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 Home page > Tribuna Libera > D’Alema, addio!

D’Alema, addio!

Dopo una vita dedicata con passione allo sfascio della sinistra, con lusinghieri risultati quali la precarietà per milioni di giovani, le pensioni da fame, la disoccupazione, la cancellazione di diritti (art. 18), l’assenza di futuro, la recessione, la distruzione di una identità politica di sinistra, ecco per la prima volta apparire sul volto arrogante di D’Alema un’ombra di smarrimento e di paura perché finalmente si parla di una sua definitiva uscita di scena

E’ abbastanza divertente osservare che il più inamovibile personaggio della nomenklatura piddina possa venire rottamato da una regola nata dal cervello di Grillo, e poi copiata dal giovin signore Matteo Renzi, che prevede semplicemente e senza eccezioni, che per avere un ricambio generazionale nei partiti è opportuno che non si sia ricandidabili dopo due legislature.

Naturalmente il principe della politica, leader Maximo, viceconte pontificale, nonché volpe del Tavoliere, aveva stigmatizzato e ridicolizzato la regola anticasta come antipolitica, populista, primitiva e via insultando, in allegra compagnia di tutti coloro che hanno scelto la politica come professione a vita, senza la quale finirebbero presto nel tunnel della depressione e della disperazione.

Purtroppo la dipartita dei rottamati del PD, per la recente regola interna della incandidabilità dopo tre legislature, non sarà accompagnata da una pensione da fame uguale a quella di milioni di pensionati al minimo, su chi hanno legiferato, ma sarà dolcemente accompagnata da un sontuoso vitalizio a spese dei cittadini, mentre per le pensioni dei comuni mortali si pretende un rigoroso calcolo contributivo

Questi politicanti, che si sono regalati una vita di agi, di certezze, di impunità, vanno tutti rottamati e le regole devono essere riscritte.

Commenti all'articolo

  • Di Lionello Ruggieri (---.---.---.93) 19 ottobre 2012 16:34

    Verissimo, ma sei stato troppo sbrigativo. L’elenco del non fatto e malefatto è lunghissimo.

  • Di (---.---.---.245) 19 ottobre 2012 16:40

    Paolo Emilio Fede, ti faccio notare che la regoletta delle due legislatura non è un parto del prodigioso cervello del tuo capo, l’ha utilizzata il PCI sin quasi alla sua fine. Eccetto un ristretto gruppo di membri della direzione nazionale tutto il resto dei deputati e senatori allo scadere del secondo mandato veniva mandato a casa o meglio a lavorare gratis per il partito, perché allora il vitalizio scattave dopo due legislature.

  • Di (---.---.---.79) 19 ottobre 2012 17:02

    la regola delle due legislature, se non vale per TUTTI, rinforza la nomenklatura,

  • Di (---.---.---.11) 19 ottobre 2012 17:45

    Azz! che animo puro l’autore di questo articolo. Proprio uno dei tanti, di moda in questo periodo, al di sopra delle umane debolezze che con i suoi sani giudizi saprebbe raddrizzare la barra del nostro Paese risolvendo tuuuutti i problemi che ha! Il nuovo che avanza.

  • Di (---.---.---.46) 20 ottobre 2012 03:39

    si, non sembra ma è un’articolo che spinge a simpatizzare con dalema. il fango copioso e gratuito di emilo fede de gregorio in effetti riesce a fare sembrare chiunque una vittima.
     secondo me c’è gente molto migliore a cui dare spazio su agoravox di questo comiziante. se grillo vuole fare pubblicità che paghi!!!

  • Di (---.---.---.225) 20 ottobre 2012 03:40

    non ho capito se questo signor D’Alema è il direttore di un manicomio di gente lobotomizzata, e in quel caso si capirebbero le enormi malefatte di cui lo si accusa, visto che le vittime non hanno nessun modo di opporsi, o il dirigente di un partito politico, ovvero di un organismo cui danno il voto milioni di persone. No, perchè nel secondo caso il signor D’Alema non avrebbe potuto fare NIENTE di quello che lo si accusa senza i voti di milioni di masochisti.

  • Di (---.---.---.135) 20 ottobre 2012 13:51

    se non sbaglio l’amico D’Alema andava dicendo giorni fa che si sarebbe candidato SOLO se glielo chiedeva il partito; l’altra sera però ha detto che se alle primarie vince Bersani va a casa, mentre se vince Renzi si candida, per poi suonarle di santa ragione a Renzi stesso. A parte la coerenza che si evince da quanto sopra, come si permette questo ragazzo di ricattare gli italiani in questo modo vile? In sostanza: chi vota Renzi soprattutto lo fa per mandare a casa D’Alema (e i suoi accoliti); a questo punto deve invece votare Bersani, altrimenti l’uomo si ripresenta...

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