e io non ritengo di trarne profitto e arricchimento a scapito dei miei compaesani: perciò, lo tengo semplicemente e gratuitamente a loro disposizione”.
Beh, un modello di gestione aziendale, da parte di uno che ha faticato duramente, certamente esemplare. Personalmente, mi è venuto spontaneo di collegarlo ai tre forni a legna per cuocere il pane fatto in casa che, nel corso di generazioni, sono stati funzionanti nel mio piccolo paese ed ora, purtroppo, sono soltanto un lontano ricordo: quanto sarebbe bello vederli riaprire, con libertà di utilizzo per ogni famiglia, così come avviene per il molino del nord Albania!
Semplici note su una minuscola realtà, stimolo positivo per guardare con occhi diversi alla gente che vive al di là del Canale.
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