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Crisi: il lavoro è una questione di vita o di morte

Il compito è appena cominciato, ci battiamo ogni giorno per continuare a evitare un drammatico destino come quello della Grecia. Le cifre di questi giorni danno il bilancio della devastazione che la crisi ha portato alla Grecia, anche là molto più che in Italia per gravissimi errori di condotte del passato. E’ lì ci sono stati tagli enormi nel numero dei dipendenti pubblici, negli ultimi due anni, ci sono stati 1725 suicidi. Questo e’ quello che in Italia cerchiamo di invertire per non precipitare in quel precipizio”.

Sono le parole del Presidente del Consiglio Mario Monti pronunciate il 18 aprile 2012, avrebbero dovuto dare un messaggio ottimista, ma non hanno prodotto nessun effetto positivo, perché, da quel giorno i suicidi sono continuati e forse i media hanno anche privilegiato questo genere di notizia.

I nostri piccoli imprenditori hanno le idee ben chiare, però denunciano di non essere ascoltati, mancano gli interlocutori per poter, quanto meno, presentare le loro soluzioni. Un amministratore delegato di banca come Ministro sta dimostrando che non è sufficiente per invertire la rotta che ha preso l’Italia, certo è vero pure che un imprenditore ha affossato il Paese, ma oggi c’è bisogno della cooperazione di tutti, le stesse associazioni di categoria dovrebbero farsi portavoce delle difficoltà della piccola e media imprenditoria perché, quello che emerge da queste due testimonianze, i piccoli imprenditori si stanno aiutando da soli, si sentono abbandonati, proprio loro, che hanno contribuito al benessere economico di una Nazione. Non è più tempo di scongiuri, non basta dire che non stiamo ai livelli della Grecia, bisogna adoperarsi affinché non ci si arrivi, tant’è che oggi Syriza, leader della sinistra greca, propone in caso di vittoria di elezioni, di rinegoziare il debito con la Bce e stracciare l’accordo fatto dal precedente Governo socialista. Non dimentichiamo che l’Islanda si è salvata perché non ha accettato l’aiuto dal Fondo Monetario Internazionale, così come ha deciso il Popolo con un referendum libero e democratico.

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