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Creme solari: sai leggere l’etichetta?

Per proteggersi da tumori, invecchiamento della pelle, scottature. Più o meno tutti sappiamo perché compriamo le protezioni solari, ma siamo lontani dal capire la terminologia. 

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Eleonora Degano

In crema, spray, colorate, non più unte, antirughe, per pelli delicate: la scelta di fronte alle protezioni solari ormai è quasi infinita ma a quanto pare comprenderne l’etichetta non è così banale. Lo afferma una ricerca su JAMA Dermatologyin cui il 43% dei partecipanti non è stato in grado di capire del tutto l’SPF, il fattore di protezione solare, che indica la capacità della protezione solare di tutelare la nostra pelle ed evitare danni, che possono essere anche gravi. I raggi UV-A sono associati infatti all’invecchiamento della pelle e gli UV-B alle scottature, e insieme costituiscono un fattore di rischio per i tumori della pelle (di melanomi abbiamo parlato di recente, qui).

L’indagine condotta dal gruppo di Roopal V. Kundu della Feinberg School of Medicine ha coinvolto un piccolo campione di 114 pazienti, per capire quanto avessero chiaro il concetto di fattore di protezione solare e quali comportamenti, di conseguenza, adottassero quando si esponevano al sole. Dal 2011 in poi la Food and Drug Administration statunitense ha previsto nuove regole per le etichette delle protezioni solari, chiedendo di sottolineare l’importanza della protezione sia dagli UV-A che dagli UV-B (la broad spectrum protection, per l’intero spettro di radiazione): ora è il momento di capire se questa modifica ha avuto gli effetti sperati, aumentando la consapevolezza e le conoscenze di chi acquista.

Quasi l’82% dei pazienti coinvolti aveva comprato una protezione solare nel 2013: per circa il 76% il motivo principale dell’acquisto era proteggersi dalle scottature, seguito dalla prevenzione dei tumori della pelle. Cosa influenza l’acquisto? Il primo elemento è il fattore di protezione, il secondo le formule pensate per pelli sensibili, il terzo la resistenza ad acqua e sudore della protezione.

Dati incoraggianti, se non fosse che meno della metà dei partecipanti è stata in grado di identificare più o meno correttamente la terminologia delle etichette, dove si spiegava l’efficienza della protezione nei confronti di tumori (circa il 38% dei pazienti è riuscito a capirlo), dell’invecchiamento della pelle (7%) e delle scottature (22,8%). Solo 49 dei pazienti coinvolti (il 43%) sapeva spiegare cos’è il fattore di protezione solare, e che importanza ha nello scegliere la crema o il prodotto più adatto a noi. “Nonostante i cambiamenti recenti nelle etichette richiesti dall’FDA, il nostro sondaggio suggerisce che la terminologia è ancora motivo di confusione per i consumatori”, commenta Kundu. Eppure sapere leggere le etichette per fare acquisti consapevoli è importante a 360°, per tutelare la propria salute e sapere cosa ci si spalma e spruzza addosso. E soprattutto perché. 

@Eleonoraseeing

Leggi anche: Le lampade abbronzanti ti fanno venire il cancro

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.

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