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Conferenza UNESCO a Napoli. In piazza contro la privatizzazione dei beni culturali e per difendere il diritto all’abitare

Mi riconosci, Rete SET ed altre associazioni lanciano un appello per arginare la progressiva “turistificazione” della città.

di Daniele Pallotta

Negli stessi giorni in cui la conferenza UNESCO sul Patrimonio culturale si è svolta nel Palazzo Reale di Napoli, gli attivisti di Mi Riconosci, Resta Abitante e della Rete SET hanno manifestato per chiedere azioni concrete per rispondere ai bisogni dei cittadini sul diritto all’ abitare e per frenare la privatizzazione dei beni culturali. Su striscioni e cartelli la scritta che campeggia è: “Resta Abitante”.

Marina Minniti, dell’ associazione Mi Riconosci, spiega che il modello di gestione dei beni culturali che viene sempre più spesso adottato è lo stesso modello che ha portato il biglietto di ingresso al Museo Archeologico Nazionale di Napoli a costare 23 euro, lo stesso modello che porterà a pagare fino a 10 euro il costo per l’ ingresso al Museo delle Fontanelle e che vede alzare i costi d’ ingresso anche in molte chiese: “La fruizione culturale viene piegata a logiche di rendita, diventa uno strumento per intensificare la turistificazione – dichiara la dottoressa Minniti - Nel frattempo mancano alcuni servizi culturali essenziali, mancano le biblioteche di quartiere, alcuni archivi vengono chiusi.”

Le attiviste e gli attivisti della rete SET chiedono lanciano un appello per una nuova regolamentazione: “Occorre far emergere il sommerso tassare chi lucra sul turismo, limitare il caro affitti ma anche limitare gli affitti turistici e le case vacanze. I cittadini di Napoli devono avere la possibilità di vivere al centro storico e nelle altre aree della città”.

Alfonso De Vito segnala che “nel mentre la prefettura di Napoli annuncia oltre 10000 sfratti esecutivi, adesso che per chi è povero, precario, immigrato, trovare casa è impossibile. Continuano a crescere a dismisura i numeri di bed and breakfast e di case vacanza.”

“Vediamo scomparire sempre più ipiccoli negozi di artigianato e le librerie ed assistiamo alla proliferazione di bar e servizi solo per i turisti – riporta Paola Silvi di Legambiente - Il comune deve farsi carico di proporre al Governo una nuova regolamentazione.”

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