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Costa Rica: dove si costruisce in simbiosi con la natura

Riciclo di materiali e risparmio energetico: gli esempi di edilizia ecosostenibile dai pionieri dell’architettura “verde”.

Dai litorali corallini del Parco Nazionale Santa Rosa fino al promontorio di Cahuita, posto a sud della città di Limòn, regna l'immagine di una piattaforma naturale incontaminata che divide, per mezzo di una striscia sottile di terra, il Mare Caraibico dall'Oceano Pacifico. Nemmeno il sisma di magnitudo 7.6 registrato lo scorso cinque settembre ha turbato la simbiosi paesaggistica che la Costa Rica conserva con invidiabile armonia. Un meraviglioso equilibrio che lo Stato centroamericano riesce a mantenere anche nei principali centri urbani, in cui la dispersione tipica delle città europee è scongiurata da un processo continuo di apprendimento, adattamento e sperimentazione ambientale.

La Costa Rica si candida come Paese leader nella costruzione di edifici ecosostenibili grazie ad un sistema di progettazione volto a fare della bioedilizia un modello finalizzato al perfezionamento della vita delle persone. Come sottolinea l’architetto Rodrigo Carazo, ogni edificio appartiene ad un contesto diverso e risponde alle diverse esigenze degli abitanti; anche impegnarsi nel miglioramento degli edifici esistenti con il fine di renderli più rispettosi dell’ambiente rappresenta un elemento importante per la bioedilizia. In tale ottica, gli “edifici verdi” sono concepiti con lo scopo di ridurre al minimo l'impiego di energia, sia nella costruzione che nella gestione degli immobili, attraverso l’utilizzo razionale dell’acqua ed evitando l'uso di materiali tossici. Tra le procedure di risparmio idrico, vi è il recupero dell'acqua piovana per servizi domestici e per l'irrigazione, integrato ad un sistema di riciclo dell’acqua dai lavandini, dalle vasche da bagno e dalle lavatrici (ciò è possibile grazie all’impiego di saponi e detergenti biodegradabili), senza trascurare le misure di riduzione del flusso delle docce e dei servizi igienici.

Roberto Meza, ingegnere specializzato nella certificazione di “edifici verdi”, avvalora la tesi dell’eco compatibilità sostenendo che la bioarchitettura e il design abbiano un ruolo attivo e virtuoso nel ripristino degli scenari urbani. Ad esempio, in un clima tropicale la riduzione dell’utilizzo di aria condizionata (che rappresenta spesso più del sessanta percento dei costi energetici di un edificio) è uno degli obiettivi più importanti, che viene raggiunto tramite un processo di ventilazione trasversale che minimizza l'esposizione dell’edificio alla luce solare.

Il Costa Rica Central Valley, un edificio costruito lungo l’asse est-ovest, è orientato in modo tale che i venti da nord-est garantiscano l’aerazione di tutte le camere, evitando l’esposizione diretta alla luce solare. Allo stesso modo, la presenza di ampi portici, soffitti alti, cornicioni, tende da sole e file di alberi permettono il filtraggio dei raggi del sole, impedendo il riscaldamento interno degli edifici. Per quanto riguarda la scelta dei materiali da costruzione, la selezione delle alternative edili è molto importante per determinare l'impatto ecologico ed estetico delle strutture. Negli ultimi anni il legno sta vivendo una rinascita in Costa Rica. Tuttavia, assicurare la fornitura di legname da costruzione senza minacciare la flora e la fauna delle foreste rappresenta ancora una sfida. Per questo gli esperti di bioedilizia hanno introdotto attestati che certificano l’avvenuta coltivazione e il corretto raccoglimento degli alberi nel rispetto dell'ambiente. Ma vi sono comunque altre importanti opzioni sperimentali. Una fra queste è costituita dal bambù. Già conosciuto nella cultura tradizionale delle popolazioni ancestrali delle Americhe, le innumerevoli qualità del bambù come materiale da costruzione sono state recentemente riscoperte e applicate da numerosi architetti e costruttori “verdi”, data in particolare la sua irreprensibile efficacia nel resistere alle calamità naturali.

