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Da Campania felice a terra dell’orrore

Non so valutare se il livello e la gravità emergenziale della tristissima piaga dei rifiuti che, per lunghi anni, ha infettato e avvelenato la città di Napoli e vaste aree della Campania, possano considerarsi più o meno pesanti della piaga dei gangli camorristici, organizzati in manipoli criminali, che, da decenni, caratterizzano, anzi dominano e tengono in ostaggio, altrettanto vasti territori della bellissima regione.

Nel Casertano in particolare, con la punta dell’iceberg che affiora nelle tristemente famose località di Casal di Principe e Castelvolturno, sembra, ormai, che non esista ombra di vita regolare, da cristiani per dirla con altre parole. Imperversa, al contrario, la cappa della sopraffazione e delle pistole facili, da parte di malavitosi, i quali, realtà terribile e sconcertante, oltre a detenere, coltivare e fruttuosamente gestire interessi economico-finanziari (e, quindi, poteri) enormi, danno l’impressione di essere praticamente inattaccabili, di poter fare ciò che vogliono.

Gli spietati ammazzamenti degli ultimi tempi hanno generato e tuttora generano clamore, ma, purtroppo, ancora pochi fogli di calendario e forse non se ne parlerà più.
 
Invece, in aggiunta, ovviamente, allo sdegno che dovrebbe traboccare da tutte le persone normali, vicine e lontane, bisognerebbe preoccuparsi e interessarsi dell’inferno in cui quotidianamente, tra minacce, ricatti e vessazioni, si trovano a vivere le decine di migliaia di connazionali onesti e laboriosi residenti in quelle disgraziate zone.
 
A mio avviso, una cosa è certa: ritornando all’accostamento tra rifiuti e criminalità e fatti di sangue a ripetizione in Campania, va riconosciuto che sempre d’emergenza si tratta.
 
Parrebbe, pertanto, opportuno e sacrosanto che lo Stato acquisisse coscienza e si prendesse cura prioritaria della realtà, facendo sentire apertamente e chiaramente la sua presenza in aree dove oggi, e non da poco, si ha l’impressione che “lo Stato non esiste per niente”.
 
Quali passi compiere in concreto? Si insista nell’impiego di forze dell’ordine e militari senza limiti, individuando, catalogando e braccando le orde di criminali. Nello stesso tempo, si affianchino le operazioni di polizia e gli ordinari interventi della magistratura con il sequestro e il blocco di tutte le attività, immobiliari e mobiliari, riconducibili ai “poco di buono” e ai loro sodali.
 
Davvero, nei confronti di chi è spietato senza limiti, non è il caso di farsi condizionare da eccessivi scrupoli operativi e procedurali.
 
Signor Presidente della Repubblica, da italiano e da campano, rinnovi spesso il suo grido di sdegno e di condanna per quest’immane e odioso dramma, incessantemente, sino quando non vi si porrà rimedio!
 
E Lei, Signor Presidente del Consiglio, così come ha fatto per i rifiuti, prenda personalmente in mano la situazione criminalità organizzata in Campania!

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