Inoltre, poiché si tratta di un’erba e non di un albero, le piantagioni crescono molto rapidamenteconcedendo la possibilità di aumentarne la produzione fino al soddisfacimento della domanda. Sempre come valida alternativa al calcestruzzo, i progettisti e gli ingegneri verdi hanno creato sistemi di costruzione anche adoperando la terra: dai blocchi fatti di terra battuta ai sacchi pieni di terra, queste strategie consentono la costruzione di edifici a basso consumo energetico che sono in grado di conservare il fresco notturno per tutta la giornata, un vantaggio che non potrebbe mai essere corrisposto dal cemento.

Infine non va dimenticata l’importanza della schiuma di poliuterano come isolante termico. Secondo Diego Estrada, direttore generale di Panelco, l’azienda costaricana più rinomata nella produzione di materiali ecosostenibili, vivere in una casa costruita con la schiuma di poliuterano è come "vivere in una ghiacciaia. "Si tratta di un materiale versatile e poco costoso rispetto a molti altri metodi di costruzione. Tuttavia, va aggiunto che il polistirolo, una volta prodotto, è molto difficile da smaltire. Ma l’assunto fondante degli architetti e progettisti costaricani si impronta sul valore del riciclo. Legno, mattoni, pietre, finestre e porte di vecchie strutture vengono recuperati e riutilizzati per la realizzazione di nuovi prodotti, come l'acciaio e l'alluminio.

Una seconda prerogativa, non per minore importanza, si basa sull’esclusivo utilizzo dei materiali locali, al fine di evitare i costi e l'inquinamento dovuti dal rispettivo trasporto. Sotto questa prospettiva si profila Casa Kike, probabilmente il simbolo della rivoluzione dell'architettura verde in Costa Rica. Si tratta di un edificio sostenibile realizzato a Cahuita dallo studio Gianni Botsford.

Nell'area giorno della struttura sono presenti due padiglioni in legno di alloro (altra pianta molto diffusa a livello locale) con copertura in lamiera d’acciaio ondulata, che poggiano su una base di supporto in palafitta. Si legge sul magazine “Architettura ecosostenibile” che la scelta di rialzare l’edificio di 1,20 mt protegge l’abitazione da possibili inondazioni, molto frequenti nel periodo delle piogge e, contemporaneamente, garantisce un maggior raffrescamento agli ambienti grazie al continuo movimento d’aria intorno ad ogni blocco. Le aperture, con i loro sistemi di chiusura e schermatura sono rivolte verso il mare, sia per godere della vista panoramica che per sfruttarne la brezza marina.

In tale quadro, numerosi progetti si pongono i problemi del rapporto con il luogo, della relazione con la preesistenza, dell’utilizzo di materiali locali, dell’analisi delle condizioni ambientali e climatiche e dell'individuazione di un linguaggio architettonico contemporaneo. Che la ricerca della felicità fosse una priorità per il Paese costaricano era già noto dai tempi della smilitarizzazione dello Stato avvenuta nel 1949, rimarcato in seguito dall’impegno della Costa Rica in una “politica di pace” che valse il Premio Nobel al Presidente Oscar Varias nel 1987, dopo all’attuazione del suo piano risolutivo dei conflitti nella regione. A tutt'oggi, l’unico esercito costaricano è rappresentato dai precursori della bioedilizia, che indirizzano la missione del design dell’architettura verde riscoprendo l’approccio tradizionale di vivere con l’ambiente.

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Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.42) 16 settembre 2012 19:41

    Un’analisi molto attuale di quello che oggi sta’ succedendo nel paese,quello che in realta’ ancora deve svilupparsi e’ la parte giuridica e legale per la possessione di proprieta’, che qui in Costa Rica ancora sono in pieno sviluppo dovuto ad un macroscopico errore nella parte burocratica che esiste dal tempo dei tempi sia nel Registro oltre che al Catastro che ancora oggi rileva un grosso margine di errore.

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